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Cisgiordania: Onu e Ue contro le possibili prossime annessioni

Claire Riobé
27 aprile 2020
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Cisgiordania: Onu e Ue contro le possibili prossime annessioni
Palestinesi a Nablus (Cisgiordania), il 26 novembre 2019, manifestano contro Donald Trump, Mike Pompeo e Benjamin Netanyahu. (foto Nasser Ishtayeh/Flash90)

L’accordo di coalizione tra Netanyahu e Gantz prevede che dal primo luglio l’annessione della valle del Giordano e parti della Cisgiordania potrà essere sottoposta a un voto. Le reazioni dell’Onu e dell’Unione Europea.


Solo pochi giorni dopo l’accordo di coalizione siglato tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader del partito Blu e Bianco Benny Gantz, il tema molto controverso dell’annessione del territorio lungo il Giordano in Cisgiordania ritorna sulla scena politica e sembra vicino alla sua realizzazione.

Lo scorso 28 gennaio alla Casa Bianca, il presidente degli Usa Donald Trump, in un discorso trasmesso in diretta su decine di canali televisivi, rendeva pubblico il suo piano di pace per il Medio Oriente (chiamato anche «Accordo del secolo»). Un piano il cui contenuto è stato subito accolto da Israele e respinto dai palestinesi. Tra le misure che sono state annunciate, l’annessione della valle del Giordano e delle le colonie ebraiche in Cisgiordania ha acuito al massimo le tensioni. Tale azione, in violazione del diritto internazionale, non ha impedito sia Netanyahu che a Gantz, nella campagna per le elezioni legislative israeliane, di annunciare il loro massimo sostegno al piano di pace americano.

1 luglio 2020?

Tre mesi più tardi i due uomini si sono messi d’accordo per formare un nuovo governo di emergenza e unità nazionale nel quadro della crisi provocata dal coronavirus. Superate le prime complicazioni di carattere sanitario (il governo ha già annunciato le prime misure di allentamento del confinamento), la questione dell’annessione della Cisgiordania è stata rapidamente rimessa sul tavolo.

Tra le clausole siglate nell’accordo del 20 aprile 2020, quella relativa all’annessione della valle del Giordano e di tutti gli insediamenti potrà essere oggetto di voto a partire dal primo luglio nel governo o alla Knesset. Prima di allora, il governo israeliano deve però ottenere il via libera dal governo statunitense. Sempre secondo i termini dell’accordo, la formazione centrista Blu e Bianco non è autorizzata a fare ostruzionismo in un eventuale voto sulla questione, ma i suoi deputati non sono obbligati a votare a favore dell’annessione.

Reazioni internazionali

Nei giorni seguenti numerose sono state le reazioni all’annuncio. Una delle dichiarazioni più esplicite è venuta dal  ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, che ha messo in guardia il nuovo governo israeliano. «Credo che sia importante – ha dichiarato –, come amici e partner di Israele, essere molto chiari sulla gravità di una tale misura. L’annessione del territorio con la forza è proibita dal diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. (…) È un principio fondamentale nelle relazioni fra gli Stati e lo Stato di diritto nel mondo moderno. Nessuno Stato può ignorare questo principio a suo piacimento».

Da parte sua, l’Unione Europea ha di nuovo espresso, il 23 aprile, la sua opposizione. «L’Unione ribadisce che ogni annessione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale – ha dichiarato il commissario Josep Borrell, cioè il ministro degli Affari esteri della Ue –. Continuerà a seguire molto attentamente la situazione e le sue più ampie ripercussioni e agirà di conseguenza». Sottolineando che la Ue non riconoscerà la sovranità israeliana in Cisgiordania, Borrell ha anche aggiunto che la comunità lavorerà a fianco del nuovo governo israeliano per lottare contro il Covid-19.

Un colpo devastante alla soluzione dei due Stati

Lo stesso giorno ha reagito anche l’Onu attraverso il suo coordinatore speciale per il Medio Oriente, Nikolay Mladenov. Quest’ultimo ha messo in guardia contro un’annessione che costituirebbe un colpo devastante alla soluzione dei due Stati prefigurata dalla comunità internazionale. Mladenov ha aggiunto: «La pericolosa prospettiva di un’annessione da parte di Israele di parti della Cisgiordania occupata è una minaccia crescente. Se la decisione sarà attuata, sarà una grave violazione del diritto internazionale e chiuderà la porta a una ripresa dei negoziati e minaccerebbe gli sforzi per una pace nella regione». Il rappresentante delle Nazioni Unite ha sollecitato i dirigenti israeliani e palestinesi a respingere le iniziative unilaterali «che non faranno che approfondire il fossato tra i due popoli e minare le speranze di pace».

Il 22 aprile il capo della diplomazia americana, Mike Pompeo, si è invece rimesso allo Stato ebraico perché decida in maniera definitiva se annettere o no pezzi della Cisgiordania.


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