L'avventura di Gaza Sky Geeks, un gruppo di giovani programmatori palestinesi che sta stupendo la Rete proprio da uno degli angoli più impensati del mondo.
Nel mito delle sturt-up informatiche di successo ricorre spesso l’immagine dello scantinato dove un paio di brillanti smanettoni si inventa qualcosa che nel giro di qualche anno sbanca il mondo del Web. Ma che succede se quello scantinato anziché in California o a Bangalore si trova nella Striscia di Gaza? È la sorprendente storia di Gaza Sky Geeks, un gruppo di giovani programmatori che sta stupendo la Rete proprio da uno degli angoli più impensati del mondo.
Conosciamo tutti, infatti, i racconti sull’isolamento fisico che ormai da più dieci anni – cioè da quando Hamas ne ha assunto il controllo politico – rende difficile la vita nella Striscia. Ricordiamo tutti bene anche le tre devastanti guerre di questi anni. Ma Gaza è soprattutto un posto dove i due terzi della popolazione hanno meno di 24 anni e dove un buon livello di istruzione (garantito anche dall’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi) costituisce una base importante per chi vuole cimentarsi con le tecniche di programmazione informatica. Così il Web è diventato per i giovani gazawi un’opportunità. E non solo a livello espressivo: anche come vera e propria attività imprenditoriale.
Gaza Sky Geeks ne è l’esempio più clamoroso. Tutto è cominciato nel 2011 da un’idea di Mercy Corps, un’ong americana nata alla fine degli anni Settanta per l’assistenza ai profughi della Cambogia e divenuta col tempo un’organizzazione che promuove il microcredito in tutto il mondo. Il progetto iniziale era semplice: offrire ai giovani di Gaza un ambiente per il co-working, cioè un luogo dove gli aspiranti giovani imprenditori informatici potessero avere a disposizione le infrastrutture essenziali per avviare la propria attività. In un posto come Gaza vuol dire, ad esempio, risolvere problemi non banali come mettere a disposizione i generatori e il combustibile in grado di garantire la corrente elettrica e una connessione Internet a banda larga per almeno dodici ore al giorno e per sette giorni alla settimana.
Il salto di qualità è arrivato poi nel 2013, quando sul gruppo di ragazzi che aveva cominciato a frequentare questo spazio hanno scommesso l’americana Iliana Montauk, di casa nella Silicon Valley, e Said Hussan, un palestinese rientrato a Gaza dopo un’esperienza importante a souq.com, il maggiore portale di commercio elettronico del Medio Oriente. Con loro due l’iniziativa è diventata ciò che è oggi Gaza Sky Geeks: uno sviluppatore di app all’avanguardia nel mondo arabo. Grazie anche al sostegno attivo di nomi importanti tra gli ingegneri di Google, Microsof, Uber e SoundCloud.
Basta dare un’occhiata al sito di gazaskygeeks.com per rendersi conto del tipo di prodotti realizzati da questi ragazzi; da Price Offerz – un comparatore di prezzi di prodotti elettronici in Medio Oriente – a Mommy Helper, l’app con i consigli sul cellulare per le mamme. E poi Kookies, una comunità di aspiranti chef che possono anche vendere il loro ingrediente locale preferito, oppure Izaari, un app per calligrafi arabi e designer.
Gaza Sky Geeks è un luogo fisico ma anche una bottega dove si insegna a programmare. E dove sono molte le ragazze gazawi, anche giovanissime, che possono coltivare il loro talento per l’informatica, per merito anche di un’iniziativa pensata specificamente per loro. E proprio i giovani studenti oggi sono i protagonisti di un concorso appena lanciato: un contest per raccogliere idee di nuove app particolarmente innovative. Le sei migliori verranno scelte e sviluppate gratuitamente. Per qualcuno diventerà la possibilità di realizzare un sogno e avviare la propria attività, grazie a un software made in Gaza.
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Clicca qui per leggere un articolo del sito specializzato Recode che racconta la storia di GazaSkyGeeks
Guarda il sito di GazaSkyGeeks
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Perché “La Porta di Jaffa”
A dare il nome a questo blog è una delle più celebri tra le porte della città vecchia di Gerusalemme. Quella che, forse, esprime meglio il carattere singolare di questo luogo unico al mondo. Perché la Porta di Jaffa è la più vicina al cuore della moderna metropoli ebraica (i quartieri occidentali). Ma è anche una delle porte preferite dai pellegrini cristiani che si recano alla basilica del Santo Sepolcro. Ecco, allora, il senso di questo crocevia virtuale: provare a far passare attraverso questa porta alcune voci che in Medio Oriente esistono ma non sentiamo mai o molto raramente.