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Violenza sulle donne, timide denunce a Gaza

Nello Del Gatto
4 aprile 2019
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Violenza sulle donne, timide denunce a Gaza
Il simbolo che compare nel profilo Twitter della campagna MeTooGaza.

Le donne della Striscia di Gaza cercano di far sentire la loro voce affrontando il tema della violenza, anche sessuale, che sono costrette a subire ogni giorno. Per ora lo fanno anonimamente, via Internet.


Con un account Twitter chiamato @MetooGaza, con riferimento alla campagna mondiale lanciata nel 2017, le donne della Striscia di Gaza cercano di fare sentire la loro voce affrontando il tema della violenza, anche sessuale, che sono costrette a subire ogni giorno.

L’idea, lanciata nei tweet con lo slogan Le donne sostengono le altre donne, è quella di incoraggiarsi reciprocamente a denunciare le violenze subite senza aver vergogna o paura. Le donne della Striscia sono invitate a raccontare le loro storie, con messaggi privati, in modo da proteggere la propria privacy e non essere riconosciute.

Non si sa di preciso chi ci sia dietro l’account Twitter, aperto in marzo. Quasi certamente attivisti, che preferiscono non uscire allo scoperto e non rivelare la loro identità per evitare gli attacchi da parte dell’ala più conservatrice della società che ancora considera le donne quasi come oggetti e colpevolizza le vittime delle violenze invece di proteggerle o spingerle a denunciare.

L’iniziativa ha avuto successo e tanti sono stati i messaggi di supporto e approvazione da parte delle donne che vivono nella striscia di Gaza, ma anche di tante che vivono in altre parti della Palestina. In diversi messaggi è stato confermato il grosso impatto, soprattutto psicologico, che una violenza sessuale può avere su una donna, incidendo negativamente sulla sua fiducia e sulla vita futura. Ma anche la paura e la vergogna di denunciare, per essere poi additata come la vera colpevole. Tra le varie storie rivelate quella di una giovanissima ragazza di Gaza che ha raccontato di essere stata violentata dall’autista del suo scuolabus, quando era ancora poco più che una bambina e non aveva neanche gli strumenti per reagire alle molestie, per difendersi o per denunciare. Subì in silenzio.

La popolazione della Striscia di Gaza, specie la parte più giovane, si trova ogni giorno a dover affrontare problemi d’ogni tipo. Il progressivo deterioramento delle condizioni di vita, la mancanza di lavoro, l’aumento del costo della vita e delle tasse, rende ormai quasi impossibile la sopravvivenza in quella zona del mondo. Una situazione, già di per sé complicata, che è ancora peggiore per le giovani donne, che si trovano anche a dover combattere una mentalità arcaica.

Per quanto non ci siano dati ufficiali sul numero delle donne molestate o violentate in questa area, il numero è sicuramente molto elevato e ancora moltissimi sono i colpevoli che rimangono impuniti.

«Campagne ed iniziative come questa – si legge in un tweet di risposta – possono aiutarci a creare nuova consapevolezza e a modificare pian piano la mentalità della gente. Sono uno sprone per le donne, affinché non abbiano paura e denuncino».

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