«Ho avuto l’onore di accogliere nella residenza presidenziale [la Beit HaNassi di Gerusalemme – ndr] i leader religiosi della Terra Santa e lanciare con loro uno storico appello per incoraggiare la vaccinazione contro il coronavirus». È quanto ha scritto in un tweet il presidente israeliano Isaac Herzog la sera dell’11 novembre, dopo un incontro interreligioso organizzato in collaborazione con la Jerusalem Impact Vaccination Initiative, per condividere con il mondo intero le lezioni apprese dalla campagna di vaccinazione israeliana.
Il presidente israeliano ha anche sottolineato in un comunicato ufficiale che «nulla può sostituire la leadership religiosa, che ha un’enorme influenza sull’opinione pubblica».
Isaac Herzog è il primo capo di Stato al mondo a evidenziare il ruolo dei responsabili religiosi nel collaborare con gli esperti e le autorità sanitarieper combattere il Covid-19, come ha osservato Inon Schenker, fondatore della Jerusalem Impact Vaccination Initiative.
Il comunicato riferisce che, accanto al presidente, i leader religiosi «con le preghiere all’Onnipotente» hanno fortemente incoraggiato «tutti a farsi vaccinarsi il prima possibile».
Questo appello non è solo locale, ma vuole avere risonanza internazionale. «Penso che il fatto che questo fantastico appello provenga dalla Terra Santa sia un vero esempio e serva da modello», ha affermato il presidente Herzog, sottolineando il potere della «cooperazione interreligiosa».
«I vaccini approvati sono strumenti sicuri ed efficaci»
I leader delle principali religioni in Israele, che rappresentano le comunità ebraica, cristiana, musulmana, drusa e bahai, credono tutti che «i vaccini autorizzati e approvati dai principali organismi di regolamentazione professionale del mondo siano molto efficaci e sicuri, come dimostra il considerevole numero di oltre 3 miliardi di persone vaccinate nel mondo, e hanno portato a una drastica riduzione dei contagi da Covid-19».
>>>Leggi anche: Vaccinazioni in Medio Oriente, i primi e gli ultimi
Accanto al presidente israeliano si sono ritrovati il rabbino capo sefardita di Israele Yitzhak Yosef, il rabbino capo aschenazita e presidente della Corte rabbinica suprema David Lau, il patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Theophilos III, il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, il capo della Chiesa cattolico-melchita, l’arcivescovo di Haifa e Galilea Youssef Matta, il presidente della Corte d’appello della sharia, lo sceicco Abed Elhakim Samara, il capo della comunità drusa, lo sceicco Mouafaq Tarrif, il capo del dipartimento musulmano del ministero dell’Interno, lo sceicco Ziad Abu Moch, l’ispettore degli imam del ministero degli Interni, lo sceicco Jamal Al Obra e il segretario generale del bahaismo in Israele, il dottor David Rutstein.
All’incontro interreligioso nella residenza presidenziale erano presenti anche il ministro della Salute, Nitzan Horowitz, e il responsabile della lotta al coronavirus in Israele, Salman Zarka. Il ministro della Salute ha osservato che il Covid «non rispetta le frontiere, né tra Stati, né tra comunità, classi o religioni».
Del «carattere sacro della vita»
Il denominatore comune di questo appello comune sta nella «santità della vita» che, secondo i leader religiosi, è «un valore supremo per le religioni». Per i rappresentanti delle fedi in Israele, «il fatto di salvare la vita di ogni essere umano – creato a immagine di Dio – è il più grande degli obblighi religiosi». Hanno inoltre invitato le popolazioni di tutto il mondo a rispettare le misure di prevenzione.
Ringraziando il presidente Herzog per la sua iniziativa, il ministro della Salute Horowitz ha sottolineato che è «raro che tutti i leader religiosi del Paese si incontrino, e ancora più raro che da tutti risulti una lettura comune». Il ministro ha poi elogiato l’importanza di «non usare la religione per negare il coronavirus».
Posando in una foto a fianco del patriarca latino di Gerusalemme, Horowitz ha anche colto l’occasione per riportare su Twitter le parole udite da mons. Pizzaballa: «Noi cattolici, seguendo le indicazioni delle numerose dichiarazioni della Santa Sede e di papa Francesco, affermiamo e ribadiamo che i vaccini contro il Covid-19 non hanno ostacoli morali di alcun tipo».