(c.l.) – Il lato ovest per il traffico palestinese, il lato est per i veicoli israeliani. Dopo averla tenuta congelata per oltre dieci anni per una disputa sulla sicurezza, il 10 gennaio scorso Israele ha aperto la strada 4370 nei Territori palestinesi occupati di Cisgiordania. Lungo appena cinque chilometri, il tratto di strada ha la particolarità di essere diviso longitudinalmente da un muro di cemento sormontato da una recinzione metallica e alto 8 metri, come riferisce il quotidiano Haaretz.
«Mentre israeliani e palestinesi condividono gran parte della rete stradale della Cisgiordania», ha osservato l’Agenzia France Presse (Afp), «c’è un certo numero di strade riservate agli israeliani». Nessuna ha però una barriera fisica ermetica che separa le due comunità per l’intera lunghezza del tragitto.
Concretamente, la nuova strada è articolata in quattro corsie. Due su ciascun lato del muro. Le corsie ad est collegano – in entrambe le direzioni – l’insediamento di Geva Binyamin (a nord est di Gerusalemme) agli abitanti degli insediamenti di French Hill e di Pisgat Ze’ev. Possono percorrerle i veicoli israeliani e quelli dei palestinesi che hanno un permesso di ingresso a Gerusalemme. Questa strada a doppio senso, inaugurata nei giorni scorsi, è attualmente aperta solo nelle ore di punta, vale a dire dalle 5 del mattino a mezzogiorno. Anche sull’altro lato del muro, la strada è a doppio senso. Aperta una ventina di giorni fa, costeggia Gerusalemme a est e a sud, senza consentire di accedere alla città. Solo i palestinesi privi di permesso di ingresso nella Città Santa possono imboccarla.
Funzionari israeliani ritengono che «la strada allevierà le congestioni del traffico da e per Gerusalemme per i coloni che vivono in Cisgiordania», riferisce l’Afp, e in particolare al check-point presso il villaggio palestinese di Hizma, all’ingresso nord di Gerusalemme. La maggior parte dei coloni, dalla Cisgiordania occupata da Israele nel 1967 si reca ogni giorno in città per lavoro, studio o tempo libero. Il canale televisivo israeliano i24News aggiunge che la 4370 dovrebbe anche facilitare il movimento dei palestinesi tra le due principali città della Cisgiordania: Betlemme e Ramallah.
Secondo il ministro israeliano per la sicurezza nazionale Gilad Erdan, che ha partecipato all’inaugurazione della strada, essa è «l’esempio che si può creare una vita condivisa tra israeliani e palestinesi mentre si risponde alle sfide in tema di sicurezza»…
Gli oppositori del nuovo tracciato non la vedono allo stesso modo, e definiscono la striscia d’asfalto una «strada dell’apartheid», come ha titolato Haaretz nell’edizione del 10 gennaio, evidenziando la separazione tra coloni ebrei e popolazione palestinese.
«Ogni israeliano che crede nella democrazia dovrebbe vergognarsi di questa nuova strada», ha detto Ahmad Majdalani, membro del Comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) al giornale digitale The Times of Israel, paragonando anch’egli la situazione con quella dell’apartheid in Sud Africa.
«La Strada 4370 fa parte della politica israeliana che mira ad incorporare gli insediamenti in una “Grande Gerusalemme”», ha osservato il ricercatore Aviv Tatarsky dell’ong israeliana anti-occupazione Ir Amin («La città dei popoli» in ebraico), che si batte per l’uguaglianza di tutti gli abitanti di Gerusalemme. Intenti che anche politici israeliani, come il ministro dei Trasporti Yisrael Katz e il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, non nascondono.