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Il presidente Sergio Mattarella al Monte Nebo

Terrasanta.net
11 aprile 2019
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Durante la sua visita ufficiale in Giordania, il presidente della Repubblica Italiana ha fatto tappa al Memoriale di Mosè, sul Monte Nebo, dove è stato accolto dai francescani della Custodia di Terra Santa.


(g.s.) – Nella cornice della sua visita ufficiale in Giordania (dal 9 all’11 aprile) il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella si è recato nel pomeriggio del 10 al Memoriale di Mosè, il santuario sul Monte Nebo in mano ai francescani della Custodia di Terra Santa. A fare gli onori di casa il padre Custode, fra Francesco Patton.

Accompagnato dalla figlia Laura, il presidente è giunto nel santuario che s’affaccia sulla valle del Giordano, a pochi chilometri dalla città di Madaba, intorno alle 17.30. Il corteo di auto si è fermato poco dopo i cancelli d’ingresso. Da lì Mattarella e il seguito hanno percorso a piedi le poche decine di metri che consentono di raggiungere la nuova basilica che racchiude i mosaici e le vestigia d’epoca bizantina. Camminando, fra Patton ha sintetizzato al presidente la storia e il significato di questo santuario, caro a cristiani, ebrei e musulmani perché costruito sul luogo in cui la Bibbia situa la morte e sepoltura del profeta Mosè, al termine del lungo esodo degli israeliti dalla schiavitù d’Egitto alla Terra promessa. Un luogo santo che deve molto al sostegno dell’ambasciata d’Italia in Giordania e al lavoro di archeologi, mosaicisti, maestranze, volontari e frati italiani. Un nome fra tutti: quello del compianto fra Michele Piccirillo (1944-2008) archeologo francescano di fama mondiale che visse e lavorò in questo angolo di Terra Santa, che raccoglie anche le sue spoglie mortali. Fra Eugenio Alliata, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum, e il mosaicista Franco Sciorilli – che collaborò a lungo con Piccirillo – hanno illustrato al presidente Mattarella l’interno della basilica coi suoi magnifici mosaici.

Il capo dello Stato italiano si è poi intrattenuto brevemente in un colloquio privato con il Custode di Terra Santa nel piccolo convento francescano che sorge nel recinto del santuario e ha firmato il libro degli ospiti. Prima del congedo uno scambio di doni: i frati hanno regalato al presidente Mattarella un mosaico che riproduce san Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kamil nell’incontro avvenuto a Damietta (Egitto) nel 1219. L’inquilino del Quirinale ha ricambiato con la riproduzione di un dipinto della Madonna del cucito, spiegando che c’è bisogno di persone che sappiano cucire, in un mondo in cui tanti lavorano a creare fratture e separazione.

Le impronte italiane in Giordania

Durante il suo viaggio in Giordania, Sergio Mattarella ha toccato varie realtà caratterizzate dalla presenza italiana. Prima tappa il grande campo profughi di Za’atari, al confine con la Siria, che raccoglie decine di migliaia di siriani fuggiti dalla guerra (la Cooperazione italiana contribuisce a finanziare l’ospedale del campo e il programma UN Women).

Il presidente e il suo seguito hanno poi visitato lArsenale dell’Incontro, un istituto creato a Madaba dal Sermig di Torino in favore dei minori affetti da handicap. Insieme al personale del centro ha accolto il presidente il fondatore del Sermig, Ernesto Olivero.

Nell’incontro con re Abdallah II, Mattarella ha lodato l’impegno del Regno hascemita per l’accoglienza delle varie ondate di profughi causate dai conflitti mediorientali (prima i palestinesi, poi gli iracheni e i siriani). «Io credo – ha chiosato il capo dello Stato italiano – che la Giordania abbia diritto ad un accrescimento della solidarietà della comunità internazionale, e anche dell’Unione Europea, per l’impegno che sta svolgendo con questo grande valore umanitario».

«Nel 2019 – ha precisato Mattarella – l’Italia manterrà il livello di contributi che ha disposto nell’anno precedente. Sono lieto che la cooperazione italiana abbia, nei giorni scorsi, definito un credito di aiuto di 85 milioni per il bilancio giordano nel settore dell’educazione». Il presidente ha annunciato che altri 2 milioni di euro verranno versati per gli interventi nel campo di Za’atari, in favore di UN Women e del progetto realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel settore della salute mentale.

Il soggiorno del presidente Mattarella in Giordania si conclude oggi. Dopo un colloquio con il primo ministro Omar Razzaz, e prima di rientrare in Italia, un epilogo turistico: la delegazione presidenziale si reca nella magnifica città nabatea di Petra.

Clicca qui per il video del Quirinale sulla visita del presidente Sergio Mattarella al Monte Nebo.

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