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Nutrire i gatti di Gerusalemme è una buona idea?

Christophe Lafontaine
1 febbraio 2019
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Nutrire i gatti di Gerusalemme è una buona idea?
Un gatto sui tetti di Gerusalemme. (foto Hadas Parush/Flash90)

Nei giorni scorsi la Municipalità di Gerusalemme ha annunciato il varo di un programma per nutrire i moltissimi gatti randagi presenti in città. I pro e i contro.


A Gerusalemme ci sono circa 2.000 gatti per chilometro quadrato. Si tratterebbe della densità più alta al mondo, secondo il professor Yoram Yom-Tov, del dipartimento di zoologia dell’Università di Tel Aviv, citato dal quotidiano Haaretz. Un retaggio del periodo del Mandato britannico (prima metà del Novecento) quando, per combattere contro tutti i tipi di parassiti (ratti, topi, serpenti) si favorì l’introduzione di un gran numero di gatti in città. Le temperature miti favoriscono la riproduzione dei felini, così la «stagione dei gattini» dura tutto l’anno.

Di recente la Municipalità di Gerusalemme ha modernizzato il proprio sistema di raccolta dei rifiuti ricorrendo a contenitori interrati. «Ciò ha scatenato migliaia di segnalazioni da residenti preoccupati dal fatto che i gatti randagi non possono più accedere ai bidoni della spazzatura per trovare il cibo come facevano prima», dice il quotidiano The Jerusalem Post.

Un piano del Comune

In un comunicato diffuso il 22 gennaio, il sindaco di Gerusalemme, Moshe Lion, ha detto che sta affrontando il problema: «Il Comune di Gerusalemme manterrà l’equilibrio tra la qualità della vita dei residenti e quella dei gatti».

Per fare questo, la municipalità ha deciso di varare un piano da 100 mila shekel (24 mila euro) per nutrire i gatti di strada. Spiega che postazioni per l’alimentazione dei felini saranno installate in città, in special modo nei quartieri in cui si trovano i nuovi cassonetti interrati. Ciò avverrà coordinandosi con gli esperti e con la partecipazione dei cittadini per non arrecare disturbo al vicinato e mantenere la pulizia dei quartieri. Ben riconoscibili, le postazioni sono piccole mangiatoie il cui tetto è tenuto sollevato da due leoni gialli rampanti (il leone di Giuda è l’emblema della Città).

Stando al programma, il Comune distribuirà sette sacchi di cibo secco per gatti secchi ogni giorno. Gli «amici dei gatti» potranno aggiungere altro cibo e acqua e ricevere un contributo finanziario dall’amministrazione cittadina.

La municipalità ha reso noto che, parallelamente, «il servizio veterinario continua a sterilizzare i gatti randagi». Va detto che negli ultimi dieci anni, dietro pressione delle associazioni animaliste, la municipalità ha rinunciato a sopprimere i gatti avvelenandoli.

Ci saranno più gatti?

Tuttavia, gli esperti hanno spiegato ad Haaretz che il programma di alimentazione del Comune potrebbe condure a un aumento del numero di gatti randagi, la cui popolazione è direttamente correlata alla quantità di cibo disponibile. Il professor Yoram Yom-Tov reputa la decisione una follia, convinto com’è che anche i piani di sterilizzazione sono spesso inefficaci. Vari studi avrebbero dimostrato che l’unico modo per contenere il numero di gatti è ridurre la quantità di cibo disponibile.

Anche Amir Balaban, direttore per gli spazi urbani della Società per la protezione della natura in Israele, ha criticato l’iniziativa del municipio gerosolimitano. «Quando mettiamo a disposizione una fonte di cibo costante e continua – ha osservato Balaban – compromettiamo il naturale bilanciamento delle dimensioni della popolazione felina». Dal suo punto di vista l’aumento del numero di gatti randagi farà crescere il tasso di mortalità o di danni fisici di altri animali che abitano i contesti urbani, come piccoli uccelli, lucertole o gechi che finiranno tra i loro artigli. I due specialisti concordano anche sul fatto che le postazioni con il cibo per gatti potrebbero attirare altri animali che la città vuole mantenere al di fuori del suo perimetro urbano come cani randagi, corvi e iraci, potenziali portatori di malattie.

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