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Torna in forma la fortezza crociata di Mirabel

Christophe Lafontaine
19 dicembre 2018
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Torna in forma la fortezza crociata di Mirabel
La fortezza di Mirabel/Migdal Tzedek (foto Avramgr - Wikimedia Commons)

Dopo trent'anni di lavori, riapre i battenti ai visitatori, in Israele, il sito di Migdal Tzedek con la fortezza crociata di Mirabel, ricca di storia. Le origini del luogo fortificato sono antichissime.


È nobile e massiccia, come una nave di pietre bianche posta a 140 metri sul livello del mare su una collina nel centro di Israele. La fortezza di Migdal Tzedek (XII secolo d.C.) gode ancora di un’eccezionale vista panoramica sulla pianura costiera del Paese e sulle basse montagne della Samaria biblica, ora a cavallo tra Israele e i Territori palestinesi di Cisgiordania.

Migdal Tzedek, nota anche come Migdal Afek (Torre di Afek) – toponimo che deriva dall’antica città biblica di Afek situata 3 chilometri e mezzo a nord-ovest – s’affaccia sull’antica via commerciale nota come Via Maris – Via del mare – che in passato collegava l’Egitto alla Siria. Una traversata strategica che scavalcava il fiume Yarkon e le paludi della pianura di Sharon.

Le importanti vestigia crociate danno lustro a Migdal Tzedek, alias Mirabel, un castrum con arcate tipiche del XII secolo e dotato di mastio, torri angolari e chiesa. Vi sono inoltre aggiunte ottomane nel secolo XVIII, che hanno reso la fortezza sede di una guarnigione militare.

Sono passati secoli, e ai giorni nostri, la cittadella crociata sta ai confini della città di Rosh Haayin, nel cuore del Parco naturale di Migdal Tzedek, una trentina di chilometri a est di Tel Aviv. Fino al 1948 la circondava il villaggio arabo di Majdal Yaba (Torre di Giaffa), che i palestinesi furono costretti ad abbandonare con la prima guerra arabo-israeliana.

La fortezza ha appena beneficiato di trent’anni di lavori di conservazione e restauro. Al termine, nei giorni scorsi, l’Autorità israeliana per le riserve naturali e i parchi ha annunciato la prossima riapertura del maniero, secondo quanto riportato dal quotidiano The Times of Israel. «Per anni, l’interno della fortezza è stato chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza, per timore del crollo di grosse pietre e dei soffitti», ha riferito il giornale online.

La storia di questi luoghi rimonta, però, a un’epoca più remota di quella crociata. In passato gli archeologi hanno identificato resti di ceramiche risalenti all’età del Ferro II (dal X all’VIII secolo a.C.) e al periodo persiano (dalla fine del VI secolo al IV secolo a.C .). Sotto Alessandro Magno, il fu un campo di battaglia strategico per la sua posizione geografica. Tuttavia, dobbiamo aspettare gli scritti dello storico ebreo-romano Flavio Giuseppe, nel I secolo d.C., per vedere citata Migdal Afek come piazzaforte (gli archeologi hanno scoperto, in effetti, resti di mura risalenti a più di 2.000 anni fa) nelle cronache della Grande rivolta giudaica contro i romani (tra il 66 d.C. e il 73 d.C.). Nei primi mesi di quella guerra, Cestio Gallo, governatore della provincia romana di Siria, soffocò la ribellione nelle città di Giaffa, Lod e Migdal Afek.

Nel periodo bizantino, un monastero fu dedicato a san Kirikos, giovane martire messo a morte dai romani ai tempi dell’imperatore Diocleziano (243-313). Lo attesta un architrave dell’epoca, con incisa iscrizione in greco, riutilizzato dai crociati. All’arrivo di questi ultimi e all’istituzione, nel 1099, del Regno latino di Gerusalemme, il poggio diventa la signoria più settentrionale della contea latina di Giaffa. Ma nel 1134, Ugo II du Puiset, conte di Giaffa, si ribellò a Folco V d’Angiò, re di Gerusalemme dal 1131 al 1143. Barisano, conestabile (cioè alto ufficiale di polizia) della contea di Giaffa dal 1120, si schierò dalla parte del re. Il quale nel 1141, fece costruire un castello sulla cima di Yebna (ora Yavne) e lo chiamò Ibelin. Come ricompensa per la sua fedeltà, lo diede, con altre terre, a Barisano, che da quel momento diede il nome di Ibelin al proprio casato.

Gli Ibelin ricoprirono ben presto una posizione di rilievo nel Regno di Gerusalemme. Proprio loro, sulle proprie terre, saranno all’origine della ricostruzione della roccaforte di Migdal Afek, chiamata poi Mirabel (Meravigliosa).

Nel 1143, re Folco morì lasciando alla vedova, Melisenda, la reggenza del regno fino alla maggiore età dell’erede al trono, Baldovino III. Nel corso degli anni, la regina prese gusto al potere e lo cedette malvolentieri al figlio. Una volta incoronato re, Baldovino III, rivendicò dalla madre le città di Gerusalemme e Samaria, considerate indispensabili per la difesa del regno. La regina rifiutò, sostenuta da Fulcherio di Angoulême, patriarca di Gerusalemme, e da Manasse di Hierges, conestabile di Gerusalemme. Sposato con la vedova di Barisano I di Ibelin, aveva fatto di Mirabel la sua residenza principale. Il giovane re Baldovino marciò sulla fortezza che ben presto si arrese. Il conestabile fu espulso dal Regno e la cittadella di Mirabel tornò nelle mani di un vero discendente di Barisano d’Ibelin, fino a che, tra il 1162 e il 1171, divenne una signoria indipendente. Nel 1166 alcune terre appartenenti al feudo di Mirabel furono cedute alla chiesa di San Giovanni Battista di Nablus.

Dopo un primo tentativo nel novembre del 1177, gli eserciti degli Ayyubidi – dinastia fondata da Salah ad-Dīn Yusuf ibn Ayyub (il Saladino) – sbaragliarono le forze crociate dei Franchi il 4 luglio 1187, nella battaglia dei corni di Hattin, in Galilea. Saladino mandò i suoi luogotenenti ad impossessarsi di tutti i forti nemici rimasti privi di difensori. Fu Malik al-Adil, il fratello minore di Saladino, a prendere Mirabel, ancora di proprietà della famiglia Ibelin. La fortezza venne distrutta nel 1191 per impedire che le forze cristiane impegnate nella terza crociata (1189-1192) occupassero un luogo tanto strategico.

Nel 1226, sotto i Mamelucchi, il geografo arabo Yaqut al-Rumi menzionava la fortezza come Majdal Yafa (Torre di Giaffa), scrivendo che è un villaggio con una «formidabile fortezza». La roccaforte sarà tuttavia abbandonata alla fine del XIII secolo.

Nel XVI secolo, la piazza fu ricostruita dagli ottomani per proteggere la strada che conduceva a Giaffa. Sulle pendici della collina si sviluppò il villaggio arabo di Majdal Yaba. Nell’Ottocento, sempre in periodo ottomano, il sito assunse la denominazione di Majdal al-Sadiq (Migdal Tzedek in ebraico), dal nome di Sheikh Muhammad al-Sadiq, membro importante di un clan beduino.

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