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Cipro e i cattolici di rito latino

Terrasanta.net
2 dicembre 2021
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Cipro e i cattolici di rito latino
In questa foto d'archivio, migranti assiepati alla chiesa francescana di Santa Croce, a Nicosia, per la Messa domenicale.

Sono stati gli ultimi cristiani non greco-ortodossi a radicarsi a Cipro. I latini misero piede sull'isola nel corso del XII secolo, sotto il regno crociato. Essenziale la presenza dei francescani. Oggi le chiese sono affollate di migranti.


Tra le minoranze religiose cristiane a Cipro i cattolici di rito latino sono gli ultimi arrivati. La loro presenza risale al 1126, quando sull’isola si stabilirono alcuni mercanti provenienti dalle repubbliche marinare di Venezia e di Genova. Una vera e propria comunità di rito latino, però, venne a formarsi a Cipro nel 1192, dopo che il re crociato di Gerusalemme Guido di Lusignano acquistò l’isola dal re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, che l’aveva conquistata nel 1191.

Nel 1196 fu instaurato l’arcivescovado latino a Nicosia, insieme con tre altre sedi vescovili a Famagosta, Limassol e Pafos. Sotto il dominio dei franchi e dei veneziani (rispettivamente 1192-1489 e 1489-1570), a Cipro giunsero vari ordini religiosi cattolici: agostiniani, benedettini, domenicani, cartusiani, carmelitani, cistercensi, osservanti, premonstratensi, e francescani (clicca qui per saperne di più), nonchè gli ordini monastici cavallereschi di San Tommaso, dei Teutoni, di San Giovanni e dei Templari.

Durante il periodo franco e veneziano vivevano a Cipro migliaia di cattolici latini provenienti dall’Aragona, dalla Provenza, dalla Toscana, da Venezia, Genova e Pisa, da Marsiglia e Napoli, dalla Siria e dalla Palestina. Con la caduta di Acri nel 1291 Cipro divenne la roccaforte orientale del cristianesimo, il centro di commercio più importante del Levante e uno dei regni più ricchi di tutta l’Europa.

Dopo la conquista di Cipro da parte degli ottomani negli anni 1570-1571, migliaia di nobili e chierici cattolici furono massacrati o esiliati. Alcuni ripararono a Rodi, a Malta, in Libano e altrove. Molte chiese cattoliche vennero trasformate in moschee. La presenza organizzata cattolica sostanzialmente venne dissolta, mentre i nuovi conquistatori restaurarono la Chiesa greco-ortodossa autocefala di Cipro come l’unica Chiesa rappresentativa di tutti i cristiani dell’isola. I pochi cattolici di rito latino sopravvissuti alle stragi ebbero poche alternative: diventare greco-ortodossi, convertirsi all’Islam o diventare criptocristiani (linobambaci).

Pur in assenza di fedeli latini, i francescani furono l’unico ordine religioso della Chiesa latina a poter far ritorno sull’isola. Agli inizi del XVII secolo iniziò a formarsi timidamente una piccola comunità locale di rito latino, inizialmente composta da veneziani, poiché nel 1573 la Serenissima Repubblica aveva stipulato un trattato di pace con gli ottomani. All’aumento della popolazione di cattolici laici a Larnaca contribuì la presenza di consolati, che offrivano agli europei residenti protezione e opportunità d’impiego.

Nel 1646 i francescani fondarono, nei pressi del convento della Santa Croce, la Scuola Terra Sancta, l’istituto più antico di Cipro, in funzione ancor oggi. Nelle sue aule hanno studiato generazioni di allievi di ogni appartenenze religiosa .

A partire dal XVIII secolo, e in particolare nel XIX, la popolazione cattolica crebbe grazie all’arrivo di europei proprietari terrieri, medici, diplomatici, mercanti e banchieri, residenti di preferenza nel quartiere franco di Larnaca. I nuovi arrivati provenivano da Francia, Italia, Spagna, Austria, Malta e Dalmazia. Nel 1844 si stabilirono a Larnaca le suore del neo-costituito ordine di San Giuseppe dell’Apparizione. Nel loro convento ebbero sede il primo ospedale e la prima farmacia di Cipro. Le religiose fondarono anche la Scuola di San Giuseppe, primo istituto (oggi non più in attività) dedito all’istruzione femminile nell’isola.

Nei primi decenni del dominio britannico dell’isola – iniziato nel 1878 – la comunità di rito latino di Cipro crebbe numericamente grazie all’arrivo di altri cattolici provenienti da Malta, Spagna e Gran Bretagna. Durante tutto il periodo britannico i cattolici latini si sono sempre più integrati nella società cipriota, in particolar modo attraverso la loro cultura e l’attività professionale

L’indipendenza di Cipro (1960) ha segnato l’inizio di una nuova era per i cattolici di rito latino, riconosciuti come gruppo religioso minoritario e da allora presenti in Parlamento con un loro rappresentante eletto. La comunità dei cattolici di rito latino non è stata particolarmente coinvolta negli scontri degli anni 1963-1964 tra le due componenti greca e turca. L’occupazione turca del 1974 ha colpito, invece, anche i cattolici di rito latino: circa trenta famiglie provenienti da Nicosia, Famagosta, Kyrenia e Xerò hanno seguito le carovane di profughi. L’abbazia di Bellapais, la scuola e il convento Terra Santa di Famagosta, la cappella di Sant’Antonio a Contea e la cappella di San Barnaba a Xerò sono state occupate dalle forze turche, mentre il cimitero latino di Nicosia è dal 1974 irraggiungibile, poiché si trova a ridosso della linea del cessate il fuoco.

Negli ultimi decenni, la comunità di rito latino ha mutato volto, grazie ai frequenti matrimoni con greco-ciprioti e all’arrivo di nuovi membri provenienti dai Paesi dell’Europa orientale, centrale e occidentale, dal sudest asiatico e dall’America Latina, alcuni dei quali si sono stabiliti permanentemente a Cipro. Molto consistente è la presenza (più o meno temporanea) di lavoratori migranti provenienti da nazioni asiatiche come le Filppine e lo Sri Lanka.

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