A meno di ventiquattr’ore dal discorso di presentazione del piano di pace per uscire dal conflitto israelo-palestinese, fatta dal presidente Donald Trump martedì 28 gennaio, i capi delle comunità cattoliche di Terra Santa hanno reso note oggi le loro prime valutazioni.
Le possiamo leggere in un comunicato dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa intitolato Sul piano di pace per la prosperità.
«Il conflitto israelo-palestinese – esordisce la dichiarazione – è stato, per decenni, al centro di molte iniziative di pace e proposte di soluzione. Come abbiamo detto molte volte in passato, riteniamo che nessuna proposta e nessuna prospettiva seria possa essere raggiunta senza l’accordo dei due popoli, israeliano e palestinese. Queste proposte devono basarsi su pari diritti e pari dignità».
Il testo prosegue in questi termini: «Il Piano Peace to Prosperity, presentato ieri, non contiene queste condizioni. Non attribuisce dignità e diritti ai palestinesi. Dev’essere considerato come un’iniziativa unilaterale, poiché sostiene quasi tutte le richieste di una sola parte, quella di Israele, e il suo programma politico. D’altro canto, questo piano non tiene davvero in considerazione le giuste richieste del popolo palestinese riguardo alla sua patria, ai suoi diritti e a una vita dignitosa».
La chiusa è drastica: «Questo piano non fornirà alcuna soluzione, ma piuttosto accrescerà tensioni, violenza e spargimento di sangue. Ci attendiamo che gli accordi precedentemente firmati tra le due parti siano rispettati e migliorati sulla base della completa uguaglianza umana tra i popoli».
In un contributo firmato sul sito abouna.org, pubblicato ad Amman in Giordania, il patriarca latino emerito di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, osserva che «ora l’Europa, Russia inclusa, ha un ruolo da svolgere. È venuto il momento». «Tutti sanno – aggiunge il presule – cosa sia giusto e cosa sia dovuto al popolo palestinese e ad Israele. Le porte della speranza, che sono state chiuse dagli Stati Uniti, dovrebbero essere riaperte da Europa e Russia. Sanno bene cosa fare. Speriamo che avranno davvero il coraggio di lavorare per la salvezza di questa terra e dei suoi due popoli».