Anche varie nazioni mediorientali in questi giorni guardano ai propri atleti attesi alla prova delle gare olimpiche di Tokyo. A coltivare ambizioni di medaglia sono soprattutto israeliani ed egiziani.
Per quanto travagliate si stiano rivelando a causa della pandemia che non molla la presa, le Olimpiadi di Tokyo stanno per iniziare (l’apertura è prevista il 23 luglio). E anche in Medio Oriente in questi giorni si guarda ai propri atleti attesi alla prova delle gare dei Giochi.
A coltivare ambizioni di medaglia sono soprattutto israeliani ed egiziani. I primi sperano che sia la volta buona per tornare sul gradino più alto del podio, raggiunto solo ad Atene nel 2004 dal velista Gal Fridman. I secondi seguiranno soprattutto le partite della nazionale di calcio under 23 a caccia dell’impresa: per andare avanti nel torneo dovrà infatti vedersela nel proprio girone con nazionali del calibro della Spagna e dell’Argentina (e per questo l’Egitto avrebbe voluto convocare come fuori quota Mohammed Salah, la stella del Liverpool, ma la società inglese ha messo il veto). Le Olimpiadi sono però gare aperte alle sorprese. E allora persino il Libano, afflitto da tanti problemi, prova oggi a sognare con la sua atleta più competitiva: la tiratrice Ray Jacques Bassil, alla sua terza partecipazione ai Giochi olimpici nella specialità del tiro a volo.
Al di là delle possibilità concrete di salire sul podio, le Olimpiadi sono soprattutto una grande vetrina globale per ogni Paese. Così – per esempio – Israele può già celebrare l’invio a Tokyo della sua più folta delegazione di sempre: saranno complessivamente 89 gli atleti chiamati a competere sotto la bandiera con la stella di Davide, quasi il doppio di quelli che parteciparono all’edizione di Rio de Janeiro nel 2016. A dare una forte spinta ai numeri è stato il ritorno del baseball tra gli sport olimpici: la nazionale israeliana è riuscita a qualificarsi tra le sei che si giocheranno il torneo, grazie anche a una robusta iniezione di giocatori con doppio passaporto cresciuti nella Major League negli Stati Uniti. Buone occasioni per farsi notare, però, gli atleti israeliani le avranno anche nella ginnastica, nel nuoto (soprattutto con la giovanissima Anastasia Gorbenko) e nel judo.
Anche la Giordania con 14 atleti toccherà a Tokyo il record di partecipanti ai Giochi. Un vero e proprio squadrone di 250 persone lo porterà invece l’Egitto, che sarà in gara in ben 24 sport. «Abbiamo una ventina di atleti competitivi – ha dichiarato l’ex pentatleta Sherif El-Erian, presentando la delegazione –. Puntiamo a portare a casa cinque medaglie». A Rio de Janeiro l’Egitto si fermò a tre, tutte di bronzo, nel sollevamento pesi e nel taekwondo. E sono anche stavolta questi due gli sport in cui al Cairo si ripongono maggiori speranze.
Discorso a parte, infine, per la Palestina il cui successo maggiore resta quello di riuscire a sfilare con la propria bandiera accanto a tutte le altre alle Olimpiadi. Saranno cinque gli atleti palestinesi che a Tokyo gareggeranno in quattro diversi sport. Nell’atletica la sprinter Hana Barakat – una ragazza che studia in un’università statunitense – correrà i 100 e i 200 metri piani; nel nuoto gareggeranno Yazan al-Bawab e Dania Nour, nel judo Wissam Abu Armila. Nella squadra palestinese vi sarà, infine, anche un atleta della martoriata Gaza: si chiama Mohammed Hamada e parteciperà per la disciplina del sollevamento pesi.
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Clicca qui per leggere un articolo del Times of Israel sulla squadra israeliana alle Olimpiadi di Tokyo
Clicca qui per leggere su al Ahram le ambizioni di medaglia dell’Egitto ai Giochi
Clicca qui per vedere la pagina del sito (in arabo) del comitato olimpico palestinese con gli atleti che parteciperanno ai Giochi