(c.l.) – È una spada «impressionante», con una lama dritta lunga un metro e un’impugnatura di 30 centimetri. L’Autorità israeliana per le antichità (Aia) descrive così l’arma a doppio taglio rinvenuta nei fondali marini di Hof HaCarmel, una regione amministrativa che in Israele si estende da Tirat Carmel a nord e Cesarea Marittima a sud.
Secondo Nir Distelfeld, un ispettore dell’Autorità già citata, «la spada, che è stata conservata in perfette condizioni, è un reperto bello e raro che apparteneva chiaramente a un cavaliere crociato». Essendo ancora totalmente ricoperta da plurisecolari incrostazioni e conchiglie non conosciamo ancore il peso esatto dell’arma, che sarebbe stata realizzata in ferro. L’Aia, per ora, ne ha diffuso solo alcune immagini, ma prevede di esporla al pubblico dopo averla ripulita e studiata.
È grazie al movimento delle onde e all’attività delle correnti sottomarine che smuovono la sabbia, che un subacqueo dilettante ha visto apparire davanti ai suoi occhi la spada e molti altri manufatti, come ancore di pietra e metalliche e frammenti di ceramica. Prima che le sabbie potessero coprire di nuovo questi reperti o che qualche malintenzionato li facesse sparire, il subacqueo ha portato in superficie l’arma e contattato l’ispettore dell’Unità prevenzione furti dell’Aia per il distretto settentrionale. La spada è stata consegnata al Dipartimento dei tesori nazionali e il subacqueo ha ricevuto un attestato di benemerenza per il suo civismo.
Piccole calette e grandi porti
Il sito specifico in cui è stata trovata la spada era già noto agli archeologi dell’Aia. Scoperte precedenti hanno dimostrato che era già in uso come piccolo ancoraggio naturale temporaneo 4.000 anni fa, nella tarda età del bronzo. Quest’ultimo ritrovamento suggerisce che l’insenatura doveva essere utilizzata anche dalle navi in epoca crociata, circa 900 anni fa.
«La costa del Carmelo contiene molte insenature naturali che davano riparo alle navi in caso di burrasca e baie più ampie attorno alle quali si sono sviluppati interi villaggi e antiche città portuali, come Dor e Atlit», spiega Kobi Sharvit, direttore dell’unità di archeologia marina dell’Aia. «Queste condizioni hanno attratto nel corso dei secoli le navi mercantili, che si sono lasciate alle spalle una messe di reperti archeologici. La spada recentemente recuperata è solo uno di essi», ha soggiunto l’esperto.
In epoca crociata, Dor vide la realizzazione della fortezza di Merle e Atlit – anche nota come il Castello Pellegrino – una delle più grandi roccaforti crociate costruita nel 1218. Le rovine della cittadella sono visibili ancora oggi, così come il cimitero di quel periodo che si estende su una superficie di oltre 7.500 metri quadrati e i cui scavi mostrano, che fu probabilmente utilizzato dai templari della fortezza, dagli abitanti dei villaggi vicini e dai pellegrini.
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