Il 14 settembre scorso l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana ha presentato al presidente di Israele, Isaac Herzog, le lettere credenziali che lo accreditano come nunzio apostolico in Israele.
Nel breve colloquio che è seguito a questo atto che ogni ambasciatore compie a inizio mandato, il nunzio e il presidente hanno parlato del ruolo che le religioni giocano ancora nelle società odierne e sottolineato l’importanza delle relazioni tra Israele e Santa Sede. Herzog ha ribadito l’impegno dello Stato ebraico a garantire libertà di culto e protezione di tutti i Luoghi Santi. Ha soggiunto che presta attenzione agli interventi pubblici di papa Francesco, considerata una voce autorevole. Ancora nei giorni scorsi, durante il viaggio in Ungheria e in Slovacchia svoltosi dal 12 al 15 settembre, il Papa ha stigmatizzato la minaccia dell’antisemitismo che serpeggia in Europa e in altre parti del mondo. «È una miccia che va spenta – ha detto –. Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità».
Monsignor Yllana si trova a Gerusalemme ormai da alcune settimane. Il 30 settembre è previsto il suo ingresso solenne alla basilica del Santo Sepolcro, un gesto che pone il rappresentante pontificio in Terra Santa sulle orme di milioni di pellegrini che nel corso della storia hanno varcato quella soglia in preghiera.
Nei prossimi giorni il presule di origini filippine presenterà le credenziali anche al presidente della Palestina Mahmoud Abbas e al presidente di Cipro Nicos Anastasiades. Pur in assenza di conferme ufficiali, molti media internazionali parlano di un imminente viaggio di papa Francesco sull’isola del Mediterraneo orientale. Potrebbe avvenire già quest’anno, ai primi di dicembre. (g.s.)