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Sette giordani nel «Giardino del Bene»

Terrasanta.net
6 marzo 2018
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Sette giordani nel «Giardino del Bene»

Il 6 marzo si celebra la Giornata dei Giusti. Anche in Giordania, in un «Giardino del Bene» si onorano uomini e donne impegnati per la pace, lo sviluppo e l’ambiente.


Il 6 marzo 2018, Giornata dei Giusti dell’Umanità, è per la prima volta solennità civile in Italia. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni, in una lettera indirizzata a Gabriele Nissim fondatore di Gariwo: la foresta dei Giusti, che da quasi vent’anni approfondisce e diffonde la conoscenza delle figure e storie dei Giusti. «Il nostro è stato il primo Paese ad aderire ufficialmente alla Giornata istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento Europeo – ha ricordato Gentiloni -, quando fu accolta la proposta di Gariwo di dedicare una ricorrenza ai Giusti per tutti i genocidi».

Dallo scorso 30 ottobre sette persone sono onorate anche in Giordania nel nuovo «Giardino del Bene», inaugurato alla presenza dell’ambasciatore italiano ad Amman, Giovanni Brauzzi, alcuni parlamentari giordani, membri di Gariwo e di EcoPeace Middle East, un’organizzazione per la pace e lo sviluppo sostenibile che riunisce ambientalisti giordani, israeliani e palestinesi.

Il giardino si trova nella riserva naturale Sharhabil Bin Hassneh, creata nel 2004 nella valle del Giordano. Il luogo vuole unire simbolicamente la protezione dell’ambiente alla lotta contro violenza e intolleranza: i sette alberi piantati nel giardino ricordano persone che si sono distinte contro il terrorismo, nella difesa del patrimonio ambientale e culturale e per lo sviluppo equilibrato della società. Persone «capaci di guardare oltre i limiti dell’epoca storica in cui sono vissuti – come ha ricordato l’ambasciatore –, anticipando così scelte coraggiose a favore della pace e della stabilità in Medio Oriente.».

Gli alberi del giardino sono dedicati allo scrittore e giornalista Rox Bin Zayed Al Azizi; ad Anis Dababneh, fondatore della Società reale per la conservazione della natura; ad Ismail Khader, popolarissimo musicista; Haifa’a Al Bashir, attivista per i diritti delle donne e prima donna a insegnare in una scuola pubblica del Paese; Zaha Jarnadaneh Manko, fondatrice di un centro pilota dedicato allo sviluppo psicofisico dei bambini. Inoltre, a due vittime del terrorismo: l’ex primo ministro Wasfi Al Tal, ucciso durante il Settembre nero del 1971, e il pilota d’aviazione Moath Al Kasasbeh, catturato e bruciato vivo dai terroristi dell’Isis nel 2015.

Il fondatore di Gariwo ha spiegato che la Giordania è stata scelta perché «simbolo di tolleranza e coesistenza tra cristiani e musulmani ed è un costruttore di pace». Il Paese ha accolto centinaia di migliaia di rifugiati, è in prima linea nella difesa dell’ambiente ed è riconosciuto come barriera contro la minaccia terrorista.

Sull’esempio di Yad Vashem, che ricorda i Giusti non ebrei che hanno contribuito a salvare la vita agli ebrei durante la Shoah, Gariwo ha esteso il concetto di Giusto a tutte le persone che si sono opposte ai totalitarismi e ai crimini contro l’umanità con la loro azione personale. L’organizzazione vuole creare in ogni città un Giardino dei Giusti in cui dedicare un albero alle migliori figure dell’umanità. I giardini diventano così grandi «teatri» in cui mostrare il meglio delle relazioni umane.

Con l’inaugurazione nel 2015 del Giardino di Neve Shalom Wahat el Salam e di quello di Tunisi nel 2016, Gariwo si è data l’obiettivo di lanciare da questi luoghi la «diplomazia del Bene», portando alla luce storie di solidarietà e resistenza spesso sconosciute. Nella giornata del 6 marzo 2018 a Neve Shalom vengono onorati Alganesh Fesseha, medico italo-eritrea che lotta  contro il traffico di esseri umani e ha liberato migliaia di migranti dai lager libici e dalle prigioni egiziane, nonché quei palestinesi che salvarono ebrei durante il massacro di Hebron nel 1929. (f.p.)

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