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Il parroco di Gaza teme l’irrigidirsi delle posizioni

Terrasanta.net
11 maggio 2021
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Il parroco di Gaza teme l’irrigidirsi delle posizioni
Fuoco e fiamme nel cielo notturno di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, durante i bombardamenti israeliani del 10 maggio 2021 (foto Abed Rahim Khatib/Flash90)

Da Gerusalemme la tensione si è estesa anche ad altre zone della Terra Santa, soprattutto nella Striscia di Gaza da dove partono e dove arrivano razzi, missili e bombe. Decine le vittime. La testimonianza del parroco cattolico.


La tensione che regna a Gerusalemme in questi ultimi giorni alimenta ormai anche altri focolai. Ieri pomeriggio dalla Striscia di Gaza è cominciato un lancio di razzi (almeno 250) verso il territorio israeliano che si è protratto per tutta la notte. A contrastarlo il sistema antimissilistico, che ha distrutto la maggior parte degli ordigni ancora in volo, e i bombardamenti dell’aviazione israeliana sulla Striscia (sarebbero 26 i palestinesi di Gaza rimasti uccisi). L’esercito di Israele ha rafforzato il suo contingente tutto intorno alla Striscia.

Due israeliane sono morte quest’oggi a causa dei razzi che hanno comunque raggiunto la città di Ashkelon. Un arabo israeliano, invece, è stato ucciso nella notte a Lod, durante le manifestazioni di solidarietà verso i palestinesi di Gerusalemme che ormai coinvolgono gli arabi di molti centri urbani in Israele. Due presunti omicidi, ebrei, sono stati fermati.

Questa mattina Christophe Lafontaine ha raccolto per Terrasanta.net una breve testimonianza del parroco cattolico di Gaza City, padre Gabriel Romanelli, argentino e membro dell’Istituto del Verbo Incarnato.

Padre Gabriel qual è quest’oggi la situazione nella sua parrocchia?
Al momento non ci sono feriti né registriamo danni negli spazi parrocchiali che circondano la nostra chiesa a Gaza City. Siamo al sicuro. Questa recrudescenza di violenza giunge mentre la parrocchia cattolica di Gaza, che conta 133 fedeli, da una settimana aveva cominciato a tornare alla normalità, dopo le misure di contenimento messe in atto per combattere la pandemia di Covid-19. Rimane ormai solo il coprifuoco da mezzanotte all’alba. I negozi avevano riaperto; i gruppi di preghiera, i ministranti e altre attività parrocchiali erano ricominciate…
La vita che sembrava riprendere, ieri si è bruscamente fermata, sempre a causa dello scambio di razzi e bombe tra Hamas e Israele. Abbiamo sentito i bombardamenti per tutta la notte.

Padre Gabriel Romanelli celebra la messa per i fedeli cattolici di Gaza. (foto Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia – Gaza City)

 

Che stato d’animo avete davanti a questa nuova impennata di violenza?
Purtroppo temo un irrigidimento di entrambe le parti. Israele ha detto che non può tollerare che i razzi raggiungano Gerusalemme e Tel Aviv. La vendetta di una parte suscita la rappresaglia dell’altra. Ci aspettiamo una pioggia di reazioni.
Noi che siamo abituati alle guerre qui a Gaza, generalmente sentiamo il rumore dei razzi solo di notte. Oggi stanno andando avanti anche in pieno giorno. È un brutto segno. Diventa pericoloso anche uscire in auto per far visita ai malati, ai poveri e a tutti i parrocchiani che ne hanno bisogno.
Se non altro con la pandemia abbiamo imparato a organizzarci “virtualmente”, a mantenere i contatti tra noi attraverso discussioni, lezioni, giochi e persino una lotteria online.
I legami si sono rinsaldati al punto che l’86 per cento dei parrocchiani, oltre centinaia di fedeli ortodossi, ha preso parte a tutte le cerimonie della Settimana Santa!
Grazie a questa esperienza sapremo mobilitarci meglio. Può suonare paradossale, ma devo dire che questa stagione di Covid è stata un periodo “felice”, perché almeno ha tenuto lontana la guerra. Oggi constatiamo che la popolazione di Gaza è sempre più demoralizzata. Soprattutto i giovani.

Una preghiera?
Chiediamo a Dio che la sua grazia conduca i responsabili di tutte le parti a fermare la violenza e l’ingiustizia. Come ha detto ieri il patriarca latino di Gerusalemme Pizzaballa nella sua dichiarazione. La minaccia dello sgombero delle famiglie palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est è una questione molto seria e l’impedimento ai musulmani di accedere liberamente alla Spianata delle moschee durante il Ramadan è una provocazione e anche un’ingiustizia.
Preghiamo per la riconciliazione, per entrambi i popoli, per la riparazione e per la giustizia. La preghiera è efficace, specialmente la preghiera eucaristica.
Preghiamo anche per le anime di coloro che stanno perdendo la vita e che forse non sono pronte a lasciare questo mondo. Preghiamo per i feriti e per la fine di una guerra che provoca e alimenta l’odio anche quando le armi tacciono. La guerra è malvagia, anche quando è difensiva, perché uccide anche lo spirito o vi lascia impresse molte ferite.

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