Da ieri, primo febbraio 2021, il Movimento dei Focolari ha una presidente palestinese con cittadinanza israeliana: è Margaret Karram, nata a Haifa nel 1962. L’elezione da parte dell’assemblea generale dell’Opera di Maria – è questa la denominazione ufficiale del movimento – è avvenuta il 31 gennaio, con il voto di due terzi dei delegati, ed è stata approvata dalla Santa Sede nel giro di un giorno.
La neopresidente parla arabo, ebraico, inglese e italiano. Laureata in Ebraismo all’Università ebraica di Los Angeles (Usa), ha ricoperto vari incarichi di responsabilità per i Focolari a Los Angeles e a Gerusalemme. Nella sua terra natale ha collaborato con diversi organismi per la promozione del dialogo interreligioso tra ebrei, cristiani e musulmani, come la Commissione episcopale per il dialogo interreligioso dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa e il Consiglio di coordinamento interreligioso in Israele (Icci).
Promotrice di dialogo
Nel 2013 è stata insignita del Premio Mount Zion per la riconciliazione, attribuitole insieme alla studiosa e ricercatrice ebrea Yisca Harani. Nel 2016 ha ricevuto il Premio internazionale Santa Rita per aver favorito il dialogo tra cristiani, ebrei, musulmani, israeliani e palestinesi, partendo dalla quotidianità della vita vissuta. Impegno che nasce dalla spiritualità dell’unità, tipica dei focolarini, e trova espressione anche a Gerusalemme e in altre aree del Medio Oriente.
Prima di trasferirsi a Rocca di Papa (Roma) presso il centro internazionale del Focolare, Margaret Karram ha lavorato per 14 anni al consolato generale d’Italia a Gerusalemme. Nel governo centrale del Movimento è, dal 2014, consigliera per l’Italia e l’Albania e corresponsabile per il dialogo tra movimenti ecclesiali e nuove comunità cattoliche.
La gioia dei focolarini in Terra Santa
Abbiamo raggiunto a Gerusalemme Claudio Maina, uno dei focolarini che vivono in Terra Santa, per chiedergli un commento. Gli abbiamo chiesto anzitutto se l’elezione sia stata una sorpresa. Risponde: «I più vicini sapevano che Margaret Karram era una candidata alla presidenza del Movimento. Ugualmente, è stato un momento di grande commozione apprendere che l’Assemblea si era orientata a grande maggioranza su di lei. C’è grande gioia, anche al di fuori del Movimento. Stiamo ricevendo le felicitazioni di tanti».
«La nostra gioia profonda – prosegue Claudio – nasce dal constatare che lo spirito di Chiara Lubich ha messo radici anche qui, tanto da esprimere un frutto che tutta la famiglia del Focolare nel mondo può oggi riconoscere come guida. Sicuramente, la scelta di Margaret ci è di sprone nell’impegno a testimoniare il carisma dell’unità per il bene della Chiesa e della società in cui viviamo. Chissà, forse si apriranno porte, possibilità di una maggiore incidenza, nuove vie di dialogo… Vedremo!»
Margaret, ci spiega Maina, non è l’unica della sua famiglia toccata dal messaggio della Lubich: «I Karram sono stati tra le prime famiglie ad accogliere lo spirito del Focolare in Terra Santa. A Haifa, fin dagli anni Settanta, la loro casa è stata il punto di riferimento della comunità nascente. Ora i genitori non ci sono più. I fratelli hanno intrapreso strade differenti: Anna Maria, molto impegnata nel Movimento, è direttrice di una scuola cattolica di Haifa; Eliana ha scelto la vita religiosa ed è attualmente superiora generale delle Suore Carmelitane di Santa Teresa di Firenze; il fratello Tony è un medico affermato, primario nell’ospedale Rambam a Haifa».
Le felicitazioni dei francescani
Tra i vari messaggi di rallegramento fatti pervenire a Margaret Karram c’è anche una lettera del Custode di Terra Santa, frate Francesco Patton. Nel passaggio centrale della breve missiva, Patton – che è trentino come la Lubich – scrive alla presidente: «Il Signore illumini la Sua mente ed il Suo cuore, perché possa sempre ascoltare la voce dello Spirito, e la sostenga nello svolgimento del Suo mandato, per il quale Le assicuriamo il ricordo nella preghiera, qui in Terra Santa, che è la terra di Gesù, Maria e Giuseppe, la terra degli Apostoli e anche la Sua terra».
Riconfermato il co-presidente
La nuova presidente succede a Maria Voce, che assunse la guida dell’Opera di Maria nel 2008, dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. Resterà in carica per i prossimi sei anni e sarà affiancata da un co-presidente sacerdote. Il primo febbraio è stato confermato in questo ministero il co-presidente uscente Jesús Morán (64enne, spagnolo).
Gli statuti dell’Opera di Maria prevedono che la presidenza spetti sempre a una donna scelta tra le focolarine (consacrate, con voti perpetui). Ad eleggerla è l’assemblea generale, organo di indirizzo del Movimento che si riunisce ogni sei anni. L’appuntamento in corso era previsto per il settembre 2020, ma è stato rinviato al 2021 per via della pandemia di Covid-19. Si sperava in tempi migliori, che consentissero di riunire i delegati in presenza, ma si è dovuto ripiegare su un’assise virtuale. I lavori online sono iniziati il 24 gennaio e si concluderanno il 7 febbraio. È la terza assemblea generale convocata dopo la morte della Lubich e vi prendono parte 359 delegati di varie appartenenze geografiche, culturali e religiose presenti nel Movimento.
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Ultimo aggiornamento: 05/02/2021 12:02