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Coronavirus in Terra Santa, monitorati i santuari

Beatrice Guarrera
26 febbraio 2020
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Coronavirus in Terra Santa, monitorati i santuari
Turisti sudcoreani in attesa di imbarcarsi sul volo di rientro a Seoul, il 24 febbraio all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. (foto Flash90)

Le prime misure adottate dalle autorità civili e dai francescani, nei santuari che gestiscono, per contrastare il diffondersi del Covid-19 tra la popolazione locale e tra i pellegrini.


«Non ci sono al momento cancellazioni di gruppi registrati nel nostro sistema di prenotazione di sante messe e le agenzie locali sono in continuo contatto con il ministro della salute israeliano». Lo comunica il Christian Information Center (Cic), l’ufficio della Custodia di Terra Santa che gestisce le richieste di gran parte dei gruppi cristiani per le celebrazioni nei Luoghi Santi. A seguito del diffondersi del Covid-19, è salita la preoccupazione tra molti pellegrini che avevano pianificato da tempo un pellegrinaggio in Terra Santa. Nonostante i dati del Cic, sembra per esempio che alcuni gruppi di italiani, attesi in una struttura alberghiera di Betlemme, abbiano deciso di rinunciare al viaggio. Al momento, però, Israele non ha previsto restrizioni per chi proviene dall’Italia, a meno che non siano presenti sintomi della malattia.

Sopralluoghi rassicuranti

Ad oggi luoghi turistici e santuari sono monitorati dai ministeri del Turismo di Israele e dell’Autorità Palestinese, che stanno fornendo tutte le informazioni necessarie per una sicura accoglienza dei visitatori.

Dopo la notizia dei pellegrini sudcoreani transitati in Terra Santa e risultati positivi al test per il coronavirus il personale sanitario ha ripercorso tutti i luoghi visitati, per accertare che chiunque sia entrato in contatto con loro non presenti sintomi del Covid-19. Anche nei santuari di Nazaret, Betlemme e Gerusalemme si sono svolti controlli e colloqui con i frati della Custodia di Terra Santa, ma non è stato necessario procedere a chiusure dei luoghi o a procedure particolari.

Attenzione all’igiene

«Nei santuari della Custodia di Terra Santa abbiamo preso misure speciali per la pulizia di calici e pissidi con cui i pellegrini celebrano la messa», spiega fra Aquilino Castillo Álvarez, del convento francescano di Betfage, sul Monte degli Ulivi. «Betfage – spiega il frate di origine spagnola – figurava nell’itinerario dei pellegrini sudcoreani, ma in realtà non sono passati di qui. Molti gruppi inseriscono questo santuario nel programma, ma poi non riescono a venire per la difficoltà logistica a raggiungerci».

I visitatori sudcoreani hanno invece celebrato di sicuro una messa a Beit Sahour, nell’area del Campo dei pastori, presso Betlemme. Per questo, domenica scorsa il ministero del Turismo palestinese ha verificato sul posto che non ci fossero problemi e ha voluto incontrare il responsabile del santuario, che dipende dalla comunità francescana di Santa Caterina, presso la basilica della Natività. «Un medico è venuto a farci visita e ci ha chiesto informazioni – racconta fra Enrique Segovia, guardiano del convento –. Da parte nostra, rimaniamo costantemente informati e abbiamo ricevuto tutte le indicazioni per accogliere nella maniera migliore i pellegrini che continuano a venire».

Anche nella basilica dell’Annunciazione di Nazaret, sono giunti i controlli del ministero israeliano, per ispezionare il luogo in cui è stata celebrata la messa con i pellegrini dell’Estremo Oriente. A rassicurare le autorità, è stato fra Bruno Varriano, guardiano del convento francescano.

Il responsabile del Christian Information Center, fra Tomasz Dubiel, riferisce inoltre di un avviso inviato dal ministero del Turismo israeliano con le ultime decisioni prese in merito alle restrizioni di ingresso nel Paese. Si capirà solo nei prossimi giorni se la paura del Covid-19 o nuove norme governative porteranno un freno all’arrivo di turisti e pellegrini.

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