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Grecia, appello per ricollocare i minori soli

Anna Clementi
7 aprile 2020
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Grecia, appello per ricollocare i minori soli
Un bambino siriano nel campo per migranti e rifugiati di Moria, isola di Lesbo (Ap Photo)

Negli hotspot delle isole greche, che hanno una capacità di seimila posti, vivono oltre 38 mila persone. Tra queste ci sono bambini senza genitori, privi di alimenti e alloggi adeguati, istruzione e cure mediche.


«Ricollocate subito i minori stranieri non accompagnati presenti nelle isole greche dell’Egeo verso gli altri Paesi membri dell’Unione Europea. L’aumento del numero degli arrivi e l’ondata di violenza che ha vissuto Lesbo nell’ultimo mese rende quest’azione quanto mai urgente e necessaria. Comincia così l’appello che 90 ong greche e internazionali, fortemente preoccupate per il deterioramento delle condizioni di vita nei campi profughi avvenuto a marzo, hanno lanciato ai leader della Ue.

Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr) negli hotspot delle isole greche vivono 1.800 minori stranieri non accompagnati, privati dell’accesso ai  diritti fondamentali, come l’acqua, il cibo, l’alloggio, le cure mediche e psicosociali, i servizi di salute mentale e l’istruzione. L’accordo tra Unione Europea e Turchia di marzo 2016 e la concomitante restrizione geografica, che da quattro anni impedisce a chi arriva nelle isole greche di lasciare gli hotspot dell’Egeo durante la richiesta d’asilo, hanno trasformato questi campi in «luoghi di sistematiche e continue violazioni dei diritti umani» dove, come si legge nell’appello, migliaia di persone vivono ammassate «in condizioni disumane».

«Qui è tutto pericoloso»

«Qui è tutto pericoloso, il freddo, il posto dove dormo, le risse. Non mi sento sicuro», racconta all’ong Human Rights Watch, Rashid, 14 anni, partito da solo dall’Afghanistan e arrivato a Moria, nell’isola di Lesbo, nell’agosto 2019. «Dormiamo in cinquanta tutti assieme in un tendone, c’è sempre puzza, è pieno di topi e, quando muoiono, l’odore si diffonde dappertutto».

A Moria e nel cosiddetto Olive Grove (uliveto), il campo informale che si è creato attorno all’hotspot, vivono oltre 20 mila persone, di cui almeno mille ìbambini soli senza genitori, molti dei quali dormono all’addiaccio, condividendo tende e rifugi di fortuna con persone adulte sconosciute, in totale violazione della legislazione greca che prevede l’obbligo di collocare i minori non accompagnati in alloggi adeguati. Queste precarie condizioni di vita, in assenza di diritti, sono fonte di problemi psicologici tra i minori che lamentano insonnia, depressione, ansia e mal di testa. Molte ong presenti a Lesbo riportano che molti bambini costretti a vivere a Moria fanno incubi, hanno paura di uscire dalla propria tenda e che alcuni hanno persino smesso di parlare e di giocare.

Bambini con malattie croniche

Anche l’accesso alle cure mediche viene spesso negato: a gennaio 2020 Medici Senza Frontiere, in un appello rivolto al governo greco per l’evacuazione delle persone dagli hotspot dell’Egeo, aveva denunciato che le autorità elleniche stavano deliberatamente negando ad almeno 140 bambini, tra cui neonati, con malattie croniche e potenzialmente mortali, come problemi di cuore, diabete o asma, la possibilità di ricevere cure mediche adeguate.

La situazione a Samos è altrettanto tragica: nell’hotspot dell’isola, una capacità di 648 posti e 7.500 persone allinterno, vivono 400 minori non accompagnati, molti dei quali dormono in tende e alloggi di fortuna nella «giungla» circostante collocata su una ripida collina, senza acqua, né elettricità e con difficoltà di accesso al cibo e alle strutture igieniche. Nel campo, inoltre, vi è un solo tutore, figura indispensabile per garantire i diritti dei minori e per seguire le pratiche burocratiche come il trasferimento verso la Grecia continentale e il ricongiungimento familiare.

Un importante passo verso i diritti dei minori è avvenuto a dicembre 2019 quando la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha accolto le richieste di quattro organizzazioni (il Consiglio greco per i rifugiati e le italiane Asgi – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, Still I Rise e Medici Senza Frontiere) per cinque minori non accompagnati, riconoscendo come inadatte le condizioni dell’hotspot e ordinando al governo greco il tempestivo trasferimento in un alloggio adeguato, nel rispetto dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta i trattamenti inumani e degradanti.

Tuttavia – conclude l’appello – non è sufficiente trasferire i minori nella Grecia continentale dove si assiste a una continua violazione dei loro diritti, ma è necessario trovare delle soluzioni condivise tra i Paesi europei che diano priorità all’interesse superiore dei minori.

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