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Non un ottimo Cv, ma un «sì» libero

frate Francesco Ielpo ofm
18 novembre 2020
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Non un ottimo Cv, ma un «sì» libero
Gerard Seghers, Il rinnegamento di Pietro, (particolare) 1620-1625, North Carolina Museum of Art, Releigh (Usa)

Pietro apostolo fa esperienze continue della propria fragilità e finitudine, ma non smette mai di desiderare di stare vicino a Gesù. Diventa papa perché, alla domanda «Mi ami tu?», risponde convinto «Sì».


Se c’è un discepolo cui sono particolarmente affezionato, con il quale sento una particolare familiarità, è sicuramente l’apostolo Pietro. Per diverse ragioni.

Innanzitutto, perché Pietro è l’uomo dell’istante dopo. Nei pressi di Cesarea di Filippo Gesù domanda ai suoi discepoli: «La gente chi dice che io sia?». Dopo aver ascoltato le diverse opinioni, incalza: «E voi chi dite che io sia?». Pietro, immediatamente, di scatto risponde «Tu sei il Cristo di Dio» e si sente elogiare perché la risposta è corretta e proviene direttamente dallo Spirito. Ma, l’istante dopo, quando si oppone all’idea che Gesù sia diretto verso Gerusalemme dove subirà la passione e verrà ucciso, immediatamente si sente rimproverare dal Maestro e addirittura chiamare «satana».

Quando sul far del mattino, con il vento contrario e le onde alte, nel mezzo del lago di Galilea, Pietro vede arrivare Gesù camminando sulle acque, dopo che il Signore gli comanda di scendere e andare verso di lui, Pietro stesso camminerà sulle acque. Ma, l’istante dopo, distogliendo lo sguardo da Gesù miseramente affonderà.

Durante l’ultima cena, dopo che Gesù ha annunciato il tradimento di un discepolo, Pietro promette solennemente di esser disposto a dare la vita per il Maestro. Ma, qualche ora passata, davanti alle serve del sommo Sacerdote per ben tre volte rinnegherà il Cristo.

L’apostolo fa esperienza di cose grandi e, l’istante dopo, della sua fragilità e finitudine.

Pietro è anche l’uomo del desiderio, di un desiderio grande di vivere pienamente. Nell’episodio già citato del lago di Tiberiade, vedendo Gesù domanda di camminare anch’egli sulle acque. L’apostolo desidera fare quello che fa Gesù, con uno slancio quasi incosciente, che non calcola, come un fanciullo che non ha paura di nulla perché si sente amato.

Sul monte Tabor, nell’incredibile esperienza della Trasfigurazione di Gesù, Pietro, di fronte alla bellezza suprema, desidera rimanere lì per sempre: «Facciamo tre tende». Brama intensamente la «visione beatifica», «il Cielo sulla terra», la contemplazione del Cristo glorioso. Non può più accontentarsi di nulla di meno che questo.

Anche dopo la risurrezione di Gesù, quando è ritornato a fare il pescatore, dopo una notte di lavoro che non ha prodotto nulla e dopo l’inaspettato prodigio della pesca miracolosa, Pietro si tuffa in mare per raggiungere la riva a nuoto, verso quell’uomo misterioso, ma riconosciuto come il Risorto.

Pietro non smette, nonostante il suo rinnegamento, di desiderare di stare vicino al Signore, di ascoltare la Sua parola, di godere della Sua vicinanza. Pietro, nonostante il suo limite e la sua fragilità, non smette di desiderare, di volere fortemente una vita libera, bella, vera e giusta. Infine Pietro, così desideroso e così fragile, così entusiasta e così misero, è l’uomo scelto per pascere il gregge di Gesù.

Dopo la pesca miracolosa Gesù lo prende in disparte e, per la prima volta dopo il rinnegamento e la risurrezione, gli parla in privato. Probabilmente Pietro si aspettava un rimprovero, un richiamo alla sua incapacità a tenere fede alla parola data, agli impegni presi, alle promesse fatte. Invece niente di tutto questo. Per tre volte Gesù non fa altro che sollecitare l’amore di Pietro: «Mi ami tu?». Nessun giudizio, nessun biasimo da parte del Maestro, ma solo quell’unica domanda, spiazzante, che non guarda alle sue capacità, alla sua coerenza, alla sua fedeltà, ma che chiede solo il suo amore. È la risposta affermativa a questa domanda che permette a Pietro di diventare papa. Non un’abilità particolare, non un curriculum impeccabile, ma solo il «sì», qui ed ora, all’unica domanda che Gesù gli pone: «Mi ami tu?».

Il fatto sconvolgente, e incredibilmente consolante, è che Gesù non chiede se Pietro lo amerà anche domani, dopodomani e per i giorni a venire. Non chiede nessuna garanzia per il futuro. Perché ogni giorno gli rivolgerà la stessa domanda e ogni giorno dovrà liberamente rispondere il suo «sì».

Narra la leggenda che all’apostolo Pietro in fuga da Roma per scampare alla persecuzione di Nerone, sia apparso sulla via Appia Gesù con la Croce. Alla domanda di Pietro «Quo vadis, Domine?», Gesù avrebbe risposto: «A Roma, per essere di nuovo crocifisso». L’apostolo viene riposto di fronte alla stessa identica domanda: «Mi ami tu, fino alla croce?».

Il «sì» di Pietro si tradurrà nel ritornare a Roma, nel subire il martirio donando la vita per Cristo come promesso nell’ultima cena.

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