Alcuni pellegrini, appena varcata la soglia, sono come sconvolti. Ci sono finalmente: si trovano nel punto esatto della morte e della risurrezione. Nessun altro sito al mondo può vantare, come questo, di essere il luogo della vittoria di Cristo». Sono le parole con cui vengono descritti, in una mostra dedicata al più importante dei Luoghi santi, i sentimenti del pellegrino giunto alla meta. Sentimenti condivisi da tanti fedeli nel corso dei secoli. Ma la basilica della Risurrezione, immersa nell’intricato tessuto urbano della città vecchia di Gerusalemme, per due mesi ha dovuto essere chiusa. A causa del Covid-19, le funzioni liturgiche del tempo di Pasqua, si sono svolte alla presenza soltanto di pochi religiosi che celebravano al chiuso.
A fine maggio la basilica ha finalmente riaperto le porte ai fedeli e ai visitatori, ma ci vorrà tempo prima che i pellegrini di tutto il mondo possano tornare numerosi a visitare il cuore della Terra Santa. Non manca, tuttavia, il desiderio di conoscere come un luogo così straordinario abbia attraversato, in venti secoli, le vicissitudini storiche che hanno segnato Gerusalemme.
«Le sue fondamenta sono sui monti santi», esclama il salmista. Gerusalemme è infatti costruita sulle rocce di una serie di monti e il Santo Sepolcro sorge sul monte Gareb. Sulla roccia è il Calvario; la tomba scavata in una cava di pietre è il sepolcro vuoto. Da queste immagini di rocce prende avvio la mostra, costituita da 14 pannelli. Corredata di testi, foto e ricchi elementi grafici (a destra, un esempio), offre l’opportunità di andare alla scoperta del Santo Sepolcro.
Nei giorni di Pasqua, quando anche in Italia le funzioni con il concorso di popolo erano sospese, nella grande aula della chiesa cinquecentesca di Sant’Angelo a Milano (foto sopra), i pannelli hanno fatto la loro prima apparizione. E coloro che in aprile hanno voluto vivere in chiesa un momento di raccoglimento, hanno potuto anche avvicinarsi idealmente ai luoghi del triduo pasquale.
Il «viaggio» parte dalle origini di Gerusalemme e dalla descrizione del Golgota e delle cave circostanti, luoghi della morte e risurrezione di Gesù. Attraverso le epoche romana, bizantina, islamica e crociata, si svelano le trasformazioni artistiche che hanno modellato la basilica, fino al particolare assetto ecumenico che ha oggi. L’esposizione giunge ai giorni nostri, quando, durante i restauri del 2016, i tecnici che studiavano l’edicola scoprirono i resti del sepolcro intagliato nella pietra. Ma la particolarità della mostra non è solo nella bellezza delle immagini e nei testi che illustrano la complessità storica. Essa parla del Santo Sepolcro oggi, luogo di vita e unità, custodito da diverse comunità religiose, tra cui i francescani, che accolgono i pellegrini.
Come prenotare
La mostra Come pellegrini al Santo Sepolcro è composta da 14 roll-up monofacciali alti poco più di due metri, forniti chiusi, ciascuno nella propria custodia, facilmente apribili e molto leggeri. Per parrocchie e comunità religiose sono previste condizioni particolari.
Per informazioni e prenotazioni: Edizioni Terra Santa – Ufficio Mostre, tel. 02 345 92 679; email: eventi@edizioniterrasanta.it
Eco di Terrasanta 4/2020
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