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A Gerusalemme un’antica cisterna risorsa per il turismo?

Terrasanta.net
14 febbraio 2019
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A Gerusalemme un’antica cisterna risorsa per il turismo?
La Piscina degli archi a Ramla (Israele) è già un'attrazione turistica. (foto Nati Shohat/Flash90)

Una grande vasca d'epoca bizantina, nel sottosuolo di Gerusalemme, potrebbe presto diventare un sito aperto ai turisti appassionati di archeologia. Le autorità competenti si confrontano.


(c.l.) – Il pericolo era pochi centimetri sotto i piedi dei bambini: la terra inghiottiva la sabbia. Nel 2005, i residenti di Katamon (un quartiere centro-meridionale di Gerusalemme) notarono che la sabbiera nel parco giochi dei bambini del vicinato veniva misteriosamente inghiottita da quella che sembrava essere una semplice buca. L’Autorità israeliana per le antichità inviò sul posto uno dei suoi archeologi, Yuval Baruch. Si scoprì che la sabbiera del parco giochi si trovava in effetti sopra un’antica cisterna, molto ben conservata e ancora piena d’acqua, utilizzata 1.500 anni fa per raccogliere e conservare il prezioso liquido.

Yuval Baruch si tuffò per esplorare il serbatoio d’acqua, effettuando rilievi archeologici e cartografici. Dalla sua ricognizione risultò che la cisterna è visibilmente collegata a un sito d’epoca bizantina (VI secolo d.C.), situato nel sottosuolo della sinagoga Ramban. Il grande serbatoio ha una lunghezza di 34 metri. Più grande di una piscina semi-olimpionica, copre un’area di circa 225 metri quadrati e può contenere fino a 1.123 metri cubi d’acqua.

Dopo quell’ispezione il sito venne sigillato. Sono trascorsi quasi 15 anni da allora e nel momento in cui il Comune di Gerusalemme si accinge a ristrutturare il campo giochi, ha chiesto all’Autorità israeliana per le antichità di esaminare la stabilità della cisterna, per assicurarsi che non rappresenti un pericolo per i bambini.

Un tuffo nel passato

Proprio in questa fase si è fatta largo l’idea di fare della vasca sotterranea un’attrazione turistico-archeologica. L’Autorità per l’archeologia e il Comune di Gerusalemme ne stando discutendo, come riferivano a fine gennaio i media israeliani. In un comunicato stampa, Yuval Baruch – che ora dirige l’ufficio dell’Autorità israeliana per le antichità per l’area di Gerusalemme – ha detto che l’istituzione è disposta a offrire qualsiasi aiuto possa essere utile alla città per aprire il sito al pubblico, consentendo così ai visitatori di fare un salto indietro nel tempo.

Altre simili infrastrutture idrauliche sono già diventate attrazioni turistiche. È il caso, ad esempio, della piscina sotterranea ad archi che si trova a Ramla (nel centro di Israele), conosciuta anche nella tradizione cristiana come il bacino di sant’Elena, costruito durante il regno del califfo Haroun al-Rashid nel 789 d.C. (primo periodo islamico) per fornire alla città – fondata dagli Omayyadi nel settimo secolo – un costante approvvigionamento d’acqua. Il bacino ha un’area di 400 metri quadrati. I visitatori accedono alla piscina attraverso una serie di scale e possono poi solcare le acque in barca. Il giro offre un affascinante assaggio sulle antiche tecniche architettoniche al tempo degli Abassidi, in grado di durare 1.230 anni e di scampare ai gravi terremoti (del 1033 e del 1087) che distrussero la città. L’imponente soffitto massiccio della piscina è sostenuto da enormi pilastri in pietra collegati da archi a sesto acuto. Secondo gli archeologi, questa architettura potrebbe aver ispirato l’architettura gotica.

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