Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Un altro tempio giudaico alle porte di Gerusalemme?

Terrasanta.net
6 febbraio 2020
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

Risalirebbe al Decimo secolo avanti Cristo il tempio riportato alla luce dagli archeologi israeliani a Tel Motza, alla periferia di Gerusalemme. Che relazioni aveva questo luogo di culto con il tempio di re Salomone?


(c.l.) – «Ha potuto davvero esistere un altro tempio monumentale nel cuore del regno di Giuda, oltre a quello di Gerusalemme?». È la domanda che si pongono alcuni ricercatori israeliani in un comunicato stampa dell’Università di Tel Aviv commentando, il 3 febbraio scorso, gli esiti dei recenti scavi effettuati a Tel Motza, poco a nord-ovest di Gerusalemme. Il sito archeologico è stato individuato come la biblica città di Motza, nel territorio della tribù di Beniamino, menzionata nel Libro di Giosuè (come Mosa, al capitolo 18 versetto 26).

Le indagini archeologiche, condotte in collaborazione con l’Autorità israeliana per le antichità, sono state dirette da Shua Kisilevitz e dal professor Oded Lipschits dell’Istituto di archeologia dell’Università di Tel Aviv. Le risultanze sono state pubblicate nel numero di gennaio/febbraio 2020 della Biblical Archaeology Review e mettono in luce l’esistenza, all’epoca del Primo tempio (X – VI secolo a.C.), di un altro tempio. Eretto tra la fine del X e l’inizio del IX secolo a.C., sorgerebbe sopra una struttura finora solo parzialmente scoperta e che, per ora, si fa risalire al X secolo a.C.

Secondo lo studio firmato dagli archeologi, il tempio di Motza misurava 18 metri per 13 (senza contare un’ulteriore stanza che potrebbe essere esistita a sud dell’edificio). Le dimensioni dello stabile sarebbero state di un terzo inferiori a quelle del Primo tempio di Gerusalemme, ha spiegato la Kisilevitz al quotidiano The Times of Israel. Parliamo dell’«unico tempio monumentale risalente all’età del ferro e rinvenuto nel cuore del regno di Giuda», spiega il comunicato dell’Università di Tel Aviv.

La pianta del tempio

Scoperto nel 2012, alla vigilia di lavori stradali previsti nella zona, il tempio è stato oggetto di ulteriori scavi a partire dal marzo 2019. Presenta molte similitudini con la descrizione del tempio di Salomone a Gerusalemme (del quale non possediamo alcun resto) che troviamo al capitolo 6 del Primo libro dei Re.

Secondo gli archeologi all’opera a Tel Motza, il tempio scoperto, così come si presenta ai loro occhi, è «conforme alle antiche convenzioni e tradizioni religiose del Vicino Oriente e alle rappresentazioni bibliche dei luoghi di culto nel paese». Il complesso ha un orientamento est-ovest ed è costituito da un cortile e un grande edificio rettangolare. Si basa su una planimetria tipica in Medio Oriente tremila anni fa. Affermatasi in particolare nel nord della Siria si diffuse anche più a sud, a partire dal secondo millennio a.C. Vi si rispecchiano, per esempio, il tempio di Gerusalemme e i templi di Ain Dara e Tell Ta’yinat, in Siria. La pianta è costituita da una lunga stanza, generalmente suddivisa in due parti. L’ambiente più piccolo era il «Santo dei santi» che racchiudeva l’oggetto centrale del culto, spesso una statua. La stanza più grande era collegata a un portico anteriore, fiancheggiato da due colonne all’ingresso.

Oggetti di culto

A Tel Motza sono stati trovati molti oggetti e suppellettili sacri: statuette antropomorfe in ceramica, figurine di cavalli, un piedistallo decorato con una coppia di leoni o sfingi, un altare in pietra per sacrifici, un tavolo in pietra sul quale posizionare le offerte. Un altro elemento rivelatore di attività rituali è una fossa colma di ceneri, resti di ossa animali e frammenti di ceramiche. Il quotidiano Haaretz riferisce che «un’analisi delle ossa rinvenute indica che appartenevano solo ad animali kosher (cioè puri, leciti, come mucche, capre, pecore e cervi) per lo più giovani e con segni di macellazione, il che rafforza la teoria che siano stati offerti in sacrificio. Shuha Kisilevitz osserva che la fossa veniva utilizzata nello stesso modo in cui gli ebrei oggi usano la genizah (un deposito temporaneo per gli esemplari di testi sacri ormai consunti e inutilizzabili).

Il tempio di Salomone non era l’unico?

Simili somiglianze con il tempio di Salomone e una così stretta vicinanza geografica – i due templi distavano soli 6 chilometri – sollevano molte questioni. Soprattutto perché per gli archeologi è chiaro che templi come quello di Motza funzionavano contemporaneamente a quello di Salomone durante l’Età del ferro. Cosa ci faceva un centro di culto parallelo 6 chilometri a nord-ovest di Gerusalemme?

Come fa notare la Kisilevitz a The Times of Israel, «era impossibile poter costruire un tempio così monumentale e importante tanto vicino a Gerusalemme senza l’autorizzazione del potere costituito». Ciò, però, mette in discussione la nostra concezione delle pratiche religiose durante il periodo del Primo Tempio, ammette l’archeologa.

Il testo biblico riferisce di lotte con i luoghi di culto in competizione con il tempio di Gerusalemme. E la Bibbia afferma anche esplicitamente una serie di divieti, stabilendo che gli israeliti rendano culto a Dio solo nel tempio di Gerusalemme.

Il Secondo libro dei Re e il Secondo libro delle Cronache menzionano, a questo proposito, due importanti riforme religiose, che consolidarono la pratica di un unico culto nel Tempio di Salomone a Gerusalemme togliendo di mezzo ogni altra attività cultuale. Parliamo delle riforme del re Ezechia (alla fine dell’VIII secolo a.C.) e di quella, più radicale, del suo pronipote, il re Giosia. Monarca che fece distruggere tutti i luoghi di culto esistenti fuori Gerusalemme alla fine del VII secolo a.C. Resti di templi che presumibilmente furono distrutti per via di queste riforme sono stati trovati a Tel Arad e Tel Be’er Sheva.

Le questioni aperte

Il tempio di Motza, posto nel cuore del Regno di Giuda, faceva parte del sistema amministrativo dello Stato? Se lo chiede Shua Kisilevitz.

Ma altre domande si impongono e rimbalzano sulle pagine web degli «amici francesi dell’Università di Tel Aviv»: chi lo fece erigere? Quali rituali vi si svolgevano? Qual era il rapporto tra la comunità del tempio di Motza e la comunità del tempio di Gerusalemme? I sacerdoti del tempio di Motza a un certo punto hanno riconosciuto la supremazia dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme? Se sì quando ciò è avvenuto? Infine, il tempio di Motza sopravvisse alle riforme religiose di Ezechia e Giosia e continuò ad esistere fino alla distruzione babilonese del regno di Giuda nel 586 a.C.?

Al momento mancano le risposte, ma i ricercatori si aspettano molto dalle due campagne di scavo previste in primavera quest’anno e nel 2021.


Abbonati anche tu alla rivista Terrasanta

il bimestrale fondato dalla Custodia di Terra Santa, a Gerusalemme, nel 1921
68 pagine a colori dense di servizi e approfondimenti su culture, religioni, attualità, archeologia del Medio Oriente e delle terre bibliche.

Da più di 100 anni un punto di riferimento. Ogni due mesi nelle case dei lettori.

Le modalità di abbonamento
Abbecedario della Shoah
Anna Maria Foli

Abbecedario della Shoah

Le parole per capire e non dimenticare
Il Giubileo ad Assisi 2025
Enrico Impalà

Il Giubileo ad Assisi 2025

Guida al pellegrinaggio
Il Giubileo a Roma 2025
Roberta Russo

Il Giubileo a Roma 2025

Guida al pellegrinaggio
Grande storia dei Giubilei
Anna Maria Foli

Grande storia dei Giubilei

Dalle antiche origini ebraiche a oggi