(c.l./c.l.) Due iscrizioni in greco di recente rinvenute in Israele ci parlano del cristianesimo dei primi secoli. Nel villaggio di Taibe, nella valle di Jezreel, non lontano da Nazaret, è stata scoperta la prima chiesa locale, come riferisce l’Autorità israeliana delle antichità (Aia) che data l’edificio intorno alla fine del V secolo. Presso la chiesa è stata rinvenuta una pietra che costituiva l’architrave di uno degli ingressi della chiesa stessa recante un’iscrizione.
Leah Di Segni, massima esperta in Israele di epigrafia greca antica, ha interpretato il testo, che recita: «Cristo nato da Maria. Quest’opera del molto pio e molto credente vescovo [Teodosio] e del misero T[ommaso] è stata costruita a partire dalle fondamenta –. Chiunque entri deve pregare per loro». Secondo la professoressa Di Segni, la formula «Cristo nato da Maria» era destinata a proteggere chi leggeva l’iscrizione ed era comunemente usata come intestazione nei documenti dell’epoca. Le parole sono un saluto rivolto a coloro che entrano e una benedizione. Questo fa ritenere che l’edificio non fosse un monastero, ma una chiesa, con maggiore transito di fedeli. In epoca successiva l’architrave con l’iscrizione fu riutilizzato per una nuova costruzione bizantina o dell’inizio dell’epoca islamica.
Il fondatore della chiesa, il vescovo Teodosio citato nell’iscrizione, era un’importante figura religiosa di Scitopoli (oggi Beit Shean), diocesi dipendente dal patriarcato di Gerusalemme.
In un cimitero del Neghev
Una pietra piccola, piatta, rotonda, di circa 25 centimetri di diametro, che è stata rinvenuta nel sud di Israele, durante i lavori di manutenzione dei sentieri nel Parco nazionale di Nizzana, nel Neghev, vicino al confine egiziano. Risale alla fine del VI o all’inizio del VII secolo d.C., secondo quanto ha dichiarato all’inizio di gennaio l’Autorità israeliana per le antichità.
Pare sia stata usata come pietra tombale in uno degli antichi cimiteri che circondano la città e lo si evince dall’iscrizione che fa riferimento a una donna, la «beata Maria, che ha vissuto una vita immacolata». Viene indicata anche la data di morte della donna, un 9 febbraio di circa 1.400 anni fa, durante un periodo di grande prosperità per la città.
Nizzana, crocevia bizantino
Ritrovamenti come questo aiutano a conoscere meglio antichi centri come Nizzana, molti aspetti ancora poco conosciuti. La città, fondata nel III secolo a.C. come città di scalo su un’importante rotta commerciale, era la più occidentale delle città nabatee del Neghev, situata all’incrocio delle rotte fra Petra e Gaza e fra Gerusalemme e l’Egitto. Favoriva gli scambi e il commercio sulla via delle spezie e dell’incenso. Il luogo fu abitato in modo intermittente per circa 1.300 anni fino a quando venne abbandonato nel X secolo d.C. e il suo nome fu allora dimenticato.
Gli scavi archeologici condotti nel sito negli anni Trenta avevano portato alla luce documenti su papiro e così il nome «Nessana» fu riscoperto. Il ritrovamento della lapide funeraria intitolata alla defunta Maria, si aggiunge alla scoperta di altre pietre dello stesso periodo che commemorano cristiani sepolti nelle chiese e nei cimiteri intorno alla città, pietre scoperte durante gli scavi effettuati, fra gli altri, dall’Università Ben Gurion del Neghev.
Secondo Tali Erickson-Gini dell’Aia, Nizzana è considerevole perché è un sito chiave per la ricerca sulla transizione dal periodo bizantino al primo periodo islamico. «Durante il V e il VI secolo d.C., Nizzana fungeva da centro per i villaggi e gli insediamenti circostanti», dice l’archeologa. Tra le altre cose, esisteva una fortezza militare, circondata da un muro con cinque torri quadrate, alcune chiese, un monastero e un caravanserraglio per accogliere i pellegrini cristiani diretti al monastero di Santa Caterina nel Sinai.