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Ibrahim Hanna, un altro sacerdote ucciso in Siria

Terrasanta.net
12 novembre 2019
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Ibrahim Hanna, un altro sacerdote ucciso in Siria

È di ieri l'ultimo attentato omicida contro un sacerdote cattolico in Siria, morto insieme a suo padre che viaggiava in auto con lui. L'assassinio è stato rivendicato dal sedicente Stato islamico.


(g.s.) – Si sono svolti quest’oggi a Qamishli, nel nord-est della Siria, i funerali di padre Ibrahim Hanna (43 anni), il sacerdote cattolico di rito armeno ucciso ieri, 11 novembre, in un attentato nel quale ha perso la vita anche suo padre. Feriti in modo serio anche altri due passeggeri.

Il prete transitava in auto nella zona di Deir ez-Zor, quando la vettura è stata affiancata da due uomini in moto che hanno aperto il fuoco sugli occupanti. Mentre il passeggero più anziano è morto sul colpo, padre Ibrahim è spirato poco dopo, mentre stava raggiungendo l’ospedale. Il parroco era coniugato – com’è consuetudine tra i sacerdoti cattolici dei riti orientali – e lascia la moglie e tre figli adolescenti, un maschio e due femmine.

L’attacco mortale è stato rivendicato dagli uomini del sedicente Stato islamico, ma l’arcivescovo armeno-cattolico di Aleppo, monsignor Boutros Marayati sembra cauto in proposito. In una dichiarazione rilasciata alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), sembra non escludere qualche addentellato con la Turchia. Il presule spiega che i cristiani armeni sentono un particolare legame con Deir ez-Zor, che è uno dei luoghi del genocidio armeno di fine Ottocento/inizi del Novecento. Padre Hanna e la sua comunità si stavano adoperando per il restauro della chiesa dei Martiri e il ripristino di una presenza cristiana viva in città. Prospettiva probabilmente non gradita al governo di Istanbul. In questo angolo di Siria, soggiunge il vescovo, «la situazione è caotica. Vi sono turchi, curdi, americani, russi. Soltanto ieri vi sono state tre esplosioni. I cristiani hanno paura e ad ogni violenza tante famiglie decidono di emigrare». Prima del 2011, quando scoppiarono i disordini, e poi la guerra, in Siria, gli armeno-cattolici in zona erano 5 mila e vi erano 5 chiese, osserva un comunicato di Acs, mentre oggi sono solo 2 mila e con tra chiese sbarrate o danneggiate.

La Chiesa cattolica di rito armeno – riferisce Vatican News – è riconosciuta ufficialmente nel 1742. Oggi conta all’incirca 600 mila fedeli. È una comunità sui iuris, cioè in piena comunione con Roma, pur mantenendo una ampia autonomia. I suoi fedeli sono presenti in Libano, Iran, Iraq, Egitto, Siria, Turchia, Israele, Palestina. Alla guida di questo popolo c’è il patriarca di Cilicia (Beirut) Krikor Bedros XX Ghabroya, 85 anni, in carica dal 2015.

Negli ultimi anni in Siria sono stati uccisi altri due sacerdoti cattolici: il gesuita olandese Frans Van Der Lugt (75 anni) nel 2014 e padre François Mourad (49 anni), nel 2013. Altri religiosi cristiani – tra i quali il gesuita italiano padre Paolo Dall’Oglio, due vescovi ortodossi di Aleppo e due sacerdoti, anch’essi ortodossi – sono stati rapiti o fermati nel 2013, probabilmente da gruppi terroristici. Di loro s’è persa ogni traccia.

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