(c.l.) – Se nel 2017 Israele aveva registrato l’arrivo di 3,6 milioni di turisti e visitatori, nel 2018 è andata ancora meglio: le statistiche ufficiali parlano di 4,12 milioni di arrivi (incluse le visite di un giorno, senza pernottamento). È un record ineguagliato dalla creazione di Israele ad oggi, secondo i dati diffusi dal ministero del Turismo israeliano il 6 gennaio scorso. Il tasso di crescita rispetto al 2017 è del 14 per cento. In termini economici, le entrate complessive del comparto turistico per il 2018 si aggirano intorno ai 22 miliardi di shekel (5,2 miliardi di euro).
C’è ottimismo anche per il 2019, anno in cui Israele ospiterà, in maggio il concorso canoro Eurovision, che per la terza volta nella sua storia si terrà a Tel Aviv.
Il Paese fa anche affidamento sull’apertura, il prossimo 22 gennaio, dell’aeroporto internazionale Ramon. La struttura, con una capacità di due milioni di passeggeri all’anno (espandibile a 2,25 milioni nel 2022 e 4,2 milioni entro il 2030) servirà la località balneare di Eilat, in riva al Mar Rosso, e il deserto del Neghev. Allo stesso modo, Israele ha molte aspettative sul nuovo treno veloce che collega l’aeroporto internazionale Ben Gurion alla stazione centrale degli autobus di Gerusalemme e al centro di Tel Aviv.
Se si considera la nazionalità, nel 2018 sono gli Stati Uniti in vetta alla classifica delle visite ad Israele, con poco meno di 898 mila turisti: l’incremento rispetto al 2017 è del 15 per cento (va considerato che negli Usa risiede la più consistente comunità ebraica del pianeta dopo quella israeliana). Al secondo posto ci sono i francesi (346 mila, + 12 per cento) e, dietro di loro, i russi (316 mila, + 5 per cento). I tedeschi (262 mila e 500) e gli inglesi (217 mila e 900) sono in quarta e quinta posizione. Seguono i turisti e pellegrini provenienti da Polonia, Italia, Ucraina, Romania e Cina.
Circa 6 turisti su 10 giunti in Israele nell’anno appena concluso erano cristiani; il 22 per cento era ebreo, il 12,1 per cento senza particolari affiliazioni religiose, l’1,8 per cento musulmano, lo 0,6 per cento buddista, lo 0,5 per cento indù. I bahai, che hanno il proprio centro spirituale nella città di Haifa sono stati lo 0,1 per cento. Si noti che il 40 per cento dei censiti non erano al loro primo viaggio in Israele. L’aumento del numero di visitatori può essere spiegato anche con la celebrazione del 70.mo anniversario della creazione dello Stato di Israele, ricorrenza che ha attratto molti ebrei della diaspora e molti cristiani evangelici sionisti.
Yariv Levin, il ministro del Turismo israeliano, attribuisce questi risultati a «una significativa rivoluzione nel marketing di Israele» introdotta negli ultimi anni per proporsi all’estero come destinazione di viaggio. In particolare, attraverso una grande campagna promozionale (costata 350 milioni di shekel) lanciata in tutto il mondo e più focalizzata sul tempo libero, le vacanze e il clima che sui pellegrinaggi e sul turismo religioso.
La crescita del comparto è anche dovuta all’introduzione di nuovi voli diretti da importanti città del pianeta e a nuovi canali di partenariato con le principali piattaforme turistiche in Internet. Il ministro del Turismo ha anche dichiarato che, con un investimento nel settore ricettivo di 145 milioni di shekel, nel 2018 sono state costruite 4 mila nuove camere in tutto il Paese, vale a dire il 49 per cento in più rispetto a quelle create l’anno scorso.
Secondo un rapporto pubblicato nel dicembre scorso da Euromonitor International – società britannica specializzata in ricerche di mercato – Gerusalemme è stata la destinazione turistica in più rapida crescita al mondo nell’arco del 2018. Nello stesso periodo, l’Autorità israeliana per i parchi e le riserve naturali ha registrato un aumento del 27 per cento dei visitatori internazionali e del 3 per cento dei visitatori locali ai parchi nazionali del paese. Quello di Cesarea Marittima, in riva al Mediterraneo, è stato il parco più popolare (con oltre un milione di visitatori nel 2018), seguito a ruota dalla fortezza erodiana di Masada.
Se veniamo alle cifre fornite dal ministero del Turismo palestinese, circa 2,8 milioni di turisti hanno visitato i Territori palestinesi di Cisgiordania lo scorso anno. Nel 2017 furono 2,5 milioni. Molti dei turisti giunti in Israele non si privano di un’escursione a Betlemme o in altre località cisgiordane, come Gerico o Hebron.
«Non abbiamo mai accolto tanti turisti in Palestina», ha osservato la ministra del Turismo palestinese Rula Maayah secondo l’agenzia Reuters. «Soprattutto in una città come Betlemme – ha soggiunto – il turismo genera benefici per tutta l’economia locale».