Attorno alla piazza Maggiore di Bologna si svolge da venerdì 27 a domenica 29 settembre l’undicesima edizione del Festival Francescano. Come ogni anno, sarà gratuita l’offerta di incontri, spettacoli teatrali, laboratori, giochi, presentazioni di libri, reading di poesie, proiezioni cinematografiche e, naturalmente, momenti di preghiera. Gli ospiti spaziano da Samuele Cristicchi all’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, da Agnese Moro a Ivano Dionigi, da Adriana Faranda a Timothy Radcliffe, e molti altri.
L’appuntamento di fine estate del 2019 ha come titolo «Attraverso le parole. Prove di dialogo».
Sono trascorsi otto secoli esatti dal viaggio intrepido in Medio Oriente di Francesco d’Assisi, che pochi anni prima aveva istituito una forma di vita religiosa basata su povertà, carità e fraternità. In Egitto volle incontrare il sultano al-Malik al-Kamil, leader musulmano del campo nemico durante la quinta crociata.
Nell’immediato, il fatto non suscitò grande interesse, anzi: Francesco non convertì il sultano e dall’incontro non uscì martire; solo in seguito se ne apprezzò lo straordinario significato profetico.
Fu però un esempio di come Francesco intendeva il dialogo.
Che cosa racconta quel fatto agli uomini di oggi? La questione fa da filo conduttore al Festival 2019. Nel 1986 san Giovanni Paolo II invitò proprio ad Assisi i rappresentanti delle grandi religioni Quest’anno ad Abu Dhabi papa Francesco ha firmato il Documento sulla Fratellanza umana, uno strumento per superare la diffidenza nei confronti di chi riconosciamo altro da noi e aprirci al dialogo. «È possibile trovare un terreno di dialogo comune nel paradigma dell’ospitalità che è molto presente nella Bibbia e in altri testi sacri – scrivono gli organizzatori del Festival –. A volte, lo straniero risiede in noi stessi, e il dialogo interiore diventa faticoso, inconcludente e influenza negativamente le nostre azioni.
Il dialogo non è fatto per convincere né per convertire – aggiungono –. Non va confuso con la negoziazione o la ricerca di consenso.
Si tratta di un percorso vibrante, impegnativo e anche esistenzialmente rischioso, ma che è scritto proprio all’interno dell’esperienza di fede, nascendo questa dall’incontro con l’Altro che, nella sua misericordia, ci viene a cercare». È questo l’insegnamento di San Francesco, che riusciva a parlare al lupo e alle rondini, al vescovo e al sultano d’Egitto; insomma, parlava la lingua dell’altro.
L’occasione offerta da questo Festival è di non affrontare il tema da un punto di vista teorico, ma realizzando prove di dialogo, non solo su argomenti religiosi, ma creando occasioni di confronto tra generazioni, culture, generi, discipline.
La Terra Santa come spazio fisico e «dimensione» spirituale del tutto particolare stimola all’incontro e al confronto. Anche quest’anno la Fondazione Terra Santa sarà presente al Festival con alcune proposte.
– Sabato 28/9 (ore 10.30). Nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, il municipio della città, ci sarà un incontro con il gesuita Paolo Bizzeti, vescovo in Turchia, e fra Giuseppe Buffon, autore del libro Francesco, l’ospite folle, curato dalle Edizioni Terra Santa. Titolo: «Sotto la tenda del sultano».
– 28/9 (ore 15.00, stessa sede): il direttore della nostra rivista, Giuseppe Caffulli, modera un incontro con i teologi Adnane Mokrani (musulmano) e Brunetto Salvarani (cattolico) sul tema «Dell’umana fratellanza e altri dubbi».
– 28/9 (ore 17.00, stessa sede): la storica dell’arte Rosa Giorgi, autrice di Francesco e il sultano nell’arte (Ed. Terra Santa 2019) racconterà attraverso le immagini l’influenza di quell’incontro attraverso otto secoli di arte («I colori di un incontro, san Francesco e il sultano»).
– 28/9 (ore 18): nel Cortile d’onore di Palazzo d’Accursio, Brunetto Salvarani presenta IIl folle sogno di Neve Shalom Wahat al-Salam (Ed. Terra Santa 2017), un libro che racconta un’esperienza particolarissima e profetica di dialogo tra israeliani e palestinesi che vivono insieme in un villaggio di pace.
– Domenica 29/9 (ore 15.30) in piazza Maggiore, fra Alberto Pari, incaricato della Custodia per il dialogo ecumenico e interreligioso, presenta il Progetto Amen, iniziativa che unisce cristiani, ebrei e musulmani nella condivisione del dialogo con Dio.
Per rendere possibile l’incontro occorre ritornare a usare parole che siano cariche di senso e gravi di responsabilità.
Per il programma completo, visita www.festivalfrancescano.it
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Dio ha rotto il silenzio in Gesù Cristo e continua a dire il suo amore per ciascuno di noi. Per questo in Terra Santa, oltre al testo del Vangelo, è utile avere con sé un diario per annotare le «risonanze» della Parola nella nostra vita.