(c.l./g.s.) – Un piccolo episodio di cronaca minore, a margine della guerra che sta creando nuovi lutti e devastazioni nella Striscia di Gaza e in Israele. Siamo a Gerusalemme. Mentre si sta recando alla basilica del Santo Sepolcro nel cuore della notte tra il 17 e il 18 maggio, un sacerdote armeno viene aggredito da «giovani ebrei». Ne dà notizia il Patriarcato armeno di Gerusalemme – il cui quartiere confina con il quartiere ebraico della città vecchia – con una dichiarazione diffusa il 19 maggio. La curia patriarcale condanna «con fermezza» l’attacco, che definisce «violento»: il sacerdote armeno ha riportato alcune ferite e ha dovuto essere portato in ospedale dove ha ricevuto le cure necessarie per poi essere dimesso.
La Chiesa apostolica armena in Terra Santa ha sporto denuncia alla polizia israeliana. E senza mezzi termini, «esige» che sia condotta «un’indagine imparziale». Tre degli aggressori sono stati individuati e tratti in arresto. Il Patriarcato chiede che siano puniti in modo esemplare «per evitare che simili incidenti si ripetano in futuro».
Attacchi non rari
L’ufficio stampa del Patriarcato non ha potuto confermare se l’aggressione sia in qualche modo riconducibile alle tensioni di queste ultime settimane a Gerusalemme. I motivi degli aggressori non siano noti, mentre è noto che questo genere di incidenti si sono già ripetuti più volte in passato. Abitualmente il Patriarcato armeno non si esprime sull’argomento. Solo in casi molto seri esce dal suo consueto riserbo.
È accaduto nel giugno 2019, dopo un alterco tra i suoi seminaristi e giovani ebrei che li avevano provocati bersagliandoli con sputi e insulti. In quell’occasione il Patriarcato non esitò ad alzare la voce, fornendo una versione dei fatti che confutava i resoconti giornalistici. Colse l’occasione per ribadire che «gli armeni sono persone rispettose della legge e della pace, persone che amano tutti coloro che vivono a Gerusalemme». Si disse anche profondamente colpito da certi atti, e denunciò ogni forma di insegnamento anticristiano in Israele.
Anche i religiosi di altre comunità cristiane, come i francescani e i benedettini che abitano nell’area di Sion, attigua al quartiere armeno della città vecchia, hanno subito negli ultimi anni gesti di odio come sputi, graffiti offensivi o incendi nei loro luoghi di culto.
Anche questa è Gerusalemme.