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Tragedia del Monte Meron, il cordoglio dei cattolici

Terrasanta.net
30 aprile 2021
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Tragedia del Monte Meron, il cordoglio dei cattolici
Un cappello perso durante la mortale calca che si è creata durante il pellegrinaggio di Lag Ba'Omer il 30 aprile 2021. (foto David Cohen/Flash90)

Sono decine le persone che hanno perso la vita la notte scorsa durante un grande pellegrinaggio di ebrei ultraortodossi nel nord di Israele per la festa di Lag Ba’Omer. Il cordoglio e la preghiera dei cattolici di Terra Santa.


(c.l./g.s.) – Anche l’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa – organo che riunisce i capi delle comunità cattoliche di ogni rito – questa mattina ha espresso «le sue condoglianze al presidente di Israele, Reuven Rivlin» per la tragedia avvenuta la notte scorsa nel nord del Paese. Il bilancio ancora provvisorio delle vittime nel primo pomeriggio parla di 45 persone che hanno perso la vita travolte dalla calca durante un pellegrinaggio di ebrei ortodossi al Monte Meron. Sia tra le vittime sia tra gli almeno 150 feriti – molti dei quali in condizioni critiche – si contano purtroppo anche dei bambini. I leader religiosi cattolici, nel loro comunicato diffuso in lingua ebraica, si uniscono al cordoglio delle famiglie coinvolte e «assicurano le loro preghiere per la guarigione delle decine di persone rimaste ferite nell’incidente».

30 aprile 2021. Resti della calca di Lag BaOmer presso il Monte Meron, nel nord di Israele

I soccorritori israeliani sulla scena della tragedia consumatasi la notte del 30 aprile durante il pellegrinaggio di Lag Ba’Omer al Monte Meron (foto David Cohen/Flash90)

Ogni anno – ad eccezione del 2020 a causa della pandemia di Covid-19 – in occasione della festa ebraica di Lag Ba’Omer (che cade tra aprile e maggio del calendario gregoriano adottato in Occidente), si svolge un grande pellegrinaggio al Monte Meron, situato vicino alla città di Safed, nell’estremo nord della Galilea. Meta principale è la sepoltura del rabbino Shimon Bar Yochai, un talmudista del II secolo a cui la tradizione attribuisce la scrittura dello Zohar («Libro dello Splendore»), opera fondamentale di esegesi esoterica della Torah.

I festeggiamenti di Lag Ba’Omer prevedono visite alla tomba del rabbino, una notte di preghiere, canti, balli, barbecue, grandi falò e grida di gioia. La festa celebra anche l’anniversario della fine di un’epidemia mortale che quasi 2.000 anni fa si era diffusa tra gli studenti della scuola talmudica di Rabbi Akiva (I e II secolo d.C.), uno dei fondatori del giudaismo rabbinico.

Uno dei peggiori disastri in Israele

L’appuntamento di quest’anno è il più grande evento pubblico autorizzato dalle autorità dello Stato di Israele in seguito alla campagna vaccinale di massa contro il coronavirus. Da occasione di festa, il grande raduno di ultraortodossi si è mutato in tragedia alle prime ore notturne di questo venerdì 30 aprile. I media israeliani parlano di «una delle peggiori tragedie non belliche nella storia israeliana, pari al bilancio delle vittime dell’incendio del Monte Carmelo del 2010». Così il quotidiano The Times of Israel.

Le circostanze esatte che hanno portato all’esplosione di panico e al conseguente tentativo di fuga precipitosa della folla non sono ancora chiare. Inizialmente i soccorritori hanno ipotizzato un crollo delle gradinate montate per l’evento, con un fatale «effetto domino» tra coloro che cercavano scampo.

Molte più persone del previsto

Quest’anno le autorità avevano consentito la presenza di 10mila persone nel complesso che racchiude la sepoltura del rabbino Shimon Bar Yochai, ma, secondo gli organizzatori, per giungere sul posto sono stati noleggiati oltre 650 pullman in tutto il Paese, vale a dire almeno 30mila persone. La stampa locale riferisce che i presenti erano 100mila e che altrettanti erano attesi per la mattinata odierna. Nel 2019, un anno prima della pandemia, gli organizzatori hanno stimato che 250mila pellegrini avevano visitato il sito. Dieci anni prima si parlò addirittura di mezzo milione di persone. Nel corso della mattinata i media israeliani hanno cominciato a riferire che negli anni scorsi erano già stati sollevati allarmi sui rischi derivanti dal confluire di masse così poderose in spazi inadeguati ad accoglierle in sicurezza. Col passare delle ore vengono anche diffuse le generalità delle vittime, in gran parte giovani e giovanissime.

Pellegrini Lag BaOmer

Un popolo di ebrei ultraortodossi celebra la festività di Lag Ba’Omer al Monte Meron la sera del 29 aprile 2021 (foto David Cohen/Flash90)

Zaki Heller, portavoce di Magen David Adom, l’equivalente israeliano della Croce Rossa, ha detto che «dozzine di persone sono rimaste intrappolate tra le lamiere delle gradinate e ci è voluto tempo per evacuarle». Si tratta di un «enorme disastro», ha twittato durante la notte il primo ministro Benjamin Netanyahu, invitando tutti a «pregare per i feriti». Recatosi sul luogo della tragedia nel corso della mattinata, il premier ha proclamato per domenica 2 maggio un giorno di lutto nazionale.

Secondo il quotidiano The Jerusalem Post, molti dei morti e dei feriti provenivano dalla setta chassidica Toldot Aharon Hasidic, con sede principalmente nel quartiere di Mea Shearim, a Gerusalemme. Questi haredi – letteralmente «timorati di Dio» –, sono contrari al sionismo e vivono in uno spirito di fortissima coesione dove tutto è regolato, anche i tempi di svago.

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