(n.h.) – Gli scavi e la gestione del sito di Cesarea Marittima, in riva al Mediterraneo, sono tra i maggiori progetti archeologici mai avviati in Israele. I lavori fin qui realizzati hanno permesso recentemente di riportare alla luce la base di un altare in onore dell’imperatore Augusto e della dea Roma, oltre a due grandi aule e a un complesso di muri ed archi.
A fine aprile la Fondazione Edmond de Rothschild, la Società per lo sviluppo di Cesarea, l’Autorità per l’ambiente e i parchi naturali e l’Autorità per le antichità di Israele hanno fatto il punto illustrando ai media un progetto che si focalizza sugli scavi e il restauro del complesso dell’antico ingresso alla città per chi veniva dal porto. Un’area fatta edificare da re Erode oltre duemila anni fa.
Gli studiosi sapevano già dell’esistenza di un tempio in cima a una collina sovrastante il porto. Lo menzionano anche gli scritti di Giuseppe Flavio, storico romano d’origine giudaica. La porzione del tempio consacrata all’imperatore Augusto e alla dea Roma è già stata scavata. Non ne resta granché. Come accade spesso con i luoghi di culto, sui resti del tempio sorse una chiesa in epoca bizantina, poi un altro tempio, infine nuovamente una chiesa d’epoca crociata. Con gli scavi realizzati nei mesi scorsi è venuta alla luce la base di un grande altare che si trovava nei pressi dell’ingresso. Sono anche visibili le fondamenta in pietra, oltre a delle basi in ferro per altari più piccoli e a fori nei quali inserire stendardi o torce nei pressi dell’altare.
«Giuseppe Flavio racconta di come i romani dopo aver preso Gerusalemme piantarono gli stendardi (delle legioni vittoriose) davanti alla porta per poi procedere a sacrifici rituali. Potrebbe trattarsi di qualcosa del genere», spiega Peter Gandelman, che dirige gli scavi insieme all’archeologo Mohammed Khater.
Nell’opera Guerre giudaiche lo storico ebreo scrive che il tempio di Cesarea è tra i più belli al mondo: «Su una collina di fronte all’entrata del porto si trovava il tempio di Cesare, impressionante per la sua mole e la sua bellezza. Conteneva una gigantesca statua di Augusto, non meno magnifica di quella di Zeus a Olimpia, della quale è una replica. C’era anche una statua di Roma, in grado di eguagliare la bellezza di Era ad Argos».
Sotto il livello su cui poggia l’altare, gli archeologi hanno scoperto due grandi sale aperte sul mare, oltre a una serie di piccoli archi sotto una grande scala che conduceva all’altare. La scalinata e altre strutture richiamano l’architettura del Monte del Tempio a Gerusalemme, anch’essa voluta da Erode.
«Senza alcun dubbio Gerusalemme e Cesarea erano, all’epoca, le due città più importanti. Lo spirito megalomane di Erode si libra sopra Cesarea», osserva Dorn Ben-Ami, capo della divisione centrale dell’Autorità israeliana per le antichità.
Il progetto in corso comprende non solo gli scavi e la conservazione del complesso, ma anche la ricostruzione di porzioni degli edifici, allo scopo di integrarli nel parco archeologico di Cesarea. Il progetto dovrebbe costare oltre 100 milioni di shekel (più di 25 milioni di euro), una cifra ragguardevole che ne fa una delle missioni archeologiche più costose del Paese. I finanziamenti provengono dalla Fondazione Edmond de Rothschild e dalla Società per lo sviluppo di Cesarea.
Molte altre scoperte più piccole sono state fatte nel corso di questa fase di scavi. Una delle più interessanti è un manufatto ebraico, ritrovato settimane fa accanto all’altare pagano. Parliamo di una piccola tavoletta di madreperla con inciso un candelabro a sette bracci, e una pala rituale per il carbone come quella utilizzata nel tempio di Gerusalemme. Anche la statua di un ariete, associata alla chiesa d’epoca bizantina, è stata rinvenuta nelle vicinanze, insieme a frammenti della statua di un uomo barbuto, identificato come Esculapio, il dio greco della medicina. A Cesarea erano già state rinvenute numerose statue di questa divinità, ma per la prima volta ne viene ritrovata la testa.
Per Gendelman si tratta senza dubbio del progetto più complesso e interessante dei suoi trent’anni di carriere. Certi ritrovamenti – afferma – stanno per «cambiare interamente la nostra comprensione della dinamica di questa zona».
Gli scavi dovrebbero terminare nei prossimi mesi e i visitatori potranno scoprire la storia della città grazie a un centro appositamente realizzato sotto le volte delle antiche vestigia.