(c.l./g.s.) – Da mercoledì scorso Israele e i Territori palestinesi sono teatro di intense precipitazioni. Secondo i servizi meteorologici il maltempo continuerà fino ad oggi, 27 aprile. Violente tempeste, grandinate e acquazzoni si sono abbattuti su città, deserti e campagne.
Vi sono state diverse vittime, tutte di giovane età. Un beduino diciassettenne è morto mercoledì nel deserto del Neghev a Yeruham (Israele meridionale), trascinato via dalle acque. In circostanze analoghe ha perso la vita una coetanea palestinese in Cisgiordania, poco ad est di Betlemme. Due ragazzini palestinesi, di 9 e 10 anni, sono stati trovati annegati, il 27 aprile, in un invaso non lontano dalla città di Hebron. Lo riferisce il quotidiano Haaretz, secondo il quale anch’essi sarebbero vittime delle devastanti piogge.
Giovedì 26 aprile le acque impetuose riversatesi nel letto di un torrente – lo wadi Nahal Tzafit – hanno stroncato la vita di nove ragazze e un ragazzo israeliani, tutti diciottenni, non lontano dalla sponda occidentale del Mar Morto. Quindici loro compagni sono stati tratti in salvo dai soccorritori. I giovani travolti dall’improvvisa piena facevano parte di un gruppo di adolescenti ammessi a un programma propedeutico all’Accademia militare. Partecipavano a una gita organizzata, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, nel tratto desertico di HaArava, delimitato a nord dal Mar Morto e a sud dal Golfo di Aqaba. Uno dei sopravvissuti racconta di aver visto arrivare un’ondata d’acqua alta tre metri.
Intervistato da un canale televisivo israeliano, un portavoce della polizia israeliana, Merav Lapidot, ha affermato che le linee guida per evitare tragedie come la morte dei 10 studenti non sono state rispettate. La polizia ha interrogato e arrestato i responsabili dell’escursione, due dei quali sono poi stati arrestati con l’accusa di omicidio colposo.
Gli wadi, letti dei torrenti abitualmente in secca che sovente assumono la conformazione di vere e proprie gole, sono considerati molto pericolosi in caso di intemperie. Quando piove, le precipitazioni non penetrano il manto roccioso e quasi impermeabile. Le acque si precipitano perciò a valle con grande impeto e possono trasformare il letto arido in una trappola mortale. Non è raro che le piogge cadute due o tre giorni prima sulle pianure più a monte, si insinuino negli wadi, riempiendoli d’acqua, anche in presenza di un cielo perfettamente sereno. Una simile evenienza rappresenta una seria minaccia per gli escursionisti.
Danni e paralisi
Condizioni meteo tanto avverse sono rare in questa stagione. A Gerusalemme e a Tel Aviv i chicchi di grandine caduti al suolo hanno raggiunto 1 o 2 centimetri. Un po’ ovunque si sono registrati gravi danni, inclusi quelli alle colture.
Alcune strade di Tel Aviv si sono trasformate in torrenti. A Rishon Letzion, il quarto maggiore centro urbano di Israele è crollata la soletta di un centro commerciale, fortunatamente senza causare vittime. A Gerusalemme Est è crollato un tratto del muro di separazione costruito da Israele tra il campo profughi palestinese di Shuafat e l’insediamento di Pisgat Ze’ev.
Varie arterie, tra le quali la Strada 90, che attraversa Israele da nord a sud, e la Strada 40 sono state chiuse in alcuni punti. I voli sugli aeroporti nazionali di Sde Dov (subito a nord di Tel Aviv) e di Eilat hanno subito brevi interruzioni.