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Un altro governo Netanyahu? La porta è stretta

Giuseppe Caffulli
9 aprile 2021
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Un altro governo Netanyahu? La porta è stretta
Sostenitori del premier israeliano Benjamin Netanyahu manifestano all'esterno del tribunale di Gerusalemme dove l'uomo politico è sotto processo il 5 aprile 2021. (foto Olivier Fitoussi/Flash90)

In Israele il primo ministro uscente prova a mettere insieme una coalizione di destra che sostenga un nuovo governo con lui al timone. Le possibilità di successo sono scarse. Lo stesso capo dello Stato, Reuven Rivlin, si mostra scettico.


Senza troppo entusiasmo, alla fine il presidente Reuven Rivlin ha affidato l’incarico di formare il prossimo governo al premier uscente Benyamin Netanyahu, nonostante sia sotto processo per corruzione, frode e abuso di potere a Gerusalemme. La ragione, ha precisato Rivlin il 6 aprile, è presto detta: «Un primo ministro incriminato, secondo la legge, può continuare a servire nella sua carica. E non spetta certo al presidente di Israele sostituirsi al legislatore o al potere giudiziario».

Netanyahu, che ha ricevuto il maggior numero di consensi ed è stato indicato dai leader dei partiti di destra come il candidato premier, ha – da oggi – 24 giorni di tempo per provare a formare una coalizione che regga. Potrebbe anche ottenere una proroga di due settimane, se ci fosse qualche spiraglio concreto. La missione è chiara: impedire che si formi un governo di centro-sinistra che (addirittura) porti gli arabi nella stanza dei bottoni. Il partito sotto i riflettori è il filo-islamico Ra’am di Mansour Abbas (tra l’altro, in queste ore, ricoverato in ospedale per calcoli renali). Ma ormai anche Naftali Bennet, più volte ministro nei governi guidati dal Likud, è osservato speciale: al termine di un primo giro di consultazioni, gli uffici stampa hanno diramato una nota in cui si parla di «incontro positivo», in attesa di un secondo round. Ma fonti vicine al partito Yamina lasciano trapelare l’intenzione di Bennett di formare una coalizione con il blocco di partiti che si oppongono a Netanyahu. Solo tattica?

Bennett, secondo quanto sostengono alcuni analisti, non sarebbe convinto della reale possibilità di un nuovo gabinetto Netanyahu. Essendo Yamina un partito tutt’altro che di sinistra, resta da risolvere comunque la questione del sostegno delle formazioni arabe alla colazione di governo anti Netanyahu. Insomma, il quadro resta piuttosto fluido e non si vede ancora come si possa arrivare a formare un governo stabile. Anche le dichiarazioni del presidente Rivlin lasciano intendere la delicatezza della situazione: «I risultati delle consultazioni – ha aggiunto – mi inducono a credere che nessun candidato abbia una reale possibilità di formare un governo che abbia la fiducia della Knesset».

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