L’allarme lanciato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) è di quelli seri: l’obesità produrrà 90 milioni di vittime nei prossimi 30 anni e assorbirà oltre il 3 per cento di Prodotto interno lordo delle nazioni occidentali. Oltre la metà della popolazione è in sovrappeso in 34 dei 36 paesi membri dell’Ocse e quasi una persona su quattro si può definire obesa. Il tasso medio di obesità negli adulti è aumentato di tre punti dal 2010 al 2016, raggiungendo il 24 per cento. In Italia significa un accorciamento dell’aspettativa di vita di quasi tre anni; le patologie legate all’obesità rappresentano il 9 per cento della spesa sanitaria, superiore alla media degli altri Paesi dell’area Ue. Il Bel Paese si attesta al quarto posto per obesità infantile.
I costi sociali dell’obesità
Ma il sistema di vita occidentale non miete vittime solo nella vecchia Europa e negli Stati Uniti. Le statistiche dell’Ocse, rese pubbliche qualche giorno fa, prendono in esame anche Israele. E qualche sorpresa non manca. Il rapporto mostra infatti che il 27 per cento degli israeliani è obeso e un terzo dei bambini (il 35 per cento) è in sovrappeso. Per i cittadini israeliani questo eccesso di peso significa un accorciamento dell’aspettativa di vita di 3 anni e 4 mesi. Secondo il rapporto, il 50,9 per cento degli israeliani rischia patologie legate al sovrappeso.
Una popolazione extra-large ha indubbiamente un impatto deleterio sull’economia del proprio Paese. In Israele si stima che i costi medici relativi alle conseguenze dell’eccesso di peso (malattie cardiache in primis) ammontino a circa 39 miliardi di shekel all’anno (10 milioni di euro). Se la patologia colpisca più la componente araba o quella ebraica d’Israele non è dato sapere. Quel che è certo è che lo stile di vita occidentale, con l’eccesso di bibite dolci e gassate, dolci industriali e farine raffinate, mette a rischio la salute di metà dei cittadini dello Stato.
Raz Hagoel, nutrizionista e direttore medico della Raz Medical Weight Loss Clinic, non ha dubbi: «Essere in sovrappeso è oggi la più grande minaccia per il sistema sanitario nazionale. È la malattia del ventunesimo secolo. Come israeliani dobbiamo prepararci, calcolare le spese che il nostro sistema sanitario dovrà sostenere e impegnarci per ridurre le patologie mutando nuovi stili di vita. Credo che oggi sia un obiettivo nazionale».