«La maggior parte delle mostre dei musei di tutto il mondo è rivolta agli adulti. Il nostro è un tentativo di rendere la cultura, l’arte e i temi cui teniamo maggiormente accessibili a tutte le età». Parte da qui, nel corso della nostra telefonata, Hana Irshaid, responsabile del programma educativo del Museo Palestinese (The Palestinian Museum). Connotato da un’architettura dalle linee essenziali e integrato con il paesaggio e i giardini intorno, il museo è stato inaugurato nel 2016 a Birzeit, pochi chilometri a nord di Ramallah, ed è incentrato sui temi della storia, cultura e società palestinese.
A fine ottobre, in una delle gallerie, ha aperto – per la prima volta – uno spazio educativo interattivo per bambini tra i 4 e i 17 anni d’età e le loro famiglie. Cerca di combinare esplorazione, gioco e lavoro di gruppo e il nome completo recita Colour and words reveal the world: Interactive family Space («Il colore e le parole rivelano il mondo: uno Spazio interattivo per famiglie»).
Un esperimento inaugurato in un momento senza dubbio poco felice, come racconta la direttrice del museo Adila Laïdi-Hanieh: «Abbiamo aperto questo spazio in circostanze eccezionali, durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, ben consapevoli del fatto che i bambini e le loro famiglie avrebbero perso l’opportunità di godere di luoghi pubblici che fossero allo stesso tempo divertenti ed educativi. Ci auguriamo di aver contribuito a colmare un vuoto». Il Museo Palestinese attualmente resta infatti aperto al pubblico, ma a causa della pandemia il numero dei visitatori ha avuto un drastico calo rispetto agli anni scorsi. Le visite scolastiche sono invece sospese.
Giochi e installazioni per piccoli artisti
Nato come un’estensione della mostra Printed in Jerusalem. Mustamloun – dedicata all’esplorazione del mondo della stampa a Gerusalemme e in particolare della figura del mustamly (in arabo colui che, in epoca classica, dettava i manoscritti ai copisti e fungeva da intermediario tra gli autori e il pubblico, spesso assumendo il ruolo di censore) – lo Spazio interattivo per le famiglie resterà aperto fino a marzo 2021. «L’idea è quella di replicare poi spazi analoghi nell’ambito delle prossime mostre più importanti», precisa Hana Irshaid.
Tra le sei sezioni interattive in cui è diviso lo spazio si segnalano in particolare Journeys («Viaggi»), nella quale i piccoli visitatori sono invitati a disegnare cartoline che promuovono le città e i villaggi palestinesi che più amano, e An Imagined Exhibition («Una mostra immaginaria»), dove ci si può cimentare nel ridisegnare ed allestire nuovamente l’esposizione.
Le principali attività proposte sono installazioni audio e giochi, mentre i materiali più utilizzati, oltre a stampe e strumenti di stampa, sono inchiostri a base d’acqua. I lavori dei bambini, esposti sulle pareti, diventano parte integrante del nuovo spazio.
Contenuti online in risposta alla pandemia
Chiediamo a Hana Irshaid come sia cambiata la fruizione del museo da parte di bambini e ragazzi nell’attuale fase di emergenza sanitaria. «Dato che, dall’inizio dell’anno, non possiamo più ricevere le comitive scolastiche, abbiamo deciso – in collaborazione con il ministero dell’Istruzione – di girare dei video educativi ispirati a questo spazio interattivo per portare ugualmente i suoi contenuti al nostro pubblico, soprattutto agli studenti (che ora fanno didattica a distanza) e agli educatori, in Palestina e nella diaspora. Pubblichiamo inoltre una serie di racconti per bambini ispirati a questo spazio: una sorta di catalogo della mostra pensato per i più piccoli, con registrazioni audio per i non vedenti disponibili gratuitamente per la consultazione e il download».
I contenuti vengono pubblicati sulle piattaforme con cui lavorano le scuole pubbliche palestinesi, su YouTube e sulle pagine Facebook di diversi istituti.
I progetti per il 2021
Da ultimo, uno sguardo al futuro. È in cantiere la preparazione di una nuova risorsa educativa intitolata «La storia dell’arte palestinese raccontata dagli oggetti» e ispirata alle precedenti esposizioni del Museo. «Lavoreremo con i bambini della Cisgiordania e di Gaza», spiega Irshaid, «per produrre un’opera d’arte che sarà esposta nella mostra Palestinian Shores («Coste palestinesi»), in programma per il 2021».
Nella speranza che anche le scuole possano tornare a frequentare il museo e le sue sale.