A Washington si inaugura il 15 novembre una straordinaria mostra del National Geographic che svela, in un tour virtuale, la pietra su cui fu posto il corpo di Gesù.
(f.p.) – Il National Geographic nel 2016 ha avuto in esclusiva l’opportunità di documentare l’ultima fase dei lavori di restauro della tomba di Cristo, nel centro della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, e il 15 novembre inaugura presso il suo museo a Washington una mostra dal titolo Tomb of Christ: The Church of the Holy Sepulchre Experience.
La mostra, curata dall’archeologo Fredrik Hiebert, darà al pubblico l’occasione di vedere non semplicemente alcune immagini della pietra su cui fu posto, secondo la tradizione, il corpo di Gesù, (pietra rivestita dai marmi dell’edicola cinquecentesca, poi ricostruita nell’Ottocento), ma anche di compiere un vero e proprio tour virtuale in 3-D realizzato con le più avanzate tecnologie.
I restauri del Santo Sepolcro, condotti da una équipe del Politecnico di Atene, hanno svelato come sia ancora esistente un basamento di roccia che faceva parte della grotta originaria. L’eccezionale esplorazione si è svolta tra il 26 e il 28 ottobre dello scorso anno. Ciò che gli studiosi hanno potuto esaminare in questo breve tempo diventa potenzialmente patrimonio di tutti, con un’esperienza a cavallo tra storia e scienza. Se l’esame della pietra è durata poche ore, e i restauri del complesso hanno richiesto mesi di lavori, da decenni gli studiosi si occupano del Sepolcro di Gesù, alla ricerca di conferme sulla verità storica del luogo dove avvenne la risurrezione. In particolare la ricerca dei graffiti più antichi sulle pareti è importante per comprendere la storia del più importante santuario della cristianità e si comprende con qualche trepidazione sia stato esaminato il sito.
Nella mostra di Washington la visita virtuale è realizzata con i materiali curati da Corey Jaskolski, esperto del National Geographic nelle nuove tecniche di ripresa. In particolare la tecnologia degli scanner Lidar, unita a foto e video ad alta definizione, consente di visualizzare in modo innovativo il luogo santo. Nel percorso virtuale, le proiezioni tridimensionali consentono di immergersi in pieno nella realtà del santuario a Gerusalemme.
La scoperta di antiche pareti riportate alla luce dopo secoli all’interno della Rotonda dell’Anástasis può diventare anche esperienza spirituale, se affrontata in modo adeguato, ad esempio preparandosi con la lettura delle pagine evangeliche. Già dalla fine dell’Ottocento, nella capitale degli Usa molti fedeli possono compiere un pellegrinaggio presso il convento francescano della Custodia di Terra Santa, dove sono riprodotti alcuni dei santuari di Gerusalemme. I pellegrini rivivevano l’esperienza della visita che non potevano facilmente compiere oltremare.
La venerazione del Santo Sepolcro risale al IV secolo, quando al tempo dell’imperatore Costantino fu costruita sul luogo la prima chiesa (anno 326). I problemi di stabilità dell’edicola che lo racchiude hanno portato all’importante restauro esplorativo dei mesi scorsi.
La mostra del National Geographic a Washington chiuderà i battenti il 15 agosto 2018. La speranza è che possa poi arrivare anche in Europa.