(c.l.) – «Devono essere conservati e promossi il carattere specifico multi-religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme / Al Qods Acharif». Lo scrivono papa Francesco e il re del Marocco Mohammed VI in un appello congiunto firmato sabato 30 marzo a Rabat, durante la prima giornata del viaggio papale nel Paese nordafricano.
«Noi riteniamo importante preservare la Città Santa di Gerusalemme / Al Qods Acharif come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo», osservano i due firmatari, i quali auspicano «che nella Città Santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme / Al Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra».
L’appello comune è stato sottoscritto al termine dell’incontro privato tra Francesco e il sovrano. Quest’ultimo presiede il Comitato Al-Quds (come gli arabi chiamano Gerusalemme), creato dall’Organizzazione per la cooperazione islamica, per operare alla preservazione del patrimonio religioso, culturale e urbanistico della Città Santa.
Giordani e palestinesi cercano appoggi
Solo due giorni prima di vedere il Papa, re Mohammed VI aveva incontrato re Abdallah II di Giordania, che è riconosciuto (anche dall’Autorità Palestinese e da Israele – ndr) come custode dei luoghi santi musulmani e cristiani nel cuore di Gerusalemme. I due sovrani avevano emesso un comunicato congiunto nel quale reiterano il loro «totale appoggio al popolo palestinese, per il reintegro dei suoi diritti legittimi e la creazione del suo Stato palestinese indipendente, entro le frontiere del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale». Entrambi riaffermano pure «il loro rifiuto di tutte le misure unilaterali prese da Israele, in quanto forza occupante, per mutare lo status quo giuridico e storico e la situazione democratica» della Città Santa.
Taluni osservatori hanno visto nell’incontro tra i due monarchi la ricerca da parte del re di Giordania di una sponda nel re del Marocco, nella sua veste di presidente del Comitato Al-Quds, per riaffermare la propria autorità morale su Gerusalemme contro ogni tentativo di modifica che potrebbe essere introdotto dall’«accordo del secolo», ossia il piano di pace sul Medio Oriente al quale sta lavorando l’amministrazione Trump per porre fine al conflitto israelo-palestinese, piano che potrebbe minare la tutela giordana sulla Città Santa.
La costante attenzione del Vaticano
La Santa Sede è particolarmente vigile sulla questione dello statuto di Gerusalemme e sui progetti americani. E non è certamente un caso che l’appello comune del Papa e di Mohammad VI giunga in questo momento. Gerusalemme è al cuore di tensioni diplomatiche accresciute dopo la decisione unilaterale di Donald Trump del 6 dicembre 2017 di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi da Tel Aviv l’ambasciata statunitense il 14 maggio 2018. La quasi totalità dei governi continua a ritenere che lo statuto di Gerusalemme debba essere definito con negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. In tal senso il testo firmato sabato scorso a Rabat è indirizzato, in modo appena velato, anzitutto a Israele e Stati Uniti.
La Santa Sede aveva prontamente reagito al cambio di linea della Casa Bianca nell’autunno di due anni fa. In un comunicato del 10 dicembre 2017, aveva ribadito «la sua ben nota posizione circa il singolare carattere della Città Santa e l’imprescindibilità del rispetto dello status quo, in conformità con le deliberazioni della comunità internazionale e le ripetute richieste delle gerarchie delle Chiese e delle comunità cristiane di Terra Santa».
Papa Francesco ripetutamente chiesto la ripresa del dialogo tra i governanti israeliani e palestinesi in vista di una soluzione basata sull’esistenza di due Stati, indipendenti e sovrani. L’ultima volta il 7 gennaio 2019, nel discorso ai diplomatici accreditati in Vaticano in occasione del consueto scambio d’auguri di inizio anno.
Un altro tempio giudaico alle porte di Gerusalemme?
Risalirebbe al Decimo secolo avanti Cristo il tempio riportato alla luce dagli archeologi israeliani a Tel Motza, alla periferia di Gerusalemme. Che relazioni aveva questo luogo di culto con il tempio di re Salomone?
Video – Santo Sepolcro, si mappa il pavimento
A Gerusalemme nei giorni scorsi è iniziata la fase di studio in vista degli interventi previsti nel sottosuolo della basilica del Santo Sepolcro per difendere i muri dagli attacchi dell'umidità.
Video – A Gerusalemme cristiani in preghiera per l’unità
In Terra Santa la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si è svolta dal 25 gennaio al 2 febbraio. Ogni sera, una delle denominazioni cristiane presenti a Gerusalemme ha ospitato e proposto un momento di preghiera comune.
Coronavirus, anche la Terra Santa è in allerta
La soluzione Uno Stato e mezzo + mezzo
Abbiamo sfogliato il «piano del secolo» dell'amministrazione Trump per la Terra Santa. Riassumiamo alcuni dei passaggi salienti e delle «soluzioni» immaginate. Comprensibili le resistenze palestinesi.
Video – In Terra Santa da poveri
Tra i pellegrini che negli ultimi giorni si incrociano per le vie di Gerusalemme c'è un gruppo speciale venuto dalla Francia. Lo compongono persone ferite da qualche forma di fragilità.
Gerusalemme, disco verde per la cabinovia
Lunedì 4 novembre un comitato ministeriale israeliano ha approvato, almeno in parte, il progetto della contestata cabinovia. Manca solo l'ultimo (e scontato) via libera politico. Ma si annunciano ricorsi in tribunale.
Gerusalemme vecchia più accessibile
Il cuore della Terra Santa batte a Gerusalemme, il cui centro storico non è però sempre agevole per i pellegrini e visitatori con difficoltà motorie. Varati interventi pubblici per abbattere – per quanto possibile – le barriere architettoniche.
Contesa palmo a palmo
Video – Gerusalemme in un quaderno
Miyuka Schipfer è una giovane disegnatrice parigina. L'abbiamo incontrata durante un suo recente soggiorno in Terra Santa, intenta a ritrarre persone e luoghi.
Oltraggi ai cristiani a Gerusalemme, il Patriarcato armeno puntualizza
A tutela del proprio buon nome, il Patriarcato armeno di Gerusalemme contesta un articolo di giornale che accusa i suoi seminaristi del pestaggio di due giovani ebrei.
A Gerusalemme c’è accordo sui nuovi lavori al Santo Sepolcro
Nel pomeriggio di ieri, 27 maggio 2019, a Gerusalemme i capi delle tre comunità religiose che custodiscono la basilica del Santo Sepolcro hanno firmato un accordo per l'avvio di una nuova fase di lavori nel sottosuolo intorno alla tomba vuota di Gesù.