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Inaugurata la sezione archeologica del Terra Sancta Museum

Beatrice Guarrera
28 giugno 2018
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Prende sempre più corpo a Gerusalemme il Terra Sancta Museum. Il 27 giugno scorso ha aperto i battenti la sezione archeologica, frutto degli scavi e dello studio dei francescani.


Com’era la vita quotidiana ai tempi di Gesù? Il Terra Sancta Museum a Gerusalemme prova a rispondere con le nuove collezioni archeologiche da poco aperte al pubblico. Il museo dei francescani della Custodia di Terra ha inaugurato la sua seconda sezione, dopo quella multimediale del 2016. Nella sede del convento della Flagellazione, sulla via Dolorosa in città vecchia, ha avuto luogo il 27 giugno scorso la cerimonia di apertura, davanti ad autorità civili, ospiti e visitatori.

Sono così visitabili sei nuove sale che contengono reperti legati alla vita quotidiana ai tempi di Gesù e al successivo periodo del monachesimo. Sempre nella sezione archeologica apriranno in futuro altre sale in cui saranno presentati i luoghi biblici oggetto di scavi da parte degli archeologi francescani della Custodia di Terra Santa e in cui saranno esposte collezioni specialistiche tematiche.

«Questo museo è pensato non solo per i pellegrini che desiderano riscoprire le loro radici cristiane, ma ugualmente per la popolazione israeliana e palestinese, come per i credenti ebrei, cristiani e musulmani, a cui possiamo mostrare una storia comune – ha detto il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, all’inaugurazione -. Attraverso questo museo, noi miriamo a costruire un ponte di pace, anche se fragile. È la nostra vocazione di cristiani nella terra dell’Incarnazione e della nostra Redenzione».

È stata Sara Cibin, responsabile del progetto Terra Sancta Museum, a introdurre tutti gli interventi, intervallati da brani musicali, eseguiti da alcuni studenti dell’Istituto Magnificat, la scuola di musica della Custodia. Il dott. Győző Vörös, archeologo ungherese che collabora con lo Studium Biblicum Franciscanum, ha tracciato poi un profilo di fra Virgilio Corbo, noto studioso francescano, che lavorò su molte campagne di scavo, da cui proviene la maggior parte dei reperti esposti.

Il percorso espositivo permette, per la prima volta, l’accesso a una cisterna di periodo bizantino, una seconda più antica collegata a stanze di una casa crociata e a una splendida corte con le sue adiacenze di età mamelucca. Il progetto di restauro architettonico degli antichi spazi in cui si snoda il percorso è stato portato avanti dallo studio GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati. All’allestimento ha contribuito anche Gabriele Allevi, curatore scientifico del museo con fra Eugenio Alliata.

Quest’ultimo, direttore del Terra Sancta Museum, durante l’inaugurazione ha spiegato la particolarità delle collezioni esposte e ha aggiunto: «I frati hanno sempre avuto cura della Terra Santa da un punto di vista spirituale e materiale. Non sono solo custodi delle pietre, ma anche dello spirito di questi luoghi». In questo senso prosegue dunque la realizzazione del progetto del Terra Sancta Museum, fortemente voluto dai francescani per custodire la memoria cristiana là dove si dipanò la vita terrena di Gesù. Grazie all’aiuto di tanti donatori e dell’ong della Custodia, ATS pro Terra Sancta, continua il lavoro in direzione dell’apertura anche di una terza sezione del museo. Un comitato scientifico composto da membri illustri se ne sta occupando in vista di una possibile inaugurazione nel 2020.

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