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Fratellanza umana, un primo confronto alla Gregoriana

Terrasanta.net
10 aprile 2019
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Fratellanza umana, un primo confronto alla Gregoriana
Da sinistra: il professor Adnane Mokrani, don Valentino Cottini e padre Laurent Basanese.

Negli ambienti accademici cristiani e musulmani si comincia ad approfondire il Documento sulla Fratellanza umana, firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso da Francesco e Ahmed Al-Tayyeb.


A distanza di due mesi dalla storica firma apposta da papa Francesco e da Ahmed Al-Tayyeb, grande imam di Al-Azhar, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune (datato 4 febbraio 2019) è già oggetto di studi accademici. A Roma, l’8 aprile, è stato presentato un gruppo di ricerca di docenti universitari che lavorerà sul tema: Il Documento sulla Fratellanza umana: riflessioni e sviluppi teologici, filosofici e sociali. Sono undici i professori del Centro di studi interreligiosi dell’Università Gregoriana e del Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica (Pisai), che approfondiranno il Documento di Abu Dhabi, che ha segnato un nuovo orizzonte per il dialogo islamo-cristiano. La collaborazione tra queste due istituzioni, già siglata anni fa da un protocollo di intesa, andrà dunque intensificandosi nei prossimi anni.

I primi due contributi al gruppo di lavoro sono stati dati dal teologo musulmano Adnane Mokrani e dal padre gesuita Laurent Basanese, direttore del Centro studi interreligiosi. Moderati da don Valentino Cottini, già preside del Pisai, i due docenti hanno partecipato al forum che ha avuto luogo il 9 aprile alla Gregoriana, presentando le loro riflessioni sul Documento.

Entrambi hanno sottolineato l’assoluta novità di veder firmare insieme un papa e un’importante autorità religiosa musulmana.

Un punto di vista cristiano…

«Il Documento non è rivolto solo a cristiani e musulmani, ma si parla di dialogo tra credenti, non credenti e tutti gli uomini di buona volontà – ha osservato padre Basanese –. È dunque una esortazione rivolta ai religiosi, alle istanze politiche, alle organizzazioni civili e i politici ne faranno ciò che vogliono». Il Documento potrà dare una spinta al cambiamento anche per i Paesi musulmani. In questo senso Basanese ha sottolineato: «Già il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti è passato in Vaticano ad incontrare il Papa, dopo la conferenza di Abu Dhabi, per illustrare ciò che gli Emirati hanno cominciato a cambiare».

… e uno musulmano

Per il professor Adnane Mokrani «questo Documento rappresenta una visione profetica, un progetto che dobbiamo realizzare insieme». Il teologo musulmano ha messo in evidenza nel suo intervento quanto il progetto di cui si parla non sia solamente islamico o solamente cristiano, ma sia propriamente islamo-cristiano. «Questo Documento sottolinea la base teologica comune, i valori fondamentali condivisi, una visione per vivere insieme e per la pace».

In un momento molto difficile, pieno di conflitti e divisioni, il testo del 4 febbraio vuole cercare di cambiare la situazione. «Personalmente non conto molto sui governi, ma sui popoli, sulle persone di fede, sugli attivisti per i diritti umani, sulla gente di cultura e tutte le persone impegnate nel campo sociale e politico per il cambiamento – ha detto Mokrani –. Dunque, su questo terreno si può trovare collaborazione, solidarietà e una missione comune, perché i rischi menzionati nel Documento toccano non solo il mondo cristiano, ma anche musulmano. Sono i rischi del fondamentalismo, della violenza, del nazionalismo, della supremazia bianca o di altri colori. C’è una crisi mondiale che richiede una risposta comune e condivisa».

Secondo lo studioso musulmano, dal Documento  emerge una visione della religione come della coscienza etica mondiale, chiamata a criticare, ma allo stesso tempo ad aprire una finestra di speranza. «Non abbiamo a che fare con un testo idealista, perché vede le cose come sono veramente, senza rinunciare ad offrire un sogno. I giovani hanno bisogno di sognare, hanno diritto al sogno e questo diritto deve essere soddisfatto tramite un impegno interreligioso credibile».

La riflessione continua

Nella sua veste di direttore del Centro di Studi Interreligiosi della Gregoriana, padre Laurent Basanese è uno dei referenti del gruppo di ricerca che studierà il Documento sulla fratellanza umana, insieme con padre Diego Sarriò Cucarella, preside del Pisai. Gli altri sono docenti delle due istituzioni: Valentino Cottini, Lorenzo Maggioni, Adnane Mokrani, Wasim Salman, Amal Hazeen, Andrea Mandonico, Federico Stella, Virgilio Sottana, Jason Welle.

«Ci raduneremo una volta ogni due mesi e a turno un professore svilupperà una tematica a partire dal Documento – ha spiegato padre Basanese –. Gli altri professori reagiranno, ci sarà una discussione e alla fine nel 2021 presenteremo una pubblicazione». Il docente ha auspicato che le iniziative dedicate al Documento non si limitino solo al mondo accademico.

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