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L’Ordine del Santo Sepolcro alla vigilia della Consulta

Beatrice Guarrera
8 novembre 2018
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Dal 13 al 16 novembre si svolgono a Roma i lavori della Consulta dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro, istituzione pontificia a sostegno della Chiesa in Terra Santa. Delegati da 40 Paesi.


Arriveranno a Roma da 40 Paesi per riunirsi dal 13 al 16 novembre. Sono i responsabili di zona (i luogotenenti) dei cavalieri e dame dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, convocati per la Consulta, assemblea internazionale che si svolge ogni cinque anni. Il principale organo consultivo dell’istituzione cavalleresca pontificia dedicata al sostegno della Chiesa in Terra Santa sarà presieduto dal Gran maestro, il cardinal Edwin O’Brien. Ai lavori saranno presenti anche rappresentanti della Segreteria di Stato vaticana e della Congregazione per le Chiese orientali. Alla presentazione dell’evento è stata dedicata una conferenza stampa il 7 novembre, alla quale ha partecipato anche il cardinal Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali.

L’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme conta oggi 30 mila membri in 40 Paesi, di cui 17 mila cavalieri, 9 mila dame e 4 mila ecclesiastici. In tutto il mondo sono 64 le luogotenenze e le delegazioni magistrali, che sostengono economicamente le opere e le istituzioni della Chiesa cattolica in Terra Santa, in particolare quelle del Patriarcato latino di Gerusalemme. Per l’importanza strategica che riveste, sarà proprio la figura del luogotente ad essere al centro della Consulta. «Abbiamo scelto questo tema in quanto quella del luogotente è una figura chiave, essendo in loco nei diversi Paesi e continenti. È colui che ha la capacità di valutare le esigenze degli associati e il modo migliore di gestire la loro funzione caritativa», ha spiegato a Terrasanta.net l’ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone, governatore generale dell’Ordine.

Oltre all’importanza dell’incontro e dello scambio tra i luogotenenti, si lavorerà a un documento operativo con un sistema sinodale, attraverso gruppi di lavoro linguistici. Verrà poi elaborato un testo da sottoporre al Gran maestro, il card. O’Brien.

Visconti di Modrone ha ricordato che l’Ordine è di fatto il braccio operativo della Chiesa in Israele, Palestina, Cipro e Giordania. «Il numero delle luogotenenze – ha aggiunto – è andato via via crescendo negli anni, a riprova della vitalità dell’istituzione e anche la generosità delle donazioni risulta essere crescente. Di fatto è raddoppiata negli ultimi dieci anni».

Oggi i progetti finanziati dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro vanno soprattutto a supporto dell’insegnamento e della formazione in Terra Santa, con la speranza di poter fornire un «contributo alla pacificazione della regione». I cristiani rappresentano il 57 per cento degli studenti delle scuole del Patriarcato latino, mentre gli altri sono musulmani. I benefici effetti di questo lavoro si faranno sentire nella costruzione del mondo di domani, secondo il governatore dell’Ordine. Oltre alle scuole, le donazioni dei Cavalieri e delle Dame sostengono anche alcuni progetti di altre Chiese orientali, vanno a finanziare ospedali e supportano glli interventi coordinati dalla Riunione opere aiuto Chiese orientali (Roaco, un Comitato che periodicamente riunisce in Vaticano le agenzie e opere di vari Paesi del mondo che s’impegnano al sostegno finanziario in vari settori, dall’edilizia per i luoghi di culto, alle borse di studio, dalle istituzioni educative e scolastiche a quelle dedite all’assistenza socio-sanitaria).

«Il primo scopo del nostro Ordine è di sviluppare la vita spirituale di ciascuno dei suoi membri – ha affermato il card. O’Brien –. Questo sarà un tema centrale nella nostra discussione la prossima settimana, mentre preghiamo per intercessione del beato Bartolo Longo, l’unico membro laico dell’Ordine che è stato beatificato». Il cardinale, nominato Gran maestro da papa Benedetto XVI nel 2011, ha spiegato che il sodalizio cavalleresco, in tutte le sue attività e in collaborazione con le altre istituzioni, cerca di aiutare la Chiesa madre di Gerusalemme a fungere da ponte tra le principali comunità religiose della Terra Santa.

Anche il card. Leonardo Sandri ha ribadito l’importanza dell’Ordine del Santo Sepolcro «per custodire la vita concreta dei nostri fratelli e sorelle cristiani nelle terre visitate dalla presenza del Salvatore». L’unione di intenti tra la Congregazione delle Chiese orientali e l’Ordine – ha osservato Sandri – si manifesta a vari livelli, tra i quali la presenza del gran maestro tra i membri del dicastero, e la partecipazione dell’Ordine alla Roaco. Il cardinal Sandri ha espresso inoltre la sua gratitudine per l’istituzione della Fondazione vaticana San Giovanni Battista, nata per contribuire alla riorganizzazione amministrativa del Patriarcato latino di Gerusalemme (le cui finanze hanno risentito dei costi del progetto, forse troppo ardito, dell’Università di Madaba – ndr) e per il supporto a Effetà, il centro per bambini sordomuti voluto da Paolo VI. Citando un discorso di Paolo VI il card. Sandri ha sottolineato: «La vostra crociata vuol essere quella della carità, della concordia, della pace; quella del Vangelo di Cristo, che nel servizio della Chiesa cattolica e dei suoi figli più fedeli ed operosi, altro non vuole se non la vera salvezza di tutti».

È stata proprio questa dimensione del servizio della popolazione di Terra Santa a toccare la dott.ssa Donata Maria Krethlow-Benziger, luogotenente dell’Ordine per la Svizzera, presente in conferenza stampa. Dal 1888, quando il Cavalierato si aprì alla nomina delle Dame grazie a Leone XIII, le donne sono presenti attivamente, pur essendo di meno rispetto agli uomini. «Tutti nella mia famiglia erano nell’Ordine – ha confidato Donata Maria –. Lo erano mio nonno, mio padre, mio zio, mio prozio, due zie e così lo ero anche io. Eppure, solo la prima volta che sono andata in Terra Santa, sono diventa davvero dama. Ho visto la gente della Terra Santa per cui opera l’Ordine ed è stato diverso. Per questo dico sempre che ho avuto due investiture: una in Svizzera per tradizione familiare, una in Terra Santa per il legame con quella terra».

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