In Terra Santa, il nuovo patriarca armeno-cattolico non è un volto nuovo. Raphaël François Minassian, che il 23 settembre ha preso il nome di Raphaël Bedros XXI Minassian dopo la sua elezione a patriarca di Cilicia degli armeni, è stato infatti esarca patriarcale di Gerusalemme e Amman per gli armeni cattolici dal 2005 al 2011, prima di essere nominato arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia degli armeni e ordinario. Era cioè a capo dell’ordinariato (quasi-diocesi) dei fedeli armeni cattolici dell’Europa orientale, in un territorio che spazia dall’Armenia, alla Georgia, alla Russia, all’Ucraina. Dieci anni dopo è stato eletto patriarca dal Sinodo dei vescovi armeno-cattolici.
Raphaël Bedros XXI Minassian è nato il 24 novembre 1946 a Beirut in una famiglia armena della diaspora. È entrato nel 1958 nel seminario patriarcale di Bzommar, in Libano, e ha proseguito gli studi in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma (1967-1973). Si è poi laureato in Psicologia dell’educazione presso la Pontificia Università Salesiana. Ordinato sacerdote il 24 giugno 1973, ha ricoperto diversi incarichi in parrocchie e istituzioni della Chiesa armeno-cattolica in Libano e negli Stati Uniti, prima dei sei anni trascorsi a Gerusalemme e poi dieci in Armenia alla guida dell’Ordinariato dell’Europa orientale.
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Raphaël Bedros XXI Minassian succede a Grégoire Bédros XX Ghabroyan, scomparso il 25 maggio 2021. Normalmente il successore dovrebbe essere eletto entro 40 giorni dalla sua morte. Ma il Sinodo, allora riunito in Libano, non era stato in grado di portare a termine l’elezione. Quindi i vescovi armeno-cattolici, convocati a Roma da papa Francesco il 22 e 23 settembre 2021, si sono ritrovati per eleggere il loro patriarca, sotto l’egida del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
Comunione ecclesiastica con Roma
Il giorno dopo l’elezione del nuovo patriarca, papa Francesco lo ha ricevuto in udienza. I due uomini si conoscevano già: Raphaël Bedros XXI Minassian, infatti, all’epoca ordinario per i fedeli armeno-cattolici dell’Europa orientale, aveva accolto il Papa in Armenia nel suo viaggio apostolico nel giugno 2016.
Il 24 settembre scorso il Papa ha così concesso la «comunione ecclesiastica» al nuovo primate, a norma del canone 76 §2 del Codice dei canoni delle Chiese orientali unite a Roma. Nella sua lettera al patriarca, il Papa ha sottolineato che la sua elezione a catholicos-patriarca di Cilicia degli armeni «avviene in un momento in cui le persone sono particolarmente messe alla prova da varie sfide. Penso alle sofferenze in Siria e in Libano – Paesi dove è presente la Chiesa di Cilicia degli armeni –, nonché alla pandemia, che in molte regioni è ancora lontana dall’essere superata».
Dialogo ecumenico con la Chiesa apostolica armena
Il Papa ha rivolto due raccomandazioni al nuovo patriarca, affidandogli da una parte «la cura delle giovani generazioni, la promozione delle vocazioni, la sapiente sintonia che [deve] saper trovare tra le diverse autorità della vostra comunità» e, dall’altra, la condotta della Chiesa armeno-cattolica sulla «via dell’autentica fraternità e del dialogo ecumenico con i nostri fratelli e sorelle della Chiesa apostolica armena [il ramo ortodosso degli armeni – ndr]».
La Chiesa apostolica armena conta oggi circa 6 milioni di fedeli con due catholicos (titolo equivalente a quello di patriarca): il catholicos di tutti gli armeni e il catholicos della Grande Casa di Cilicia. La Cilicia è una regione storica dell’Anatolia dove gli armeni si rifugiarono nel X secolo dopo l’invasione turca dell’Armenia, prima di fondare il Regno armeno di Cilicia (XI-XIV secolo).
La Chiesa armena cattolica condivide la stessa eredità storica e spirituale della Chiesa armena apostolica, ma da essa si è separata nel 1741. Fu allora ufficialmente riconosciuta da papa Gregorio XIV, dopo che diversi fedeli convertiti al cattolicesimo vollero essere in comunione con Roma sotto la guida dello stesso pastore, pur mantenendo la loro tradizione e il rito armeno.
Oggi, secondo i dati dell’Oeuvre d’Orient, la Chiesa armeno-cattolica, che ha sede a Beirut in Libano, conta circa 600 mila fedeli sparsi nel mondo, 450 mila in Oriente di cui la maggior parte in Armenia e altri Paesi dell’ex Unione Sovietica. Gerusalemme e Amman ospitano una minuscola comunità di 500 anime.