(g.s.) – L’Autorità Nazionale Palestinese acquisterà, a prezzi calmierati, 32 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno da Israele per placare la sete della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Lo stabilisce un accordo tra le due parti firmato ieri grazie alla mediazione del governo statunitense.
Il prezioso liquido destinato ad essere desalinizzato verrà attinto dalle condotte che alimenteranno con acque pompate dal Mar Rosso il Mar Morto, che va drammaticamente ritirandosi.
Un progetto ambizioso e non privo di qualche incognita, soprattutto per quanto concerne la compatibilità delle acque del Mar Rosso con l’ecosistema del grande lago salato più a nord. Si cominciò a parlarne nel 2005, quando i governi di Giordania, Israele e dell’Autorità Nazionale Palestinese si rivolsero alla Banca Mondiale per chiedere finanziamenti e studi di fattibilità.
Un successivo memorandum d’intesa venne firmato nel 2013 per dare il via al progetto, che in effetti è entrato nella fase operativa nel 2015. Si tratta di realizzare canalizzazioni tra i due mari e un possente impianto di desalinizzazione per potabilizzare la quota d’acqua che confluirà negli acquedotti giordani, israeliani e palestinesi. Il costo complessivo previsto è pari a 900 milioni di dollari e si prevede di terminare i lavori di qui a quattro o cinque anni, riferisce il quotidiano Haaretz.
L’accordo firmato ieri tra israeliani e palestinesi formalizza, sostanzialmente, quanto era già stato previsto, in linea di massima, nel 2013.