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The Insult porta il Libano a Venezia

Luca Balduzzi, da Venezia
1 settembre 2017
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<i>The Insult</i> porta il Libano a Venezia
Un'inquadratura del film "The Insult".

Un film in concorso alla 74.ma edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica in corso a Venezia mette a tema gli equilibri, sempre precari, tra libanesi e profughi palestinesi.


Può una grondaia non a norma trasformarsi in un caso giudiziario, mediatico e politico di livello nazionale, e trascinare un Paese sulla soglia di una guerra civile?

La risposta, affermativa quanto sconcertante, arriva da The Insult, il nuovo film del regista libanese Ziad Doueiri (già operatore di camera di Quentin Tarantino per i film Pulp Fiction, Le iene e Jackie Brown), presentato in concorso alla settantaquattresima edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica in corso al Lido di Venezia.

A Beirut, la grondaia della terrazza dell’appartamento di Toni Hanna, meccanico libanese e sostenitore del Partito cristiano, fa cadere acqua su Yasser Salameh, ingegnere palestinese e capomastro del cantiere di un condominio in ristrutturazione a poca distanza.

Quando quest’ultimo si offre per sostituirla, per tutta risposta Toni gli sbatte la porta in faccia. Yasser, però, non demorde e decide di fare il lavoro di nascosto. Toni se ne accorge e distrugge la nuova grondaia. Yasser lo apostrofa con l’insulto che dà il titolo al film.

Ben presto, l’orgoglio dei due uomini (primo fra tutti quello di Toni, che aspira a essere ricordato come «cento volte peggio di Ariel Sharon», l’ex primo ministro di Israele) porterà a un processo che travolgerà le loro famiglie, riporterà alla luce capitoli dimenticati o nascosti del loro passato, e butterà benzina sul fuoco di una già complicata convivenza fra i libanesi e i profughi palestinesi, con scontri dentro e fuori dall’aula del tribunale, fra i banchi del Parlamento e nelle strade.

Il tutto a dispetto addirittura delle “peggiori intenzioni” dei due protagonisti, che si trovano sommersi da quella stessa tempesta che hanno contribuito a scatenare, fino a quando il presidente della Repubblica in persona chiederà loro di mettere fine allo scontro.

E sarà il gesto più semplice a obbligare Tony e Yasser a riconsiderare la loro vita, ma soprattutto i loro pregiudizi, e a favorire la riappacificazione, indipendentemente dalla sentenza del processo.

«The Insult è stato ispirato da un incidente che mi accadde qualche anno fa», spiega Doueiri. «Quando guardo indietro, mi rendo conto che questo semplice incidente si sarebbe potuto trasformare in una crisi nazionale. Il Libano è un paese molto complesso, pieno di contraddizioni e di passione. Con Joëlle Touma abbiamo scritto una storia che evoca tanto il nostro passato quanto il nostro presente. Questo è un film sulla giustizia. Cioè quello che Tony e Yasser stanno cercando. E la ricerca della giustizia è anche una ricerca di dignità».

Una sceneggiatura decisamente originale, un punto di vista non banale e una regia molto efficace, per un film che vale la pena recuperare al cinema.

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