(g.s.) – L’australiana Geraldine Brooks è una firma nota nel mondo anglosassone: vive negli Stati Uniti, dove collabora con testate come il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post e si è aggiudicata il Premio Pulitzer per la narrativa, nel 2006, con il romanzo L’idealista. Convertitasi all’ebraismo in vista delle nozze con un ebreo statunitense, Brooks ci propone qui un romanzo storico che ha per protagonista il re David. L’idea di scriverlo nacque in lei quando il figlio Nathaniel, a nove anni, decise di imparare a suonare l’arpa, strumento caro anche al celebre sovrano israelita, la cui storia occupa vari libri dell’Antico Testamento.
La voce narrante del romanzo è quella del profeta Natan uno degli uomini più vicini al re e suo confidente, con il quale il monarca, che ormai non è più giovane e si sente messo ai margini dai suoi generali, rievoca – anche con accenti truci – le imprese passate e i complicati intrecci, amorosi e bellici, della sua intricata biografia. Proprio a Natan, che si rivolge a David nelle prime pagine del romanzo, l’autrice fa dire: «La tua stirpe non verrà mai cancellata, lo sai, ma la tua memoria? Cosa ricorderanno di te i tuoi figli? E i figli dei tuoi figli? Quando tutti coloro che ti hanno conosciuto in vita saranno polvere, i tuoi discendenti, la tua gente, non si accontenteranno di conoscere le tue imprese, dalla prima all’ultima, vorranno sapere com’era l’uomo che le ha compiute. L’uomo, capisci?» Quale migliore movente per un libro che intende proporre un ritratto verosimile, a partire dalle fonti disponibili, del re giudeo assunto al rango di mito?
È così che, su incarico del monarca, Natan/Brooks si trasforma in reporter e vaga di testimone in testimone per raccogliere da ciascuno una tessera del mosaico di una vita straripante.
Geraldine Brooks
L’armonia segreta
Neri Pozza, Vicenza 2016
pp. 304 – 18,00 euro