I cavalieri templari tornano a far sognare gli studiosi e i tanti appassionati di storia sacra. E lo fanno grazie a una scoperta, che si preannuncia di grande interesse. A San Giovanni d’Acri, città in riva al Mediterraneo nel nord di Israele, un team di archeologi del National Geographic, guidati dall’esploratore ed esperto di civiltà dell’antico Oriente, l’americano Albert Lin, da qualche mese sta dando vita allo scavo sistematico nella fortezza di questi antichi cavalieri e nella zona tutt’intorno. I primi risultati, già annunciati dalle foto ad infrarossi che hanno convinto il National Geographic a iniziare la ricerca sul terreno, sono rilevanti: è emersa una rete di intricati cunicoli e più ampie gallerie sotterranee che collegano l’interno del castello alle banchine del porto antico. All’interno tracce di un utilizzo a più riprese che non lasciano dubbi: qui, in questo labirinto di gallerie spesso anguste, durante i cento anni della presenza templare (1191-1291) ci fu un continuo passaggio di uomini con grosse armature e a volte con carichi pesanti. «Siamo in presenza dei passaggi, attraverso i quali i templari portavano uomini e soprattutto beni di ogni genere al porto al sicuro per imbarcarli su navi veloci, pronte a salpare, magari verso Cipro, baluardo cristiano non insidiato dalle truppe saracene», fa notare Lin.
Ma c’è dell’altro, qualcosa che sta avvincendo gli storici e che soprattutto sta scatenando gli appassionati del genere. Gli archeologi nel corso della loro esplorazione dei sotterranei della massiccia costruzione templare hanno identificato la base di una grossa postazione di guardia annessa a una torre, anch’essa conservata nella sua parte inferiore. Lin e i suoi colleghi avanzano un’ipotesi affascinante: si tratterebbe della famosa Torre del tesoro, di cui parlano le fonti e le cronache dell’epoca e in cui i cavalieri dell’ordine avrebbero accumulato un ingente quantità di beni materiali. Un tesoro fatto di denaro e di oggetti preziosi, frutto di oltre 100 anni di prestiti a elevato interesse erogati dai templari (che furono dunque i primi banchieri della storia) a soldati, cittadini comuni, ma anche a nobili delle grandi corti europee, impegnati nelle crociate. E, cosa più straordinaria di tutte, in questo favoloso tesoro sarebbero confluiti, secondo una leggenda già ricorrente in quel periodo, anche tutti gli oggetti sacri del tempio di Gerusalemme, di cui i templari furono i difensori prima di trasferirsi a San Giovanni d’Acri (dal 1107 al 1191).
Quando poi l’Ordine, a causa della crescente potenza economica in grado di determinare le sorti dei principali casati in Europa, venne sciolto con inaudita violenza dal re francese Filippo il Bello (1312) del tesoro si persero le tracce e su di esso si iniziò a fantasticare immaginando una serie di complotti e di potenze sovversive coinvolte. Secondo alcuni sarebbe stato sepolto in Francia: gli storici si rifanno ai verbali dei processi ai pochi cavalieri templari sopravvissuti, che affermano che il favoloso bottino, portato in Francia, sarebbe stato caricato in gran segreto su tre carri e su diciotto navi e sepolto in una fortezza inespugnabile. Ebbene – fanno notare gli storici – queste sarebbero indicazioni allusive: la fortezza dei tre carri si troverebbe in un luogo preciso, a Gisors, in Normandia, dove fu eretta in base a tre punti della costellazione del carro. Inutile dire che le ricerche nel castello di Gisors si sono sempre rivelate infruttuose. Del tesoro dei templari nessuna traccia. Per Lin e i suoi colleghi invece non ci sarebbero dubbi: parte del tesoro sarebbe stata nascosta in una stanza rimasta finora segreta della fortezza di Acri, quando i templari fuggirono definitivamente sconfitti dal sultano mamelucco al Ashraf Khalil nel 1291.