(c.l./g.s.) – «Duemila anni fa, re Erode (il Grande) era qui e osservava la città di Cesarea crescere sotto i suoi occhi», ha detto il presidente israeliano con un filo di lirismo la sera del 29 maggio scorso. Reuven Rivlin inaugurava ufficialmente il nuovo centro turistico del Parco Nazionale di Cesarea Marittima, il sito costiero a metà strada tra Tel Aviv e Haifa che negli ultimi cinque anni è stato oggetto di un ampio intervento di conservazione e restauro.
L’inaugurazione è avvenuta alla presenza della baronessa Ariane de Rothschild, che rappresentava la Fondazione Edmond de Rothschild. Il nuovo centro, costato 80 milioni di shekel (quasi 20 milioni di euro), è stato costruito – afferma The Times of Israel – attingendo ai fondi di una sovvenzione di 150 milioni di shekel (37 milioni di euro) concessa dalla fondazione filantropica nel quadro della collaborazione con l’Autorità israeliana per le antichità, l’Autorità israeliana per i parchi e la natura e la Società per lo sviluppo di Cesarea.
Il progetto complessivo ha incluso il restauro di un’antica sinagoga e dell’acquedotto oltre alla costruzione di una passeggiata sui bastioni edificati dai Crociati.
Dopo cinque anni di lavori di scavo e restauro, il centro è stato aperto al pubblico lo scorso primo giugno. Sorge sulle rovine ricostruite di quattro sale a volta (di un complesso che ne comprendeva 14) di 7,5 metri di altezza per 5 metri di larghezza e una profondità di 21. Le sale a volta furono originariamente utilizzate come depositi di merci o alloggi per marinai sul molo del porto risalente al I secolo a.C.
Per non snaturare le antiche architetture, «gli archeologi e i curatori hanno dovuto trovare un delicato equilibrio nel ricostruire il sito, così da offrire ai visitatori un vero assaggio della grandezza del luogo», scrive ancora The Times of Israel. Nel corso dei lavori, gli archeologi hanno scoperto che le volte erano già crollate in passato, per essere ricostruite in epoca bizantina.
Faccia a faccia con Erode
L’idea del centro per i visitatori è di concentrarsi sulla storia della costruzione monumentale di Cesarea sotto Erode il Grande e di far luce sulla vita di questo monarca che regnò sulla Giudea dall’anno 37 al 4 a.C. e che è famoso per le sue grandi costruzioni (il secondo Tempio di Gerusalemme e roccaforti come l’Herodion, Masada e Macheronte). Ora i visitatori di Cesarea potranno incontrare faccia a faccia la sua figura audace, complessa e contraddittoria, presentata in modo inedito.
Tutto ciò grazie all’ideazione di Breeze Creative, un’agenzia statunitense specializzata nella progettazione e realizzazione di musei e centri per visitatori. Al cuore della mostra c’è un filmato di 10 minuti sulla figura di re Erode (la sua visione, i suoi intrighi, le sue passioni, la sua crudeltà). Un percorso multimediale conduce poi da una stanza all’altra, spiegando e illustrando la storia della città mediterranea e la sua attività portuale. Su entrambi i lati sono esposti numerosi reperti portati alla luce dagli archeologi nel sito stesso.
Durante i lavori di scavo, sono riemersi tre tesori: un pavimento musivo d’epoca romana risalente al II o III secolo (epoca romana); un mosaico del V secolo (epoca bizantina) recante un’iscrizione greca: «Colui che sa tutto è Osea ed è benedetto»; un gruzzolo di monete d’oro della fine dell’XI secolo e un orecchino di 900 anni fa, riferibili alla conquista della città da parte dei crociati nel 1101.
Cesarea fu costruita in corrispondenza di un porto conosciuto come Torre di Straton nel periodo persiano (tra il 586 a.C. e il 332 a.C.). Il primo imperatore romano Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Giulio Cesare, donò il villaggio della Torre di Straton a Erode nel 29 a. C. come ricompensa per essersi schierato con lui dopo la battaglia navale di Azio (sulla costa occidentale della Grecia). La città ricevette un nuovo nome in onore dell’imperatore.
Cesarea capitale
«È lì – riferisce lo storico ebreo Flavio Giuseppe – che fu fatta costruire una città costruita con una pianta e un’eleganza notevoli. Non solo i palazzi erano sontuosamente costruiti in marmo bianco, ma anche le dimore private erano molto ricercate» (Antichità giudaiche, XV, 13). Un enorme mercato, un ippodromo, un anfiteatro e un teatro vennero ad aggiungere splendore a Cesarea, che era rifornita d’acqua portata sin qui dalle pendici meridionali del Monte Carmelo con un acquedotto. Al culmine del suo sviluppo, la città è stata in grado di ospitare fino a 100 mila abitanti.
Erode, consapevole dello sviluppo degli scambi commerciali tra Roma e l’Oriente, e delle fragilità dei due piccoli porti di Giaffa e Dor, volle rendere la sua città un crocevia commerciale. Cesarea, nuova capitale della Giudea, divenne il primo porto artificiale sul mare realizzato in Medio Oriente e fu uno dei più grandi progetti di ingegneria civile del periodo. Erode fece affondare dei cassoni prefabbricati, che furono riempiti di sabbia dalle onde e si fissarono come cemento sott’acqua per sostenere il molo. «L’estensione di questo molo era di 200 piedi. Un lato serviva a rompere la violenza delle onde: l’altro lato recava un bastione ornato di torri», scrisse Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche, XV, 13).
Nel centro della città, Erode fece erigere un tempio in onore di Augusto. L’edificio, imponente con le sue colonne alte almeno 27 metri, poggiava sulle famose sale a volta, quattro delle quali sono ora utilizzate per il nuovo centro visitatori. «Su una collina di fronte all’entrata del porto c’era il tempio di Cesare – testimonia Flavio Giuseppe nelle sue Guerra giudaica – di straordinaria bellezza e grandezza. Conteneva una colossale statua di Augusto, non meno magnifica della statua di Zeus in Olimpia, di cui era copia. C’era anche una statua di Roma, che uguagliava la bellezza dell’Era ad Argo» (Guerra giudaica, I, 414).
Una memoria di Ponzio Pilato
I primi scavi sulle rovine iniziarono nel 1873, con il Palestinian Exploration Fund. Nel 1961 tra le gradinate del teatro fu rinvenuta da archeologi italiani (guidati da Antonio Frova) una lapide recante un’iscrizione latina che menziona il prefetto della Giudea, Ponzio Pilato, proprio colui che ebbe un ruolo di rilievo nella condanna a morte e crocifissione di Gesù, secondo i racconti evangelici. La lapide – ora conservata al Museo di Israele, a Gerusalemme – è la prima conferma archeologica dell’esistenza storica del governatore romano.
Oggi, Cesarea, che si estende per oltre 120 ettari e include una spiaggia, è il parco nazionale più gettonato di Israele: nel 2018 i visitatori furono 1.006.115, attratti non solo dalle vestigia erodiane o ancora precedenti, ma anche dalle rovine romane, bizantine e crociate. Citato da The Times of Israel, Michael Karsenti, direttore generale della Società per lo sviluppo di Cesarea, ha detto che il sito spera di raddoppiare i visitatori nei prossimi sei anni, per raggiungere la cifra di due milioni entro il 2025.
Gli archeologi stanno attualmente scavando altre quattro sale a volta, ma non è stato ancora deciso quale sarà il loro utilizzo futuro.