(g.s.) – Il 30 marzo il governo di Israele ha approvato la costruzione di un nuovo insediamento israeliano in Cisgiordania per ridare un tetto ai coloni dell’avamposto di Amona, sgomberato a inizio febbraio di quest’anno. L’esecutivo, pur molto vicino alle istanze dei coloni, era stato costretto a mandare la polizia per dare esecuzione a una sentenza della Corte suprema che ha dichiarato illegittima la costruzione abusiva su terreni privati palestinesi.
Il nuovo nucleo residenziale sarà costruito nella valle di Shiloh e ospiterà 2 mila persone. Il governo israeliano non autorizzava la creazione di un insediamento da vent’anni. Il premier Benjamin Netanyahu ha giustificato la decisione con una promessa fatta ai coloni di Amona nelle settimane precedenti lo sgombero.
Sempre il 30 marzo Netanyahu ha annunciato ai suoi ministri la volontà di porre un freno all’espansione degli insediamenti nei Territori palestinesi. Quelli già esistenti, ha detto il premier israeliano, ridurranno al minimo il consumo di suolo intorno a sé. L’intento dichiarato è di non creare attriti con l’amministrazione di Donald Trump che recentemente ha ribadito la posizione classica degli Stati Uniti: l’espansione degli insediamenti non agevola la ricerca di un accordo di pace con i palestinesi.