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Pellegrinaggi, una storia di fede e apertura

(f.p.)
2 gennaio 2018
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Pellegrinaggi, una storia di fede e apertura
Un momento del convegno "Al sancto Iherusalem", svoltosi a Milano il 5 dicembre 2017

A Milano, presso la Biblioteca Braidense, sono proseguite le celebrazioni per gli 800 anni di presenza francescana in Terra Santa con due eventi culturali di rilievo.


La settecentesca sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano ha accolto tre eventi culturali d’eccezione, al termine del ciclo di iniziative e celebrazioni che – tra Gerusalemme, Roma e il capoluogo lombardo – hanno accompagnato l’ottavo centenario della presenza francescana in Terra Santa: la presentazione di due volumi, un convegno internazionale e una mostra.

Il 21 novembre sono stati presentati i due testi, pubblicati dalle Edizioni Terra Santa. Il primo, Itinerari e Cronache francescane di Terra Santa (1500-1800), promosso dalla Custodia e frutto della ricerca di Marco Galateri di Genola, è una raccolta di guide, itinerari, storie e cronache francescane in Terra Santa.

Questa bibliografia ragionata dei libri scritti e fatti stampare dai francescani tra la fine del Quattrocento e l’Ottocento mostra come i frati abbiano mantenuto nei secoli un legame stretto con l’Europa cristiana. Come osserva nella Prefazione il Custode, fra Francesco Patton, la pubblicazione documenta «l’insigne onore e la formidabile responsabilità di testimoniare e servire “il quinto Vangelo” e renderlo accessibile a quanti vivono o vengono in Terra Santa per leggerlo o ascoltarlo sul posto».

Il secondo volume, Itinera ad Loca sancta, è un catalogo di libri di viaggio antichi (XV-XVIII secolo) conservati presso le biblioteche della Custodia a Gerusalemme, curato da Alessandro Tedesco dell’Università Cattolica di Milano. Fin dai primi secoli del cristianesimo, gli Itinera ad loca sancta costituiscono un genere letterario del tutto particolare. Oggi restano oltre cinquecento opere – dai manoscritti medievali fino alle pubblicazioni settecentesche – che ci narrano di viaggi fatti a Gerusalemme. Il pellegrinaggio ai Luoghi Santi spinse, infatti, molti pellegrini a mettere in forma scritta le proprie esperienze, dando vita a una letteratura di grande successo che con l’invenzione della stampa ebbe ampia diffusione.

«Al sancto Iherusalem. Resoconti di pellegrinaggi in Terra Santa fra Medio Evo ed Età moderna» è il titolo del convegno che si è tenuto il 5 dicembre, organizzato dal professor Edoardo Barbieri dell’Università Cattolica di Brescia, in collaborazione con il Centro di ricerca europeo del libro, editoria, biblioteca (Creleb) e l’Associazione Pro Terra Sancta, e che ha dato conto di questa ricchezza storica e culturale. Gli studiosi hanno presentato le loro ricerche su alcune di queste opere, a partire dal Libro d’Oltremare di Niccolò da Poggibonsi e poi attraverso i resoconti di viaggio di personaggi assai diversi come l’orafo fiorentino Marco Rustici, il francescano tedesco Paul Walther von Güglingen, vissuti nel Quattrocento, e il veneziano Francesco Suriano, Custode di Terra Santa tra Quattro e Cinquecento. Oppure un testo all’epoca di grande successo, come quello dello pseudo Noè Bianco, arricchito da 150 silografie, stampato a Venezia nel 1500 e per tre secoli continuamente ripubblicato.

Pur mantenendo il pellegrinaggio al cuore di questo corpus di opere, spesso i resoconti di viaggio si sono arricchiti di immagini, curiosità etnografiche e naturalistiche. Parlavano ai credenti di pietre, di acqua e di nomi che erano e formano tuttora il contesto per le parole della Salvezza. Testi capaci di introdurre a una geografia reale, in un’Europa in cui la percezione dello spazio era assai diversa da oggi, e soprattutto a una alterità culturale, dove il contenuto religioso «convive» con altri contenuti.

A illustrare questa ricchezza bibliografica, tra il 21 novembre e il 5 gennaio 2018 nella stessa sala della Braidense sono stati esposti in una piccola mostra un centinaio di volumi provenienti dalla Biblioteca e da una collezione privata, edizioni preziose per la veste tipografica, capaci di illustrare la grande varietà di argomenti. Inoltre, la mostra, curata da Marco Galateri di Genola e Marco Coletto, ha raccolto alcuni oggetti preziosi in legno d’ulivo e madreperla prodotti a Betlemme a partire dal XVI secolo. Si tratta in particolare di alcuni pregevoli modellini della chiesa del Santo Sepolcro, capaci di riprodurre nei minimi dettagli la meta di un pellegrinaggio che non tutti potevano fisicamente compiere.

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