Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Monaci in armi, i cavalieri di Terra Santa

Terrasanta.net
18 gennaio 2021
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Monaci in armi, i cavalieri di Terra Santa

Tracciandone un ordinato e sintetico profilo, Giuseppe Ligato esamina la vicenda degli ordini cavallereschi in Terra Santa: templari, ospitalieri e teutonici. Le loro origini, la fisionomia, la disciplina, le contraddizioni interne, le rocche e i castelli. Fino alla svolta del 1291.


Abbiamo tra le mani un sintetico saggio storico – corredato da una generosa bibliografia – firmato da un appassionato studioso dell’epopea crociata. Nel suo Le armate di Dio
Templari, ospitalieri e teutonici in Terra Santa (Salerno editrice), Giuseppe Ligato ci propone un ordinato profilo dei tre ordini cavallereschi. Basta scorrere l’indice per apprezzare l’approccio metodico, che prende in esame tutti gli aspetti fondamentali della questione: le origini e l’ambiguità di un’esperienza che fu monastica e cavalleresca a un tempo; la mentalità e l’ideologia, la disciplina, le sedi e i castelli, le norme interne e via dicendo.

Non possiamo qui passare in rassegna, ovviamente, tutto il volume. Ci limitiamo a qualche breve incursione nella prima parte, che delinea la fisionomia degli ordini cavallereschi.

Questo esperimento inedito nasce, naturalmente, in epoca crociata e combina la vita monastica, modo reclusa e inerme, con quella cavalleresca, armata e violenta quanto immersa nelle contraddizioni mondane.

A dare fondamento ideologico a queste nuove esperienze contribuisce una personalità cruciale nel monachesimo d’Occidente: san Bernardo di Clairvaux (o Chiaravalle).

«Per portare questa novità oltre la crisi provocata dal suo carattere ibrido che contaminava la quiete del chiostro con la violenza della guerra – scrive Ligato –, san Bernardo legò il superamento della cavalleria sporcata dai peccati (vanità, ambizione, effimera gloria terrena, istinti furiosi e irrazionali) all’alternativa templare in grado di trasformare l’omicidio in “malicidio”, neutralizzando i pagani che in nessun altro modo si sarebbero potuti fermare» (p. 15). Il concetto di malicidio, dunque, è un indirizzare la violenza e le turbolenze tipiche del temperamento cavalleresco verso il nemico comune; è assoggettare gli impulsi meno nobili dei cavalieri a una causa considerata «santa». Additando il modello evangelico di Gesù che, con impeto, scaccia i mercanti dal tempio, Bernardo considera il ricorso alla violenza non solo legittimo, ma anche meritorio e doveroso.

Il testo di Ligato analizza i punti in comune e le differenze fra i tre ordini cavallereschi, sottolineando un dato fondamentale: gli impegni di povertà, castità e obbedienza erano comuni a templari, teutonici e ospitalieri e rafforzavano la dedizione alla causa. Anche per questo gli ordini militari «davano maggiori garanzie di difendere la Terra Santa con una presenza costante, a differenza degli altri volontari, le cui partenze, a crociata terminata, svuotavano di difensori città e castelli» (p. 17)

La curia pontificia era il riferimento degli ordini cavallereschi; li legittimava e garantiva loro privilegi (anche economici) ed autonomie rispetto a sovrani, clero locale e vescovi. Ma neppure il papato poté esercitare sui tre ordini equestri un potere assoluto.

Come è noto, nel 1291 la caduta in mani musulmane di San Giovanni d’Acri, ultimo baluardo crociato in Terra Santa, segnò un punto di non ritorno anche nella storia dei tre ordini protagonisti di queste pagine. «Un Ordine mirante solo alla sempre più utopistica della Terra Santa – osserva l’Autore – non avrebbe avuto futuro, e infatti ospitalieri e teutonici sopravvissero grazie al cambiamento dei propri obiettivi: i primi concentrandosi sulla difesa navale del Mediterraneo, contro le potenze islamiche e la pirateria araba risorta dopo la fine del dominio crociato sul mare; i secondi dedicandosi al teatro dell’Europa orientale, nuova terra di missione e colonizzazione. Gli ospitalieri, inoltre, seppero concentrare progressivamente le proprie attività sull’assistenza ai bisognosi». Incapaci di «reinventarsi», i templari andarono invece incontro alla loro fine, decretata dal re di Francia Filippo il Bello all’inizio del Quattordicesimo secolo. (g.s.)


 

Giuseppe Ligato
Le armate di Dio
Templari, ospitalieri e teutonici in Terra Santa
Salerno editrice, 2020
pp. 160 – 14,00 euro

 

Spiritualità della bellezza
Anna Peiretti

Spiritualità della bellezza

Viaggio nella divina arte delle icone
Risvegliare la speranza e aprire al futuro
Mara Borsi, Giordana Cavicchi

Risvegliare la speranza e aprire al futuro

Elementi di pedagogia e didattica della religione cattolica
Il Cantico delle creature
Francesco D'Assisi

Il Cantico delle creature