Fra Nicola ci parla da Roma. Il nuovo commissario di Terra Santa della Sicilia sta attendendo i documenti per prendere un volo per Tel Aviv, una partenza che è destinata a essere rimandata, a conferma del fatto che non è facile entrare in Israele, nemmeno in questa estate che si vorrebbe tornata a una «quasi normalità». Nonostante il gran numero di vaccinati, Israele pone ancora molte limitazioni agli accessi. Ma il desiderio di riprendere a camminare tra i santuari dei Luoghi santi resta forte.
Frate minore originario di Alcamo (Trapani), fra Nicola è entrato in convento nel 1995. «Non è stata una vocazione giovanissima – racconta –. La professione dei voti è arrivata nel 2002, due anni dopo sono diventato sacerdote». Ma già nel percorso iniziale di formazione, è affascinato dalla missione: «Quando ero postulante una suora che viveva in Guinea Bissau ci introdusse a questa realtà. Nelle estati della formazione feci alcune esperienze missionarie in Africa.
Nel 2012, la beatificazione ad Acireale di fra Gabriele Allegra (frate minore siciliano e biblista, fondatore dello Studio biblico di Hong Kong – ndr) segnò un “ritorno di fiamma” rispetto alla missione ed ebbi l’opportunità di fare una breve esperienza nella realtà cinese». L’incontro con la Terra Santa, invece, è avvenuto con un pellegrinaggio e, poi, durante un anno trascorso allo Studium Biblicum Franciscanum. «Il corso approfondiva l’archeologia e la geografia biblica. Si facevano escursioni bibliche a Gerusalemme e nei dintorni, in Galilea e in Giordania…». Quali luoghi senti vicini in modo particolare? «Quelli legati alla memoria francescana, il luogo dell’incarnazione, Nazaret, e il Santo Sepolcro luogo della risurrezione – racconta –. Tutti là siamo nati. Là è il nostro fonte battesimale perché tutti siamo stati immersi nella passione, morte e risurrezione di Gesù».
Rientrato in Sicilia, la dimensione missionaria è tornata al centro delle attività di fra Nicola con le «missioni al popolo», esperienze forti di evangelizzazione proprie della storia francescana. Collaborando con suore e laici, alcuni frati ridanno slancio alla vita di una comunità parrocchiale, che vive, prega, ha nuovi momenti di catechesi per le famiglie e i giovani. Il compito di commissario di Terra Santa può essere visto in linea con questo impegno: muoversi nell’isola, incontrare, sensibilizzare… «Il pellegrinaggio è una reale occasione di evangelizzazione: nel momento immediato del viaggio – osserva –, perché i luoghi parlano da sé, e nel momento in cui ci si incontra con la Parola che il Signore ci ha dato».
«Per ragioni di costi o di tempo il pellegrinaggio si rivolge più spesso agli adulti. Ma si possono ripensare formule più leggere per i giovani, magari con la possibilità del cammino a piedi, un’esperienza affascinante: faticare per andare verso una realtà che richiama il divino, la Parola di Dio incontrata in quei luoghi».
Per questo il commissario aspetta di tornare al più presto in Terra Santa, come «primo pellegrino». Verificare che cosa è cambiato in questo anno e mezzo di pandemia, nei santuari, nelle strutture di accoglienza, a livello di normative e di costi. E immaginare un calendario di pellegrinaggi per il 2022.
Eco di Terrasanta 5/2021
Francesco abbattitore di muri
Tutti facciamo esperienza di «muri», non solo fisici, che ci separano dagli altri. L’episodio del Poverello di Assisi e dei briganti abbatte il muro di separazione tra uomini buoni e cattivi, giusti e immeritevoli.