«Si tratta senza dubbio di uno degli edifici pubblici più magnifici del periodo del Secondo Tempio» quello scoperto accanto al Muro Occidentale di Gerusalemme. La gioia della direttrice degli scavi, Shlomit Weksler-Bdolach, è palpabile. L’Autorità israeliana per le antichità (Aia), per cui lavora l’archeologa, e la Fondazione del patrimonio di Muro occidentale lo hanno riferito lo scorso 8 luglio in una dichiarazione congiunta.
La zona è nota per essere molto sensibile. Politicamente si trova a Gerusalemme Est, un settore palestinese della città occupato e annesso da Israele. Dal punto di vista religioso, il Muro Occidentale è l’unico resto di un muro di contenimento del Secondo Tempio di Gerusalemme, restaurato e ampliato da Erode I il Grande, e considerato il luogo più sacro dell’ebraismo. Oggi, la Spianata delle moschee occupa la maggior parte del Monte del Tempio con la moschea al-Aqsa e la Cupola della Roccia. Il «Nobile Santuario» (Haram al-Sharif in arabo) è il terzo luogo sacro più importante per i musulmani.
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La recente scoperta dell’edificio di duemila anni fa è il risultato di scavi archeologici effettuati negli ultimi anni nei cunicoli sotterranei adiacenti al Muro Occidentale. Per la cronaca, nel settembre 1996, l’apertura al pubblico di questi tunnel aveva provocato gravi scontri tra le forze di sicurezza israeliane e i palestinesi e 80 persone rimasero uccise. Secondo i palestinesi questi tunnel minacciavano le fondamenta della moschea Al-Aqsa.
Un edificio per l’élite cittadina
L’imponente struttura portata alla luce fu probabilmente costruita intorno al 20 o 30 d.C., cioè solo pochi decenni prima che il Tempio venisse distrutto dai romani nel 70. Situato a ovest dell’Arco di Wilson e del Monte del Tempio, zona adiacente alla sezione riservata alla preghiera degli uomini davanti alle mura, una parte dell’edificio era stato scoperto e documentato nel XIX secolo dall’archeologo britannico Charles Warren. Anche altri ricercatori avevano studiato questa parte nel secolo successivo.
Il comunicato degli archeologi israeliani afferma che «l’edificio si trovava apparentemente lungo una strada che conduceva al Monte del Tempio». Essi ritenghono che esso fosse utilizzato per funzioni pubbliche. Secondo loro, «potrebbe essere stato anche l’edificio del consiglio cittadino», cioè il municipio di Gerusalemme che Gesù ha attraversato e «dove erano ricevuti i dignitari importanti prima di entrare nella cinta del Tempio e sul Monte del Tempio». Weksler-Bdolach spiega, in un video legato al comunicato stampa, che il locale poteva avere la funzione di un «salotto».
L’edificio rettangolare, lungo 24,5 metri per 11 metri, come precisa il quotidiano Haaretz, era diviso in due sale a volta, identiche, ciascuna lunga 7 metri e larga 5,7 metri.
Testimonianza dell’architettura opulenta del periodo
Gli archeologi hanno scoperto che le pareti delle sale erano decorate con una cornice inferiore che sosteneva lesene, sormontate da capitelli corinzi. Haaretz riferisce inoltre che gli ingressi finora rinvenuti dagli archeologi erano di grande stile. I due grandi ambienti erano collegati tra loro da un corridoio anch’esso decorato con lesene sormontate da capitelli corinzi. In questo spazio tra le due stanze c’era una fontana a muro. L’acqua sgorgava dai tubi di piombo in cima ai capitelli corinzi. L’acqua poi scorreva attraverso un canale scavato nel selciato. Una tale installazione era senza dubbio destinata a stupire i visitatori.
«Lo stile decorativo dell’edificio è tipico dell’architettura opulenta del periodo del Secondo Tempio», affermano gli archeologi. Nonostante la netta influenza romana nell’architettura di questa struttura, Weksler-Bdolach su The Times of Israel non manca di sottolineare che a quel tempo Gerusalemme era ancora una città culturalmente ebraica. Infatti, le decorazioni non includevano immagini scolpite, proibite dalla Torah: «Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra» (Esodo 20,4).
Sale da pranzo con panche reclinabili
Gli esperti suggeriscono, inoltre, che le due stanze potessero fungere da sala da pranzo con panche di legno reclinabili che non sono sopravvissute al tempo e alle guerre. «Sono state trovate tracce di divani in legno lungo le pareti delle due stanze laterali», ha riferito Haaretz.
Questo tipo di sala da pranzo con panche inclinate è stata comune nel mondo greco-romano dal V secolo a.C. al III-IV secolo d.C. «Si trovano negli archivi archeologici di case private, palazzi, templi, complessi di sinagoghe e civili», affermano. Il fatto di mangiare o banchettare stando sdraiati è menzionato nel Libro di Amos (VIII secolo a.C.), quando il profeta rimprovera i popoli dei regni di Giuda e di Israele: «Essi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla» (Am 6,4).
Alla vigilia della distruzione del Tempio, l’edificio pubblico aveva subito consistenti modifiche. Fu diviso in tre camere separate e la fontana fu messa fuori uso. In una delle stanze era installata una vasca intonacata che fungeva da mikveh, bagno rituale utilizzato per le abluzioni necessarie per i riti di purezza familiare propri dell’ebraismo. I gradini sono visibili ancora oggi.