Alla figura carismatica di padre Michele Piccirillo e ai contributi da lui dati alla Terra Santa come religioso, archeologo e uomo di dialogo è stata dedicata il 4 maggio 2018 la sessione di apertura delle Giornate di Archeologia e Storia del Vicino e Medio Oriente, presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. L’ex decano dello Studium Biblicum Franciscanum fra Claudio Bottini e l’archeologo fra Eugenio Alliata hanno ripercorso la vita e il lavoro di Piccirillo. Danilo Mazzoleni, del Piac di Roma, ha ripercorso alcune delle sue scoperte epigrafiche e Carla Benelli, che fu allieva e collaboratrice del frate, ha ricordato la sua capacità di salvaguardare il patrimonio artistico, educando e coinvolgendo le popolazioni locali.
Ora anche una mostra digitale ne ricorda l’opera e la vita. Sul sito della Biblioteca della Custodia di Terra Santa, si può ripercorrere il suo operato, tramite i suoi libri e le testimonianze di coloro che lo conobbero. I Mosaici della Buona Novella. Un ricordo di p. Michele Piccirillo (1944-2008) è la mostra digitale curata da Stefano Cassini e Pierfilippo Saviotti. Rientra nel progetto «Libri ponti di pace», coordinato dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (Creleb) dell’Università Cattolica di Milano e sostenuto da ATS – Pro Terra Sancta, sotto la guida di Edoardo Barbieri.
Il percorso digitale è un viaggio che va dalle sue origini a Casanova di Carinola, in Campania, fino alla sua attività di archeologo sul Monte Nebo e agli aspetti meno conosciuti. Fu, per esempio, al centro della trilogia di romanzi Il custode di Terra Santa del giornalista e scrittore Franco Scaglia. «Capita raramente che una persona vivente diventi protagonista di una serie di romanzi – disse lo scrittore – perché quando Provvidenza e Scienza si incontrano, come nel suo caso, si rischia di passare alla storia».
I frati della Custodia di Terra Santa ricordano Padre Michele Piccirillo sempre operoso e brillante. «Era solito circondarsi di collaboratori capaci e specializzati in ogni campo, che garantivano la riuscita dei suoi lavori con efficacia – afferma fra Eugenio Alliata –. Sapeva destreggiarsi anche nelle situazioni più complicate, spesso procedendo in maniera inventiva per cercare di risolvere i problemi improvvisi. Famose in questo senso erano le sue fotografie aeree, effettuate arrampicandosi su una scala e facendosi sostenere da alcune persone in posizioni spesso azzardate». Fra Claudio Bottini in una testimonianza riporta alla memoria il suo rapporto con i libri: «Padre Michele era un divoratore di letture. Ricordo anche un dato un po’ curioso, che anche a tavola si portava un pezzo di giornale, una rivista. Quindi leggeva molto, difficilmente spendeva tempo davanti alla televisione o in altre forme di distrazione. […] E questo è il motivo per cui alla fine aveva accumulato una biblioteca notevolissima di libri d’arte». Tutte queste letture sono confluite oggi nel fondo Piccirillo, costituito da oltre seicento volumi custoditi presso la Biblioteca Generale della Custodia. Sono libri che testimoniano l’interesse di Piccirillo in diversi campi e che danno l’idea della passione e della competenza che metteva il frate in ogni attività in cui era coinvolto.
Ormai famoso per i suoi scavi sul Monte Nebo in Giordania, guidò molti personaggi importanti a visitare quei luoghi: dalla regina di Giordania Nur el Hussein, all’ex premier britannico Tony Blair e a papa Giovanni Paolo II nel 2000. Oltre alle pubblicazioni, alla attività accademica allo Studium Biblicum Franciscanum e agli scavi che continuava a svolgere, padre Piccirillo ha collaborato nel 2000 alla fondazione del Mosaic Centre di Gerico in collaborazione con l’Autorità palestinese. «Padre Michele ci manca molto, ma non ci ha mai abbandonati – racconta Carla Benelli –, ci guarda dal poster che lo rappresenta all’interno della grande sala di lavoro e sorride soddisfatto. Nel dialogo silenzioso con lui continuiamo la sua impresa, cercando di seguire i suoi insegnamenti tesi alla pace e alla condivisione».
L’amico Marco Galateri di Genola ricorda padre Piccirillo per la sua passione per gli antichi modellini delle chiese di Terra Santa realizzati in legno di ulivo e madreperla dagli artigiani di Betlemme. «Mi aveva contagiato con la sua passione. Con Michele, che ne aveva già schedati da solo una trentina in oltre trent’anni di ricerche, ne abbiamo trovati insieme un’altra decina in tutta Europa e ogni volta era una gioia riconoscerli e studiarli».
«Lo ricordo sempre così: col saio spesso impolverato oppure in blue jeans e t-shirt come stava sugli scavi. Di rado in clergyman». È l’immagine di Piccirillo che è rimasta nella mente dello storico Franco Cardini. «Per lui non c’era mai differenza tra il lavoro, la preghiera, il gioco, il divertimento, lo studio: era tanto generoso del suo tempo e delle sue energie quanto esigente con gli altri».
A dieci anni dalla morte, dunque, è impossibile dimenticarlo, ma anzi si moltiplicano le iniziative in suo onore. Come la biografia La strada del Nebo. Storia avventurosa di Michele Piccirillo, francescano archeologo, di Alberto Friso e uscita di recente per Edizioni Terra Santa. Per far sì che la sua memoria non venga meno.